MERCOLEDI' 25 SETTEMBRE
Aurora era partita da un giorno. Sembrava tutto normale perchè era da un po' che non ci parlavamo e quindi non sembrava essere cambiato niente.
Chloe mi aveva chiamata, la serata era stata fantastica. Aveva detto che Thomas avrebbe voluto passare più tempo con lei e quando lo aveva saputo era tipo scoppiata e tra un po' si metteva a saltare. Mentre me lo raccontava mi ero immaginata la scena e stavo ridendo.
Tra poco sarebbe finita l'ora di letteratura, e non avevo ascoltato una sola parola.
Lui <Bene ragazzi, la prossima settimana ci sarà la verifica su quello che ho spiegato. Buona giornata.> disse accompagnato dal suono della campanella.
Entrai nell'aula di chimica. Warren era già seduto.
Io <Ciao.> dissi appoggiando la cartella vicino al banco.
Lui <Ciao.> disse semplicemente, come se nulla fosse.
Prof <Bene, ora faremo un esperimento nuovo. Lo trovate a pagina 35 del vostro libro. Fate attenzione, niente di pericoloso, ma c'è tutto scritto quindi sarà difficile che sbagliate. Buon lavoro.>
Lui <Iniziamo?> presi il libro e lo aprii in quella pagina. Iniziammo a leggere. Prese gli ingredienti e iniziò a mischiare e a mescolare il tutto.
Lui <Non mi aiuti?>
Io <Oh, si certo...> dissi In un sussurro. Fino a poco tempo fa con lui mi comportavo normalmente. Due amici che si comportano da amici. Perchè mi era così difficile comportarmi come prima?
Lui <Attenta! Non versare troppo liquido!> disse fermandomi. <Lascia fare a me.>
Io <Vado a lavarmi le mani, mi sono sporcata di polvere nera...> inventai una scusa e poi mi diressi verso il bagno.
Cosa mi succedeva? Non riuscivo a respirare. Mi mancava il fiato. Mi appoggiai al lavandino.
Di nuovo quella sensazione. Presi velocemente una pillola. Me le portavo sempre in tasca, da quella volta che Edward me le aveva rovesciate nel cesso le avevo ricomprate. Appena ne ingoiai una sentii il mio corpo tranquillizzarsi.
Lui <Cos'era quella?> chiese Warren avanzando verso di me. Che tempismo.
Io <Niente, solo tic-tac.> sparai a caso la prima cosa che mi venne in mente.
Lui <Devi trovare delle scuse migliori sai? La polvere nera che hai menzionato prima non la stavamo usando in quel momento. E ora I tic-tac? Seriamente?>
Io <Okay, era solo una scusa per andare in bagno, ma questi sono realmente tic-tac.>
Lui <Allora mostrameli, se lo sono davvero non vedo il motivo di nasconderli.> perfetto, e ora che potevo inventarmi?
Trovati una scusa migliore stavolta.
Una vocina? E da quando ne avevo una?
Da sempre, ma mi hai sempre ignorato.
Perfetto, stavo chiaramente impazzendo.
Lui <Allora? Sto aspettando.> non mossi un muscolo e tenni lo sguardo fisso al suolo.
Lui <Ma che ti prende? Sei strana ultimamente. È per il bacio? Abbiamo chiarito. Era un errore e siamo solo amici, come vuoi tu, e come è giusto che sia.>
Io <Non ci riesco.>
Lui <Non riesci a far cosa?> chiese avvicinandosi a me.
Io <Non riesco ad esserti amica, non riesco a comportarmi come mi comportavo prima con te. Forse perchè una parte di me dopo il bacio voleva qualcosa di più di un'amicizia. Ma hai detto che è stato un errore da non commettere più. Quindi basta. Ora sai perchè mi comporto così. Perchè mi sembra tutto diverso, e non ci capisco niente. Quel bacio ha cambiato qualcosa e non mi bastano le tue parole per far si che tutto torno alla normalità. Forse e dico forse, se c'è una sola cosa che so in questa vita di dubbi e domande senza risposte, è che quando sto con te mi sento davvero bene, e non vorrei stare da nessun'altra parte se non al tuo fianco. E forse si dannazione provo qualcosa più di un'amicizia, per questo non riesco ad esserti amica.> dissi con le lacrime agli occhi e bastava poco per liberarle. Lo guardai un secondo negli occhi, era incredulo, stupito sorpreso e confuso dalle mie parole.
Io <E questo non è lo stesso per te, e quindi non riesco ad esserti amica. Quindi niente. Ecco, un'altra amicizia andata a puttane.> dissi sorpassandolo e lasciai che le lacrime si liberassero.
Attraversai il corridoio del dormitorio.
Lei <Signorina, dovrebbe essere in classe!> I bidelli apparivano solo nei momenti meno opportuni. Non le diedi retta e mi chiusi nella mia stanza.
Decisi di farmi un bagno. Lasciai che l'acqua scorresse lungo il mio corpo nella speranza che si portasse via anche me. Avevo detto cose che non pensavo nemmeno di dire a me stessa.
Stavo perdendo tutti. Aurora e ora Warren. Chi altro? Non potevo vivere se avessi perso qualcun altro. Gli unici veri amici che mi rimanevano erano Chloe e un po' Luke. Anche Thomas, Fred e Zayn lo erano, ma non così tanto. Li conoscevo da poco. Mentre non potevo dire che con Edward avessi un buon rapporto. Non potevo diventare amica di una persona che mi causava incubi, terribili sensazioni e attacchi di panico. Per ora avrei dimenticato il passato, ma di certo non potevo far finta che lui non ne centrasse in qualche modo.
Tutto questo mi stava uccidendo. Lentamente stavo morendo dentro.
Chiusi gli occhi e rimasi ancora un po' li, a godermi quei pochi attimi di libertà.
Una volta fuori mi asciugai I capelli e decisi di vestirmi. Dovevano essere tutti a scuola ora quindi non avrei dovuto incontrare nessuno che conoscessi in città. Mi vestii con dei jeans neri, un maglioncino grigio corto e le Victoria nere alte. Piastrai I capelli e mi truccai leggermente. Misi la giacca e decisi di passare dalla finestra. Scavalcai il cancello e mi incamminai.
Mi ritrovavo nel parco. Non c'era nessuno. Solo io. Io e la mia depressione.
Nella playlist uscì "Stay High". Mi fece ricordare il pomeriggio passato con Warren. E ogni momento passato con lui, praticamente questa canzone me lo ricordava. Quando si era messo a cantarla in strada era come se fosse appartenuta a lui. Ogni canzone che ascoltavo l'associavo alle mie emozioni e a ciò che provavo In quel momento.
Provavo così tanta rabbia in corpo che in un gesto veloce tirai un pugno e poi due ad un albero che avevo di fianco. Intanto alcune lacrime riuscirono a perforare quel velo e mi ritrovai con le ginocchia a terra a pensare a quanto la mia vita fosse crollata. Come un aereo, era atterrato. Invece di decollare stava precipitando. Sarebbe finito per schiantarsi, e lo stesso avrebbe fatto la mi vita. Tutto dipendeva dal pilota, io. E in questo momento avevo dimenticato come si faceva a guidare.
Chiusi gli occhi e sentii le lacrime giungermi sulle labbra. Non avevano gusto. Come me.
Mi sedetti su una panchina e mi accorsi del sangue presente sulle mie nocche. Non sentii dolore o bruciore, non sentivo niente. Mi asciugai le guance e ritornai nella mia stanza. Volevo buttarmi sul letto e svegliarmi nella mia vecchia camera, volevo aprire gli occhi e vedere il rosa sulle pareti, volevo vedere la porta aprirsi e vedere mio padre sporgersi con un vassoio, dove aveva appena cucinato dei muffin per me e la mia sorellina Elisa. Volevo vedere lui e mia madre insieme, come una vera famiglia. Volevo solo questo. Ma quando avrei riaperto gli occhi sarei ritornata qui. Un incubo da cui è impossibile svegliarsi.
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Arianna ha detto che prova qualcosa per Warren, e lui che farà?
Niente da dire, tranne il fatto che adoro 13 reasons why 😍.
-Sam🌸
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~La ragazza della ferrovia~ (Wattsy2017)
RomantizmArianna Prendom, una ragazza diciassettenne con un passato da lei sconosciuto e avvolto nel mistero. Un passato da cui cerca di fuggire, ma a volte vuole anche scoprire cosa si celi dietro ad esso. Un mistero che la distruggerà lentamente. Un luogo...