Capitolo 37

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Edward

Messaggio a Brad:
Brad, ti prego dimmi che tua madre l'ha finita.

Messaggio da Brad:
Si, l'ho anche messa. Te lo porto tra dieci minuti, c'è traffico.

Messaggio a Brad:
Ok, basta che ti sbrighi.

Prendo le ultime valigie e le metto in macchina. Non ci posso credere che tra poco meno di un'ora la mia vita cambierà radicalmente. Un po' mi piacciono questi cambiamenti, è il sogno di tutti noi ragazzi essere indipendenti, ma dall'altra parte non voglio lasciare lei. Amo Addy più di qualunque altra cosa al mondo e non voglio perderla. Siamo rimasti d'accordo che ci saremmo incontrati al parco vicino casa sua, quello dove andavamo sempre i primi mesi, quando neanche i baci in pubblico erano leciti. Se ci penso, Addy è cambiata molto negli ultimi tempi. È più aperta, dolce, ma la cosa che mi rende più fiero è che quest'estate ha messo su tre chili ed ora sembra magra normale. Spero con tutto il cuore che non li perda quando andrò via. Spero che abbia compreso l'importanza di stare bene, in pace con il proprio corpo, ma ciò che mi preoccupa è che non vedrò cosa mangerà, in fondo potrebbe anche mentirmi. I miei pensieri vengono interrotti dalla voce di mia madre che mi chiama per rientrare in casa.
-Puoi aspettare ancora cinque minuti? Tuo padre è per strada ma...-
-Si, si, tranquilla. Prima deve venire Brad che mi deve portare una cosa, poi vado da Addy e poi parto.- Annuisce tornando in cucina. Salgo le scale per vedere la mia camera un'ultima volta prima di partire. Quanti ricordi che ho. Qui ho dato il mio primo bacio, ho fumato la mia prima sigaretta. Sulla mensola sopra la scrivania ci sono decine di coppe e medaglie, tutte riguardanti lo sport, le ante interne del mio armadio sono piene di foto e stickers, sul muro affianco al letto ho appeso diversi poster nel corso del tempo, ma ricordo ancora quando attaccai il primo: mia madre si incazzò così tanto per averle sporcato il muro con la suola delle scarpe mentre lo attaccavo, che non vidi il telefono che avevo allora per una settimana. Apro per l'ennesima volta i cassetti del comodino, constatando di non aver lasciato nulla. Poi entro in bagno controllando anche quello, non c'è niente nei cassetti. Il suono del telefono mi riporta alla vita reale. È Brad.
-Dimmi.-
~Ed, muoviti sono fuori.~
-Ok, sto scendendo.-
Chiudo il telefono precipitandomi fuori da casa. Gli vado in contro correndo e mi porge l'enorme pacco rosa con un altrettanto enorme fiocco dello stesso colore.
-Grazie, amico.-
-Figurati, era il minimo. L'ho incartato come mi avevi detto. Allora è così che ci salutiamo? Da oggi in poi ci vedremo solo durante qualche vacanza? Mi mancherai, amico.- Ci abbracciamo come avevamo fatto poche volte.
-Anche tu mi mancherai.- Quando ci stacchiamo lui ha praticamente le lacrime agli occhi.
-Tranquillo, cinque ore di macchina non potranno rovinare sedici anni di amicizia come la nostra- dico io cercando di tranquillizzarlo.
-Ok, ma promettimi che non ti trovi un nuovo migliore amico.- Ridiamo entrambi alla sua affermazione.

Addison
-Mmh, ma te ne devi andare per forza? Uffa, rimani qui...- sussurro all'orecchio del mio ragazzo. Siamo di fronte alla sua macchina e stiamo così, l'uno tra le braccia dell'altra da oltre dieci minuti mentre ci sussurriamo cose dolci all'orecchio. Poco meno di un anno fa, queste cose non me le sarei neanche sognate... eppure mi piacciono, mi fanno sentire quasi speciale. Ho una paura assurda per la sua partenza, non voglio ricadere in quel circolo vizioso. Lui è stata la mia roccia, il mio punto di riferimento per un anno, mi sono sempre appoggiata a lui e negli ultimi tempi sempre di più, forse fin troppo perché quando non è con me, sembra che mi manchi qualcosa. Mi lascio sfuggire un paio di lacrime che cerco di asciugare senza farglielo capire.
-Ehi, ehi, non fare così. Questa sera stiamo tutto il tempo al telefono, va bene? Giusto il tempo i arrivare e sistemarmi nel dormitorio e stiamo insieme, ok?- Annuisco silenziosamente abbracciandolo più forte.
-Ti amo così tanto- dico mentre lui si stacca. Mi fa segno di raggiungerlo verso la macchina e lo seguo. Apre lo sportello di dietro e un pacco rosa enorme si distingue tra i tanti bagagli. Lo guardo interrogativa ma lui mi sorride e lo prende porgendomelo senza dire nulla.
-Per chi è?-
-Per te, no? Apri.- Afferro incerta il coperchio della scatola e sfilo il fiocco rosa. Quello che c'è all'interno mi lascia senza parole. Negli ultimi tempi ci sono state molte cene importanti, alcune della sua famiglia, altre della mia, altre ancora per diciottesimi o per il suo stesso compleanno, insomma quest'estate l'ho visto così tante volte vestito con lo smoking che ormai avevo iniziato a chiamarlo pinguino per prenderlo in giro, ma non avrei mai immaginato che me ne potesse regalare uno gigante. Lo estraggo dalla confezione per guardarlo meglio. Il mio sorriso in questo momento è più che a trentadue denti. Il pinguino ha una maglietta bianca e sopra c'è ricamata una scritta in inglese: <I loved you yesterday, I love you today and I will love you forever>. Mi scappano delle lacrime mentre leggo la frase e gli salto addosso abbracciandolo. Gli lascio un lunghissimo bacio sulle labbra, probabilmente l'ultimo per un po'.
-Ci sentiamo tra al massimo sei ore, ok?-
-Ok, va benissimo. Chiamami tu quando ti sei sistemato così sono sicura di non disturbarti.- Ci salutiamo con un ultimo bacio e parte. Se n'è andato. Se n'è davvero andato. Ok, ce la posso fare. Non posso crollare ora che mi sono finalmente rialzata. Torno in casa con la scatola tra le braccia. Salgo fino in camera mia e metto il pinguino sul letto, poi mi stendo affianco a lui abbracciandolo e mi addormento così.

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