Capitolo 17

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Edward
-Ed, entriamo qui?- mi chiede Addy mettendo le ultime buste nel carrello.
-Ma è un negozio maschile.- Rido facendole vedere i manichini esposti in vetrina.
-Appunto, entriamo.- Mi trascina per un braccio. Stiamo al centro commerciale da oltre due ore, abbiamo girato tutti i negozi di almeno due piani e abbiamo dovuto prendere perfino un carrello per quante buste avevamo alle braccia. È bellissimo vederla sorridere spensierata ma voglio davvero capire cosa le abbia preso prima a casa. Ultimamente mi sento emotivamente ancora più vicina a lei e sembriamo di più una coppia, rispetto a quanto lo potevamo sembrare i primi mesi.
-Guarda quella maglia che carina.- Indica una maglietta con scritte minuscole nere.
-Che ne dici di questa?- Le chiedo facendole vedere una camicia a quadri.
-Bella, mi piace.- Approva alzando il pollice mentre cerco la mia taglia.
-Addy, questi pantaloni sono troppo strappati, no?- Glieli mostro e scuote la testa.
-Si, troppo, avresti tutti gli occhi delle ragazze della scuola puntati addosso. Questi sono dello stesso blu ma hanno solo due strappi, così non ti guarderanno tutte.- Sorride fiera facendo spuntare un sorriso sulle labbra anche a me.
-Mmh, si, carini.- Ci dirigiamo verso i camerini per provare la maglietta e i pantaloni.
-Tieni, ti aspetto qui.- Dice lei passandomi gli indumenti.
-Perché non vieni dentro con me?- Le lascio un veloce bacio sulle labbra. Diventa così rossa che si confonde con il colore della maglietta che ho in mano.
-Perché non si può e poi chi lo tiene il carrello?- Sussurra abbassando lo sguardo.
-Allora la prossima volta niente carrello.- Sbuffo facendola ridere. Entro, chiudo la tenda e provo i pantaloni e la maglietta direttamente insieme.
-La maglietta è ok ma i pantaloni sono troppo grandi, aspetta un attimo che ti prendo la taglia più piccola.- Si dirige verso lo stand visibile anche da qui. Si piega per prenderli dallo scaffale più basso mettendo in risalto il suo fantastico sedere. Quando li trova li prende e si gira sorridente venendomi incontro.
-Che ne dici?- chiedo uscendo per la seconda volta dal camerino.
-Si, perfetti- annuisce con la testa. Ci dirigiamo verso le casse e, dopo aver pagato ritorniamo in macchina esausti.
-Ed, tieni, queste sono le ultime. Vado a riportare il carrello indietro.- Dice prima di lasciarmi in mano altre tre buste. La raggiungo con la macchina e dopo aver attaccato il carrello, entra in macchina e chiude la portiera.
-È stato abbastanza stancante ma n'è valsa la pena.- Si gira per prendere da dietro una delle buste mettendo, ancora una volta, in risalto il sedere, involontariamente.
-Addy, cazzo, siamo in macchina, non puoi mettere il culo davanti alla mia faccia, è una cosa cattiva da parte tue...- Sussurro cercando di far placare la mia voglia di saltarle addosso. Si mette a ridere girandosi con una busta sulle gambe.
-Ma non l'ho fatta apposta.- Afferma continuando a ridere.
-Lo so, ma sai come siamo fatti noi ragazzi...- Sussurro schiarendomi la voce vedendo che tira fuori dalla busta blu con le scritte un top in pizzo quasi trasparente.
-Scusa e quello quando lo vorresti mettere?- Spalanco gli occhi. Non mi aspettavo un capo del genere da lei, di sicuro non lo metterà mai in mia assenza.
-Vedrai.- Mi risponde rimettendolo da dove lo aveva preso.
-Addy, non di certo se non ci sono io, eh.- Ride per le mie parole e annuisce con la testa dicendomi, poi, di strade tranquillo. Quando arriviamo a casa sua, portiamo su la maggior parte delle buste. Addy le apre ad una ad una e tira fuori il contenuto, poi piega le buste e le mette in un cassetto. Stacca a tutti i capi i cartellini e poi li divide per colore disponendoli sul letto.
-Vieni con me così li andiamo a lavare.- Prende una pila di vestiti.
-Prendo questi?- Chiedo vedendo che sono tanti.
-Si, grazie.- Quando entriamo nella lavanderia, metto la mia pila su uno scaffale mentre quella di Addy è composta solo da capi neri, quindi la mette tutta insieme nella lavatrice, imposta la macchina e la fa partire.
-Sono le nove e mezza, hai fame?- Mi chiede alzandosi da terra.
-Un po', ma prima avrei un'altra proposta.- Mi avvicino a lei. Mi sorride e si avvicina anche lei a me. La faccio indietreggiare fino a far combaciare la sua schiena con il muro e appoggio le mie mani sui suoi fianchi. Con la coda dell'occhio mi assicuro che la porta sia chiusa e appoggio le mie labbra sulle sue, sorprendentemente è lei a richiedere l'accesso. Schiudo all'istante le labbra facendo diventare il bacio piuttosto urgente. Faccio scorrere le mie mani sotto la maglietta di Addy toccandole la pancia piatta. Con le dita traccio la forma delle costole salendo ancora di più. La sento gemere nella mia bocca nel momento in cui le sfioro il petto da sopra il reggiseno. Mi stacco da lei lasciandole una scia di baci sul collo, fino a poi farle un piccolo succhiotto sulla clavicola. Inarca la schiena e allaccia le braccia attorno al mio collo. Alzo il reggiseno e gioco con le dita con il suo capezzolo sinistro, facendola genere ancora di più.
-Mmh, Ed.- Sussurra prima di ispirare.
-Mia madre sarà a casa da un momento all'altro.- Si lamenta a bassa voce. In tutta risposta alzo il mio viso all'altezza del suo baciandola per qualche minuto.
-Ed, ti prometto che continuiamo dopo in camera.- Sussurra ridendo, allontanandomi di poco.
-Va bene, l'ultimo.- dico prima di incominciare uno dei baci più passionali mai avuti da quando stiamo insieme.

