CAPITOLO 31

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GIOVEDI' 24 OTTOBRE

Camminai come sempre verso lo studio dello psicologo, ovviamente accompagnata da un'infermiera.

Bussai alla porta e dopo qualche secondo entrai.

Dopo ciò che mi aveva detto la prima volta avevo iniziato a vedere le cose in un modo un po' diverso.

Come sempre mi fece accomodare e prese il suo taccuino di cuoio marroncino scuro.

Lui <Parlerai oggi?> mi chiese con un po' di speranza.

Infatti non avevo ancora detto una parola se non quel giorno ad Edward. Era stato il primo a cui avevo parlato, ma lo avrei fatto anche oggi con lo psicologo?

<Perchè sei arrabbiata?> mi chiese poi, quasi come se fosse evidente. <Immagino che tu lo sia, quindi perchè lo sei?>

Il fatto era che sapeva benissimo la risposta, ma voleva sentirla uscire dalle mie labbra.

Chiusi gli occhi presi un respiro profondo prima di riaprirli.

Io <Nessuno doveva sapere.> riuscii a dire alla fine.

<Sapere che cosa?>

Io <Di ciò che stessi passando. Mi dicevo che l'avrei risolta da sola questa faccenda...>

Lui<Ma non è stato così ed è peggiorato tutto.>

Io <Esatto.>

<Chi è stato a chiamare aiuto per te?>

Io <Un ragazzo...> dissi semplicemente.

<Il tuo ragazzo?>

Io <No no... non siamo nemmeno amici, ma nonostante gli avessi detto di starmi lontano lui ha fatto quella telefonata.>

<Vuol dire che ci tiene a te se l'ha fatto. Si preoccupa se tu stai male, no?>

Io <Lo so ma... è più complicato di questo.>

Se avessi aggiunto il fatto che questo ragazzo centrava con otto mesi in cui nessuno sapeva dove fossi stata e che molto probabilmente mi aveva rapita e tenuta da qualche parte contro la mia volontà e poi mi hanno trovata chissà dove e mi hanno portata in ospedale dove non riuscivo a svegliarmi e quando ciò è accaduto non ricordavo più nulla... le cose sarebbero state più complicate...

Con una penna iniziò ad appuntare qualcosa sul suo taccuino. Non avevo mai ben capito che cosa ci tenesse a scrivere di preciso e credevo che non lo avrei mai scoperto davvero.

Lui <E' mai venuto a trovarti questo ragazzo?>

Io <Si qualche volta...>

Lui <E come ti senti a vederlo?>

Io <Come dovrei sentirmi?>

Lui <Ci tieni a lui? È importante per te?>

Io <Non abbiamo nessun tipo di rapporto io e lui.>

Lui <Non hai risposto alla mia domanda però.>

Io <Perchè devo parlare di lui? Possiamo cambiare argomento?>

Lui <Come ti trovavi a scuola?>

Io <Come una normale ragazza della mia età. Avevo degli amici e andavo bene a scuola.>

Lui <E' cambiato qualcosa poi? Tua madre mi ha detto che I voti stavano calando e ho parlato anche con Chloe, la tua amica.>

Io <Cosa?> chiesi sorpresa.

Lui <Mi ha detto che nell'ultimo periodo te ne stavi da sola.>

io <Beh, mi piaceva la tranquillità. Stare sotto il sole a leggere un libro non mi sembra un qualcosa di negativo.>

Lui <No, però c'è un motivo se non stavi con I tuoi amici e quello non è positivo, giusto?> abbassai lo sguardo.

Non sapevo che cosa avesse raccontato Chloe esattamente. Se gli avesse detto tutto, se avesse mentito o se magari non gli aveva riferito molto.

Io <Era successo qualcosa tra me e un ragazzo, un mio amico. Dopo quell'evento non volevo vederlo o anche solo stargli vicino...> rimasi vaga.

Lui <Qualcosa di grave? Ha abusato di te?>

Io <No no, nulla del genere.> anche se un giorno ci stava arrivando vicino.

Lui <Allora che cosa?>

Le mani ormai mi stavano sudando e non sapevo se raccontargli o meno di quegli otto mesi. Perchè in fondo era come se fossero la chiave di tutto.

Io <E' possibile avere un'amnesia però solo di un certo periodo?>

Lui <In che senso?>

Io <Ad esempio dimenticarsi di tutto per qualche mese.>

Lui <Perchè questa domanda? Devi dirmi qualcosa?>

Io <Credo che già lo sappia. Ha parlato con mia madre, le ha già raccontato tutto giusto?>

Lui <Sto cercando di capire ciò che vuoi dirmi.>

Io <Mia madre le avrà detto di otto mesi giusto? Mesi in cui ero in coma a causa di un incidente.>

Lui <Esatto. Cosa centrerebbe la perdita di memoria?>

Io <Ho solo chiesto. E lei che è specializzato anche in medicina magari potrebbe darmi risposte più chiare di quelle che si trovano su internet.>

Lui <Beh, può capitare. Un'amnesia del genere può essere provocata da qualcosa di chimico.>

Io <Ma come fa ad eliminare I ricordi di un determinato periodo?>

Lui <Facciamo un esempio. Viene iniettato il liquido che contiene sostanze capaci di provocare un'amnesia ad una persona. Ogni giorno è importante che questo liquido circoli nel sangue. Chi possiede questo liquido avrà anche delle conseguenze quali stanchezza, debolezza e mal di testa forti. Una volta che tutto il liquido verrà estratto dal sangue di questa persona è come se si portasse via pure I ricordi di quel periodo. Questo liquido è una specie di sostanza che droga una persona e una volta tolto dalla circolazione questa persona non ricorderà nulla.>

Io <Capito...>

Lui <Tutta questa curiosità per che cosa?>

Io <Perchè credo che per otto mesi io sia stata drogata di questa sostanza e so che mia madre mi ha mentito per proteggermi.>

Lui <Come puoi saperlo?>

Io <Ho letto il suo diario. Non so cosa mi sia successo ma voglio saperlo, solo che non so come. Le persone che lo sanno non me lo diranno mai.>

Lui <Quali sono queste persone?>

Io <Mia madre, il ragazzo che ha fatto la telefonata per portarmi qui, il ragazzo che era la ragione per cui mi isolavo.>

Lui <Come hai scoperto che loro sanno qualcosa?>

Io <Ogni notte faccio lo stesso sogno da anni. Sogno il momento prima di essere "rapita" diciamo e ho visto quei due ragazzi. So che loro centrano. Mia madre ha invece trovato un diario scritto da me durante quel periodo.>

Lui <Ti capita altro oltre ai sogni?>

Io <Mi capitavano anche delle sensazioni forti. Dei momenti in cui mi sembrava di impazzire.>

Lui <Puoi descrivermele?>

Io <Mal di testa, vista offuscata, giramenti improvvisi, suoni assordanti... le stesse sensazioni che provocherebbe quella sostanza.>


~La ragazza della ferrovia~ (Wattsy2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora