Capitolo 56

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Jordan
Varco la soglia del nostro ritrovo, una piccola casetta abbandonata a poco più di mezz'ora dalla scuola. C'è solo Carlos ma gli altri non tarderanno ad arrivare e purtroppo per 'altri' intendo anche Ashton.
-Ehi amico.- Carl mi saluta e ci sediamo sul divano aspettando il resto del gruppo. Facciamo una riunione tutte le settimane, a volte anche più volte a settimane, ma con le vacanze ci siamo visti molto poco e quindi abbiamo deciso di passare tutto il pomeriggio insieme.
-Jo, Carl.- Simon, Jack e Ashton entrano nella stanza seguiti da Caleb, Davis, Eliot e Luke.
-Ehi, ce ne avete messo di tempo! Allora, iniziamo?- Carlos fa segno agli altri di sedersi e iniziamo la riunione.
-Allora chi è riuscito a scopare?-
-Caleb! I modi che fine hanno fatto?- Lo riprendo alzando gli occhi al cielo.
-Zitto tu che hai già fatto.- Gli lancio uno sguardo di fuoco facendolo stare zitto guadagnandomi lo sguardo confuso di Ashton.
-Ok, allora? Chi non sarà l'ultimo?- Riprende guardando gli altri.
-Io e Alana la vigilia di Natale.- Eliot alza la mano facendo fischiare i nostri amici.
-Sicuro che non c'è qualcun altro?- Luke tira una gomitata a Simon che arrossisce di colpo.
-Ehm si, anche io e Ella.-
Mi estraneo da ciò che dicono per qualche minuto. Mi ricordo la mia prima volta come se fosse ieri, e purtroppo ultimamente penso più a Eve che a Kira. Un paio di giorni fa ho fatto una gaffe assurda con la mia ragazza, ho confuso la sua data di nascita con quella di Eve ma mi sono subito scusato giustificandomi con quella di mia sorella maggiore che compie gli anni più o meno attorno quella data. A proposito di lei, non ne voglio sentir parlare ancora per un po'. La settimana scorsa si è confidata con noi fratelli dicendoci cosa ha passato negli ultimi anni e perché si vuole trasferire a San Diego dal suo ragazzo. Certo, stanno insieme da molto ma io non farei mai una cazzata del genere. Non mi trasferirei mai con la mia ragazza, o forse non lo farei con Kira... forse con Eve lo farei. Quasi mi piacerebbe alzarmi e vederla stesa nel letto affianco a me tutte le mattine. Scuoto la testa ritornando alla realtà con la suoneria del mio telefono che segna l'arrivo di un messaggio.

Messaggio da Addison:
Ti aspetto al bar del parco vicino casa alle 19:00. Ci tengo a chiarire con te e una cioccolata calda potrebbe risolvere tutto. Ti voglio bene fratellino, a dopo.

Metto via il telefono senza neanche rispondere. Ci sono rimasto davvero male per il fatto che non me lo abbia detto, ma ormai il passato è passato ed è inutile piangersi addosso. Mia madre e le mie sorelle sono le persone più importanti della mia vita e, essendo anche l'unico uomo in casa, non riesco a concepire il fatto che mi sia sfuggito. Non lo accetto. In quanto a Ed, beh gli sarò sempre grato per tutto quello che ha fatto per mia sorella.
-Jo, amico... ci sei?- Caleb mi sventola la mano davanti agli occhi e ritorno partecipe dei loro discorsi.
Finita la riunione percorro qualche minuto di strada a piedi, da solo, fino a che non mi sento prendere per un braccio. Mi giro di scatto serrando i pugni.
-Ehi, tranquillo, sono io.-
-Che vuoi, Ashton?-
-Che vuol dire che lo hai già fatto?-
-Ma se ti dicessi di farti i cazzi tuoi?- La domanda risulta alquanto retorica perché riprendo a camminare prima di una qualunque risposta, purtroppo però, lui mi segue.
-Ehi, perché ti dò così tanto fastidio?- Mi giro di scatto incazzato.
-Tu che dici? Forse perché hai scelto proprio mia sorella per sverginarti? Per quella stupida scommessa? Può essere un motivo valido?- Seguono minuti di silenzio in cui procediamo andando avanti.
-Ti sbagli, ho scoperto della scommessa tra di voi, poco prima di Natale.-
-Ok, allora, ammesso che all'inizio ti piacesse davvero, adesso stai comunque tentando di non perdere la scommessa o sbaglio?-
-No, non sbagli. Ma, ehi, se ci tieni così tanto a lei perché non glielo vai a dire?- Non gli dò alcuna risposta.
-Perché non puoi, ecco perché. Perché se tua sorella lo venisse a sapere, lo direbbe a Kira... e tu non ti sei sverginato con lei.- Mi fermo istintivamente per qualche secondo, indeciso se dire o meno qualcosa. Potrei freddarlo oppure potrei dirgli la verità. Scelgo la terza opzione, che è quella di ignorarlo proseguendo la strada verso casa. Parlando parlando siamo quasi arrivati a scuola.
-Aspetta poco poco, scommetto che ti sei fatto l'amichetta... com'è che si chiama? Ah si... Evelin? Eve? Ecco perché non puoi dirlo a Dan.-
-Bravo, perspicace direi. E ora che vuoi fare? Vuoi dirglielo? Non puoi neanche tu.-
-E neanche Eve lo sa...-
-Cosa non so?- La sua voce melodiosa mi blocca, non riesco a dire una parola. È l'unica persona al mondo a farmi questo effetto.
-Ehi, Eve.- Stupidi rientri scolastici...
-Jo, di che parlavate? Cos'è che non so?-
-Niente d'importante.- Prendo il telefono per mandare un messaggio a mia sorella.

Messaggio a Addison:
Puoi passare a prendermi un po' prima? Sono a scuola.

Blocco il telefono rialzando lo sguardo verso i due difronte a me.
-Jo, ne sei sicuro?-
-Sicurissimo.-
-Va bene dai, allora ci vediamo domani da Kira.-
-Da Kira? Come se niente fosse? Dopo tutto quello che avete vissuto e...- Ashton si intromette nella conversazione ma appena si rende conto di averlo detto ad alta voce si tappa la bocca con le mani.
-Gli hai detto qualcosa?- Eve quasi grida. Mi mordo il labbro inferiore guardando male quel coglione che mi trovo accanto.
-Parli solo della nostra relazione, vero?- Si rivolge ad Ashton con gli occhi lucidi.
-Ah ah... ehm devo andare...- Lo scemo annuisce distratto facendole capire la verità.
Una volta soli, Eve si volta furiosa verso di me e inizia a gridare come ha gridato con me solo una volta, quando le cose tra noi sono precipitate.
-Ma cosa non capisci di 'È una cosa che deve rimanere tra noi'? Cosa ti costa mantenere per una cazzo di volta una promessa? Sei sempre lo stesso! Non ci si può mai fidare di te perché tutte le volte ti dimostri immaturo!- Per ogni frase che finisce mi spinge sempre un po' più indietro con le mani finché non arrivo a toccare il muro con la schiena.
-Cos'hai da dire? Niente? Figurati, il solito codardo! Chi altro lo sa? Tutto il tuo gruppo? Adesso ci manca solo che...- Non le faccio finire la frase che le prendo i polsi con una mano e inverto le posizioni. I nostri visi, le nostre labbra, sono solo a pochi centimetri di distanza. Non resisto alla tentazione e la bacio. Mi è mancata davvero tanto. Mi sono mancate le sue labbra, la sua lingua a contatto con la mia, le mie mani sui suoi fianchi, i suoi bellissimi ricci biondi, i suoi occhi chiari, mi è mancato tutto di lei, tutto.
-Jo... fermati... non è giusto nei suoi confronti.- Si lamenta ancora sulle mie labbra. Non le dò ascolto e continuo a baciarla avvicinandola sempre di più a me. Le sue mani sono incastonate nelle mie e non ho mai provato sensazione più bella di quando la bacio, di quando stiamo insieme. È l'unica ragazza che mi ha fatto letteralmente perdere la testa. Mi stacco dalle sue labbra per qualche secondo cercando di prendere un po' d'aria e appoggio la mia fronte sulla sua.
-E, mi sei mancata.-
-Anche... anche... no Jordan, Kira è la mia migliore amica e non posso farle una cosa del genere. Mi sei mancato anche tu, e non puoi neanche immaginare quanto, ma io e lei ci conosciamo da sempre e si fida di me, non posso farle questo.- Il suo viso è completamente rigato dalle lacrime e ormai ha anche un po' di trucco sbavato. Le asciugo il viso con le mani e l'abbraccio facendola crollare in un pianto isterico.
-Ma cosa sto facendo? Sono un'amica orribile, ho tradito la sua fiducia. Ma sai che c'è? Non ci posso fare nulla perché non ho scelto io chi amare.- Quelle poche parole mi aprono un mondo. Ci stacchiamo nello stesso momento ma per due scopi differenti: io voglio vedere il suo viso, la sua espressione ma lei, semplicemente, si ricompone digitando un numero sul telefono.
-Ehi, papà, non è che... ah, perfetto. Due minuti e sono da te.- Chiude la telefonata rivolgendo tutta la sua attenzione su di me. Scuote la testa come se si volesse scusare e fa un piccolo cenno con la mano voltandosi per andare in contro alla scuola. Perfetto, ora ho due opzioni: la lascio andare perdendola per sempre ora, oppure la rincorro per poi far rovinare l'amicizia che c'è tra lei e Kira in un secondo momento. Le afferro il braccio prima che si possa allontanate di molto.
-Eve, io non posso lasciarti andare, non posso permettermi di perdere l'unica ragazza che ha lasciato un segno nel mio cuore, non posso permettermi di perdere l'unica ragazza che io abbia mai realmente amato. So che questo è il momento meno adatto per dirtelo ma risolverò tutto. Parlerò con Kira e sistemerò questa situazione, perché ho intenzione di...-
-No Jo, allora non hai capito, sono io che non voglio. Finiamola qui, è stato bello finché è durato, lo ammetto, ma non possiamo mettere in mezzo persone che non ne hanno alcuna colpa. Non voglio che la mia migliore amica soffra per colpa mia, quindi preferisco farmi da parte.-
-Eve, ma lo hai detto anche tu che al cuore non si comanda.-
-So di averlo detto ma forse non lo pensavo davvero.-
-Non ti credo, lo stai facendo solo per sentirti meno in colpa. Smettila, e soprattutto smetti di mettere la felicità di qualcun altro prima della tua. Perché non vuoi semplicemente ammettere che vorresti tornare con me?-
-Si è fatto tardi, Jo. Mio padre mi aspetta.- Mi volta le spalle raggiungendo l'auto.
-Non finirà così, te lo prometto E.- Si gira un'ultima volta per guardarmi ed entra nella macchina che in meno di trenta secondi è già sfrecciata via.
Evelin Gaffer, riuscirò a riavere i tuo cuore, è una promessa che questa volta giuro di mantenere.

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