-Tieni.- Addy mi passa il piatto con pesce e patatine fritte appena preparato da sua madre. Ritorna in cucina a prendere gli ultimi due rimasti e poi si siede affianco a me.
-Ed, ti fermi qui questa notte? È tardi e sarai stanco per tornare a casa- mi chiede Anne prima di assaggiare il pesce.
-Ehm, si, se... se non è un problema.- Rispondo schiarendomi la voce dopo che mi è quasi finito di traverso una patatina.
-Assolutamente nessun problema.- Sorride lei. Addy mi guarda contenta e tra chiacchiere varie finiamo la cena. Dopo aver salutato la madre e i fratelli della mia ragazza, saliamo di sopra per la notte. Quando entriamo in camera ci sono ancora tutti i cartellini che avevamo lasciato prima, sparsi per il letto. Addy li raccoglie tutti e li butta, poi si stende sul letto a pancia in su.
-È stata una giornata lunghissima- esclama coprendosi il viso con le mani.
-Si, ma se non ricordo male, mi avevi promesso qualcosa.- Mi stendendo affianco a lei.
-Mmh si, ma prima fammi struccare e cambiare.- Sussurra vicina alle mie labbra.
-Non sei truccata- dico io ridendo. Si tocca le palpebre e le ciglia e spalanca gli occhi quando capisce di essere davvero senza trucco.
-Ed, ma sei scemo? E non mi dici niente? Come hai fatto a guardarmi in faccia se avevo delle occhiaie orribili, per non parlare poi degli occhi...- Si lamenta lei facendo solo aumentare la mia risata.
-Ma che dici? Struccata sei bellissima.- Sussurro facendola arrossire.
-Ma zitto.- Continua lei urtando il palmo della mano sulla fronte.
-Confermo il fatto che sono un disastro.- Dice ridendo anche lei.
-Uno molto bello, però- affermo baciandola.

Addison
Sono passate poco meno di due settimane da quella specie di attacco di panico che ho avuto mentre ero sulle gambe i Ed. Il fatto è che mi ha ricordato moltissimo la mia situazione prima di trasferirmi qui, a Las Vegas, quando tutto andava male anche prima della morte di mio padre. Dopo, le cose sono solo peggiorate ma con il trasloco sono stata molto meglio. Non so perché non gli abbia detto la verità, ero lì lì per farlo ma non ci sono riuscita, in quel momento mi sembrava che se glielo avessi detto, probabilmente si sarebbe arrabbiato e non poco... Ci conosciamo da tanto ma a quanto pare la sola ad essersene accorta è stata Eryn. A dire il vero, anche mia madre aveva capito qualcosa ma non ci ha dato troppo peso e forse è meglio così, non avrei mai voluto peggiorare la sua situazione, non mi volevo di certo sentire un peso per lei, aveva già tanti problemi e non mi potevo aggiungere anche io. In questo momento sono stesa sul letto della mia camera e sto ascoltando musica da quando sono tornata da scuola. Tra qualche giorno è il mio diciottesimo compleanno e non vedo l'ora di passarlo con i miei amici, poi finalmente sarò maggiorenne a tutti gli effetti, aspetto quel giorno da anni e finalmente ci sono quasi. Dopo qualche ora sento le palpebre pesanti e chiudo gli occhi addormentandomi.

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