GIOVEDI' 19 SETTEMBRE
"Ho sempre pensato ad avere un posto tutto mio. E ora finalmente ce lo avevo. La ferrovia. Un posto che per alcuni poteva essere solitario e deprimente, ma che per me era esattamente l'opposto. Un posto fantastico per chi voleva pensare e stare da solo. Era come prendersi una pausa dal mondo. "New York City" era la canzone che avevo alle orecchie. Però lentamente non riuscii più a sentire quelle note. C'erano altri suoni che si sovrapposero e attirarono la mia attenzione. Erano fastidiosi. Tolsi le cuffie e li sentii più forti. Il buio aveva preso possesso della luce. I suoni più intensi. Mi tappai le orecchie. Bruschi e snervanti. In così poco tutto era cambiato, in peggio. Tutto quella serenità che c'era poco fa, era sparita.
<Arianna.> sentii alle mie spalle, quando mi voltai..."
Mi svegliai di colpo dopo lo stesso incubo. La porta si aprì.
Lui <Tutto bene?>
Io <No...> dissi mentre mi accorsi di essere sudata.
Mi portò un bicchiere d'acqua.
Io <Grazie...> ingoiai qualche sorso.
Lui <Lo stesso incubo?>
Io <Si... però... è strano.>
Lui <Cosa?>
Io <Da anni faccio lo stesso incubo che si conclude con il buio e dei suoni fastidiosi e bruschi, ma stavolta è come se si fosse aggiunto un pezzo. Allo stesso punto invece di svegliarmi ho sentito una voce chiamarmi mi sono girata e... non ricordo chi fosse. So solo che questo deve essere parte di quel ricordo.> dissi fissando il vuoto. Per un secondo lo vidi un po' strano.
Lui <Vuoi tornare a dormire? Sono le 4...>
Io <Si... forse è meglio.>
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Non ricordo cosa avessi sognato. O sognavo quel ricordo oppure niente. Ed era meglio così. Diedi uno sguardo alla sveglia. Erano le 6.
Tra un'ora avremmo dovuto svegliarci. Non avevo sonno.
Così mi misi a pensare. Pensai a Warren. Al bacio di ieri. Aveva detto che lo aveva fatto spontaneamente. Ma ci era rimasto male quando mi ero allontanata. Non ero pronta ad iniziare qualcosa. Soprattutto in questo periodo. E poi ci conoscevamo appena, anche se dovevo ammettere che per un momento non avrei voluto rovinare quel bacio. Ero tremendamente confusa.
Quando furono le sette ci alzammo.
Io <Vado, c'è Elisa che deve ridarmi le chiavi. Ci vediamo nell'intervallo.> lo salutai con un cenno di mano e me ne andai velocemente da lì prendendo il borsone di ieri.
E <Eccoti, tieni, scusa non me mi ero accorta che avevo preso anche le tue chiavi... a proposito da chi sei stata?> se le dico che sono stata da un ragazzo penserà male sicuramente.
Io <Una mia amica...>
Lei <E aveva una maglia nera maschile?> chiese indicando la maglia che indossavo.
Io <Oh, no beh...>
Lei <Dai, non lo dirò a nessuno.>
Io <Da un mio amico, Warren.>
Lei <Lo conosco di vista, ma lui è un figo!>
Io <Si... comunque ora devo andare. ciao!>
Lei <Ci vediamo!> entrai e mi vestii, mi truccai e mi spazzolai I capelli. Poi quando fui pronta mi diressi in classe.
Incrociai Aurora. Lei non mi salutò nemmeno. Come avevamo fatto a rovinare un'amicizia così bella per una cavolata?
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~La ragazza della ferrovia~ (Wattsy2017)
RomansaArianna Prendom, una ragazza diciassettenne con un passato da lei sconosciuto e avvolto nel mistero. Un passato da cui cerca di fuggire, ma a volte vuole anche scoprire cosa si celi dietro ad esso. Un mistero che la distruggerà lentamente. Un luogo...