CAPITOLO 37

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GIOVEDI' 7 NOVEMBRE

Mancava poco al 13 novembre, sapevo cosa fare.

Avevo sentito I medici parlare e affermare che non sarei uscita da qui perchè avevo avuto una ricaduta psicologica.

Ormai la mia saluta era certamente a posto, ma finchè non avrei ripreso anche a star bene interiormente non potevo nemmeno immaginare di uscire.

Sentii due colpi alla porta e dopo si aprì. Rimasi sempre con lo sguardo fuori dalla finestra.

Lui <Ciao Ari, come stai?> disse per poi sedersi di fianco a me.

<Certo... non mi rispondi. Non sono venuto qui a dirti di parlare e di lottare, credo che ci siano già altri a farlo. Sono qui per dirti come stanno andando le cose la fuori.>

Dopo qualche minuto di silenzio iniziò a parlare.

Lui <Il gruppo non è più lo stesso senza di te. Regna quasi sempre il silenzio. Manchi a tutti. Fred, Zayn, Luke, me, Chloe soprattutto, Thomas e si, anche ad Edward. > certo, come no, a lui proprio.

<Chloe è chiusa nel suo mondo, a volte piange in silenzio. Tu eri quella che l'ha portata da noi e senza di te si sente persa. Sai quanto ci tiene. Tutti vorrebbero venirti a trovare e forse ti sarai chiesta perchè non lo fanno. Beh, non possono. Hanno autorizzato solo gli amici più stretti e sono rimasto sorpreso di sapere che io ero tra quelli. Ma voglio dirti dell'altro.> sentiamo la cavolata.

<Ho detto che manchi anche ad Edward ed è la verità. Sai quanto è diverso ultimamente? Anche lui perso nel suo mondo e non parla più con nessuno, non sta nemmeno più con noi. Ha lasciato il gruppo e gli allenamenti. Sta sempre chiuso nella sua camera e nessuno ha idea di cosa faccia. È strano. Freddo, duro e prepotente.> lo era sempre stato...

<So che è lui la causa del perchè hai smesso di parlare e lo sa anche lui, lo sappiamo tutti. Ieri ero andato da lui durante l'intervallo, gli ho chiesto il perchè non volesse andare a trovarti ma prima che rispondesse sono passati dei ragazzi che parlavano di te, non ha fatto in tempo ad aprir bocca che era già su di loro. Gli ha ridotti male ed è stato sospeso per qualche giorno.> non potevo crederci...

<E la causa sei tu. Ci tiene a te Arianna e sai anche tu il motivo del perchè non vuole avvicinarsi. Credo che lui provi qualcosa per te e viceversa. Si, hai sentito bene. Lo vedo e lo capisco. > io provare qualcosa per lui? Completamente fuori strada. Era impossibile.

<Magari non te ne sei resa conto, ma allora perchè hai smesso di parlare a causa sua? Perchè le tue condizioni sono migliorate a causa sua? È come se dipendessi da lui, e lui da te. Sai che quando veniva a trovarti qui e non litigavate, a scuola era pure sopportabile?> disse ridacchiando e mi scappò un sorriso che non notò.

<Poi bum, litiga con te e cambia.> prese un sospiro mentre io pensai a quanto questa cosa potesse essere assurda. <E' diventato più pericoloso e manesco, non vorrei che finisse in brutti guai, io mi preoccupo per lui sai.> certo che lo sapevo, erano come fratelli. L'avevo potuto notare in molti episodi.

<Ti ricordi la storia dell'uomo che mi ha aiutato con la vicenda del mare, no? Volevo che tu non facessi la stessa fine che stavo facendo io. Quindi ti prego di continuare a camminare anche se l'acqua è fredda e ti sembra di cadere sempre più a fondo.> mi dispiace Warren, ma avevo già preso la mia decisione.

<Vorrei davvero che tu parlassi adesso, ma evidentemente chiedo troppo. Sai, sembri quasi morta.> disse in un sussurro prima di uscire. E questa cosa mi fece sentire davvero male.

Dopo qualche ora arrivò lo psicologo, come sempre si sedette di fianco a me. Cercò di farmi qualche domanda ma non risposi ovviamente.

Lui <Almeno prova a scrivere qualcosa, tieni.> disse dandomi un block notes e una penna. <Non leggerò nulla, usalo come diario di sfogo, scrivi tutto ciò che possa farti sentire meglio. Visto che non parli con nessuno magari questo può aiutarti. Tu provaci, okay?> disse per poi arrendersi ed uscire.

Guardai il Block Notes e poi la porta da dove era appena uscito. Questo mi serviva già.

Dopo entrò l'infermiera che mi lasciò la cena. Come sempre restò ad osservarmi. Dovevo trovare un modo per distrarla.

Non potevo di certo parlarle... idea.

Feci cadere la forchetta a terra e la guardai, poi fissai la donna come per dirle "io non mi alzo quindi, tu alza quel culo e raccoglimela" e così fece. Intanto nascosi il coltello di metallo sotto il cuscino.

Mi restituì la forchetta e dopo averla pulita sul tovagliolo tornai a mangiare quello schifo di cibo. Per invogliare dei pazienti a mangiare avrebbero dovuto dare come minimo una pizza e non questo brodino, purè di patate che sembrava che un bambino lo avesse rigurgitato, e un pezzo di carne che santo Dio se mangiavo le mie ciabatte era meglio.

Finii anche la cena e poi rimasi sola.

Avevo tutto ciò che mi serviva

Sei giorni mancanti.

Poi tutto sarebbe finito.

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Ci stiamo avvicinando alla fine... il prossimo capitolo sarà un po' speciale diciamo e tra due ci sarà quello "definitivo".

Sarà davvero la fine di Arianna?

Domani pubblico!!!!❤

-Sam🌸

~La ragazza della ferrovia~ (Wattsy2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora