GIOVEDI' 24 OTTOBRE
Camminai come sempre verso lo studio dello psicologo, ovviamente accompagnata da un'infermiera.
Bussai alla porta e dopo qualche secondo entrai.
Dopo ciò che mi aveva detto la prima volta avevo iniziato a vedere le cose in un modo un po' diverso.
Come sempre mi fece accomodare e prese il suo taccuino di cuoio marroncino scuro.
Lui <Parlerai oggi?> mi chiese con un po' di speranza.
Infatti non avevo ancora detto una parola se non quel giorno ad Edward. Era stato il primo a cui avevo parlato, ma lo avrei fatto anche oggi con lo psicologo?
<Perchè sei arrabbiata?> mi chiese poi, quasi come se fosse evidente. <Immagino che tu lo sia, quindi perchè lo sei?>
Il fatto era che sapeva benissimo la risposta, ma voleva sentirla uscire dalle mie labbra.
Chiusi gli occhi presi un respiro profondo prima di riaprirli.
Io <Nessuno doveva sapere.> riuscii a dire alla fine.
<Sapere che cosa?>
Io <Di ciò che stessi passando. Mi dicevo che l'avrei risolta da sola questa faccenda...>
Lui<Ma non è stato così ed è peggiorato tutto.>
Io <Esatto.>
<Chi è stato a chiamare aiuto per te?>
Io <Un ragazzo...> dissi semplicemente.
<Il tuo ragazzo?>
Io <No no... non siamo nemmeno amici, ma nonostante gli avessi detto di starmi lontano lui ha fatto quella telefonata.>
<Vuol dire che ci tiene a te se l'ha fatto. Si preoccupa se tu stai male, no?>
Io <Lo so ma... è più complicato di questo.>
Se avessi aggiunto il fatto che questo ragazzo centrava con otto mesi in cui nessuno sapeva dove fossi stata e che molto probabilmente mi aveva rapita e tenuta da qualche parte contro la mia volontà e poi mi hanno trovata chissà dove e mi hanno portata in ospedale dove non riuscivo a svegliarmi e quando ciò è accaduto non ricordavo più nulla... le cose sarebbero state più complicate...
Con una penna iniziò ad appuntare qualcosa sul suo taccuino. Non avevo mai ben capito che cosa ci tenesse a scrivere di preciso e credevo che non lo avrei mai scoperto davvero.
Lui <E' mai venuto a trovarti questo ragazzo?>
Io <Si qualche volta...>
Lui <E come ti senti a vederlo?>
Io <Come dovrei sentirmi?>
Lui <Ci tieni a lui? È importante per te?>
Io <Non abbiamo nessun tipo di rapporto io e lui.>
Lui <Non hai risposto alla mia domanda però.>
Io <Perchè devo parlare di lui? Possiamo cambiare argomento?>
Lui <Come ti trovavi a scuola?>
Io <Come una normale ragazza della mia età. Avevo degli amici e andavo bene a scuola.>
Lui <E' cambiato qualcosa poi? Tua madre mi ha detto che I voti stavano calando e ho parlato anche con Chloe, la tua amica.>
Io <Cosa?> chiesi sorpresa.
Lui <Mi ha detto che nell'ultimo periodo te ne stavi da sola.>
io <Beh, mi piaceva la tranquillità. Stare sotto il sole a leggere un libro non mi sembra un qualcosa di negativo.>
Lui <No, però c'è un motivo se non stavi con I tuoi amici e quello non è positivo, giusto?> abbassai lo sguardo.
Non sapevo che cosa avesse raccontato Chloe esattamente. Se gli avesse detto tutto, se avesse mentito o se magari non gli aveva riferito molto.
Io <Era successo qualcosa tra me e un ragazzo, un mio amico. Dopo quell'evento non volevo vederlo o anche solo stargli vicino...> rimasi vaga.
Lui <Qualcosa di grave? Ha abusato di te?>
Io <No no, nulla del genere.> anche se un giorno ci stava arrivando vicino.
Lui <Allora che cosa?>
Le mani ormai mi stavano sudando e non sapevo se raccontargli o meno di quegli otto mesi. Perchè in fondo era come se fossero la chiave di tutto.
Io <E' possibile avere un'amnesia però solo di un certo periodo?>
Lui <In che senso?>
Io <Ad esempio dimenticarsi di tutto per qualche mese.>
Lui <Perchè questa domanda? Devi dirmi qualcosa?>
Io <Credo che già lo sappia. Ha parlato con mia madre, le ha già raccontato tutto giusto?>
Lui <Sto cercando di capire ciò che vuoi dirmi.>
Io <Mia madre le avrà detto di otto mesi giusto? Mesi in cui ero in coma a causa di un incidente.>
Lui <Esatto. Cosa centrerebbe la perdita di memoria?>
Io <Ho solo chiesto. E lei che è specializzato anche in medicina magari potrebbe darmi risposte più chiare di quelle che si trovano su internet.>
Lui <Beh, può capitare. Un'amnesia del genere può essere provocata da qualcosa di chimico.>
Io <Ma come fa ad eliminare I ricordi di un determinato periodo?>
Lui <Facciamo un esempio. Viene iniettato il liquido che contiene sostanze capaci di provocare un'amnesia ad una persona. Ogni giorno è importante che questo liquido circoli nel sangue. Chi possiede questo liquido avrà anche delle conseguenze quali stanchezza, debolezza e mal di testa forti. Una volta che tutto il liquido verrà estratto dal sangue di questa persona è come se si portasse via pure I ricordi di quel periodo. Questo liquido è una specie di sostanza che droga una persona e una volta tolto dalla circolazione questa persona non ricorderà nulla.>
Io <Capito...>
Lui <Tutta questa curiosità per che cosa?>
Io <Perchè credo che per otto mesi io sia stata drogata di questa sostanza e so che mia madre mi ha mentito per proteggermi.>
Lui <Come puoi saperlo?>
Io <Ho letto il suo diario. Non so cosa mi sia successo ma voglio saperlo, solo che non so come. Le persone che lo sanno non me lo diranno mai.>
Lui <Quali sono queste persone?>
Io <Mia madre, il ragazzo che ha fatto la telefonata per portarmi qui, il ragazzo che era la ragione per cui mi isolavo.>
Lui <Come hai scoperto che loro sanno qualcosa?>
Io <Ogni notte faccio lo stesso sogno da anni. Sogno il momento prima di essere "rapita" diciamo e ho visto quei due ragazzi. So che loro centrano. Mia madre ha invece trovato un diario scritto da me durante quel periodo.>
Lui <Ti capita altro oltre ai sogni?>
Io <Mi capitavano anche delle sensazioni forti. Dei momenti in cui mi sembrava di impazzire.>
Lui <Puoi descrivermele?>
Io <Mal di testa, vista offuscata, giramenti improvvisi, suoni assordanti... le stesse sensazioni che provocherebbe quella sostanza.>
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~La ragazza della ferrovia~ (Wattsy2017)
RomanceArianna Prendom, una ragazza diciassettenne con un passato da lei sconosciuto e avvolto nel mistero. Un passato da cui cerca di fuggire, ma a volte vuole anche scoprire cosa si celi dietro ad esso. Un mistero che la distruggerà lentamente. Un luogo...