CAPITOLO 40

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13 NOVEMBRE

DOPO LEGGETE L'ANGOLO AUTRICE CHE E' IMPORTANTEEE!

Apro gli occhi lentamente e mi accorgo solo dopo di trovarmi sulla ferrovia. Alle orecchie ho "New York City" dei Chainsmokers la canzone di questo periodo.

Cammino con il tramonto davanti a me. E' una sensazione bellissima. Adoro questo momento della giornata. Quando I colori del giorno di mescolano a quelli della notte provocando un fantastico contrasto.

Oggi io e Aurora siamo scappate dalla scuola per sfida e siamo andate a farci un giro, ma qualcuno ci ha sgamate e ora dovremo subire una punizione. La mia prima punizione.

A distrarmi è il telefono. Leggo. Mia madre.

Tolgo gli auricolari e rispondo.

Io <Pronto?> ti prego dimmi che non è per la punizione. Spero che non sia incazzata.

Non ricevo risposta, solo dei singhiozzi e delle lacrime.

Io <Mamma che succede?> chiedo fermandomi di colpo ed entrando in panico. Balbetta qualcosa di incomprensibile.

Io <Mamma, cosa è successo?> alzo il tono di voce.

Lei <Papà...>

Io <Papà cosa?> dico con la voce che mi trema.

Lei <Ha fatto un incidente, non ce l'ha fatta.> dice per poi singhiozzare.

Qualche lacrima mi riga il volto. Spengo la chiamata. Devo immediatamente correre a casa mia anche se il mio corpo sembra completamente paralizzato e la mia mente ancora incredula..

<Arianna.> sento dietro di me. Mi giro e vedo un ragazzo. Capelli castani e occhi nocciola. Non sento nient'altro perchè un pizzichio mi arriva al collo e mi sento immediatamente come se stessi per addormentarmi.

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Apro gli occhi lentamente ma li richiudo all'istante perchè mi arriva un forte colpo di mal di testa. Li riapro piano piano e cerco di realizzare ciò che è successo.

Allora... stavo camminando, mi ha chiamata mia madre e... mio padre. No, non è possibile! Non può essere davvero morto, non ci credo.

Ricordo che poi qualcuno mi ha chiamata, mi sono voltata e poi niente, solo vuoto.

La mia vista non è del tutto lucida. Vedo leggermente sfuocato e tutto mi appare confuso.

Cerco di muovermi e di capire dove sono. Vedo una stanza. Una semplice camera da letto quasi come la mia, ma è più piccola e non ci sono I miei oggetti come foto, orologi, quadri e libri. È praticamente spoglia.

Mi reggo a mala pena in piedi e faccio qualche passo in avanti.

Mi massaggio I punti dolenti della testa e cerco di avvicinarmi alla porta. Spingo la maniglia ma essa non si apre.

Chiusa a chiave.

Mi avvicino alla finestra, magari se la colpisco con qualcosa riesco a rompere il vetro e posso uscire. Poi mi accorgo di un particolare. La finestra è troppo in alto, non ci arrivo nemmeno se salto. Sembra quasi una stanza fatta a posta per non uscire. Ma chi sono quei due ragazzi? Cosa vogliono da me?

Rimango ancora seduta sul letto e cerco di riprendermi. Con il passare dei minuti mi sento già un po' meglio, ma non del tutto. Sento solo che le forze stanno tornando.

Mi alzo più decisa e vado davanti alla porta. Inizio a battere dei colpi sul dorso del legno.

Io <Aprite! Cazzo, qualcuno mi sente?> urlo ancora.

Inizio a fare avanti indietro per la stanza e poi ritorno a picchiare le mani contro quella porta. Ripeto quest'azione per un paio di volte fino a quando un rumore metallico mi fa bloccare. Mi giro e noto la maniglia piegarsi.

Come un gesto spontaneo indietreggio.

La porta si apre e appare un ragazzo. Non è lo stesso che mi ha nominata per nome sulla ferrovia.

È più alto, ha un ciuffo castano chiaro, quasi del mio stesso colore, gli occhi scuri e profondi. Il viso ben definito e due labbra rosse carnose. Indossa dei jeans neri e una felpa grigia. Fa qualche passo verso di me mentre io indietreggio.

Lui <Mi chiamo Edward.>

Io <Chi sei, cosa vuoi da me e cosa ci faccio qui?> vedo un sorriso apparire sul suo volto che non mi piace affatto.

Lui <Calma con le domande. È solo un conto in sospeso che devo ripagare.>

Io <E cosa centro io?>

Lui <Tu centri eccome.> dice sedendosi sul mio letto. <Sai, ieri mattina tuo padre ha fatto un incidente in macchina. E nell'altra macchina c'era mia madre con mia sorella. Lei è morta.> dice serio.

Io <Ed io cosa centro? Anche mio padre è morto se è per questo!> dico con un tono triste ma rabbioso. E appena pronuncio queste parole mi sembra ancora tutto troppo impossibile.

Lui <Lo so, ma credo che per dimenticarmi di questa storia tu possa aiutarmi.> dice facendo un passo verso di me fino ad avvicinarsi sempre di più.

Io <Non vedo come potrei.> dico con tono schifato. Non ho alcuna intenzione di restare qui un minuto di più.

Lo sorpasso e mi avvicino alla porta ma essa si richiude violentemente davanti a me.

Lui <Forse non hai capito.>

Io <No, tu non hai capito. Devo andare da mia madre e mia sorella perchè stanno soffrendo e mi staranno cercando! Quindi lasciami andare!>

Lui <Ho fatto questa specie di piano e non intendo abbandonarlo. Lo seguirò fino a quanto potrò.>

Io <Voglio solo tornare a casa.>

Lui <Ci andrai ma per ora starai qui.>

Io <Con te?> chiedo ironica. <Manco morta.>

Lui <Non mi sembra che tu abbia altra scelta, o sbaglio?>

Io <E cosa vuoi fare?> chiedo con la paura della risposta.

Lui <Questo lo vedrai, ma niente di poi così male. Non preoccuparti. Ci vediamo questa sera Arianna.> Dice sorpassandomi.

Una persona non può essere così malata ad arrivare a fare una cosa del genere.

Ma a quanto pare questo Edward si.

Devo trovare un modo per tornare a casa. Non posso rimanere qui.

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Spoilerrrrr non è affatto finitaaaa! Ciò che accadrà si svelerà nei prossimi capitoli. Non posso terminare la storia senza che la protagonista sappia degli otto mesi e la coppia Edward e Arianna deve ancora crescere!

La cosa è un po' complicata però la dico per chiarire. Arianna è viva e si trova in una specie di coma in cui si alternano momenti in cui è nella stanza dell'ospedale ma non può muoversi e momenti in cui rivive gli otto mesi.

Quando la storia è al presente è perchè Arianna sta rivivendo ciò che le è successo, mentre quando è al passato cioè come è sempre stato fino ad ora, è la "realtà", ma questo sarà più chiaro in seguito. Ci saranno anche dei capitoli dal punto di vista di Edward.

Non ho nient'altro da dire se non di prepararvi per un salto nel passato e per scoprire finalmente cosa le è accaduto!❤

-Sam🌸

~La ragazza della ferrovia~ (Wattsy2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora