LUNEDI' 30 SETTEMBRE
Mi diressi verso la mia classe. Prime due ore matematica.
Lui <Venga alla lavagna e iniziamo con degli esercizi.> si rivolse a me. Feci ciò.
Iniziò a dettarmi ogni cosa e poi mi lasciò il tempo per risolvere.
Lui <Molto bene. Ho guardato il suo test di sue settimane fa, non ho avuto modo di farglielo vedere perchè non la vedevo mai in classe. È andato abbastanza bene. È amica di Warren?>
Io <Perchè questa domanda?>
Lui <Ho trovato degli esercizi uguali nei vostri fogli... mi chiedevo se avessi copiato da lui, o viceversa.>
Io <Perchè ovviamente se ciò fosse accaduto glielo direi in modo da abbassare il voto o prendere una nota. Non sono mica cretina.>
Lui <Moderi i termini. Siamo in classe, non in città.>
Io <Questa scuola si trova in città, no?>
Lui <Queste battute fanno ridere le galline.>
Io <Uh, allora perchè non sta ridendo?> dissi scocciata.
Lui <Fuori dalla mia classe!> disse furioso.
Stavo diventando diversa, stavo cambiando. Iniziavo a farmi mandare fuori e a fare battute stupide che non facevano altro che far incazzare I prof.
Intanto che camminavo per I corridoi in meno di un secondo mi ritrovai davanti Warren I suoi occhi erano puntati suoi miei con tale insistenza da mettere quasi paura. Erano scuri e cupi. Non li avevo mai visti così.
Io <Cosa vuoi?>
Lui <Perchè ti sei comportata così ieri?>
Io <Non devo darti spiegazioni.>
Lui <Arianna. Non farmi incazzare.> disse quasi come se fosse uno di quei cattivi ragazzi, quelli stronzi.
Io <Altrimenti?> chiesi in tono di sfida.
Lui <Rispondi.>
Io <Altrimenti?> chiesi ancora con un sorriso sulle labbra.
Un suo pugno colpì il muro di fianco alla mi testa sobbalzai per il gesto.
Lui <Sono cambiato, te lo ho già detto.> disse per poi andarsene.
Io <Tu lo sai cosa mi è successo quel giorno.> dissi freddamente.
Lui <Di che parli?> chiese fermandosi e voltandosi verso di me.
Io <Hai capito perfettamente.> poi me ne andai in bagno.
Iniziai a guardarmi allo specchio. Un sorriso spento e gli occhi morti.
E più fissavo quel riflesso, più non riuscivo a capire chi avessi davanti. Quasi non mi riconoscevo. Se fossi tornata da mia madre e da mia sorella non avrebbero nemmeno riconosciuta immagino.
Rimasi lì fino all'inizio dell'intervallo. Non ce la facevo a tornare in classe.
Quando suonò la campanella uscii fuori. C'era già molta gente nel giardino, ma io andai verso il mio albero e Warren era seduto lì.
Io <Questo è il mio posto. Vattene.>
Lui <C'è scritto il tuo nome?>
Io <Andrò da un'altra parte.>
Lui <Aspetta.> si alzò in piedi. <Cosa intendevi dire oggi?>
Io <Se ci pensi sono sicura che ci arrivi.>
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~La ragazza della ferrovia~ (Wattsy2017)
RomanceArianna Prendom, una ragazza diciassettenne con un passato da lei sconosciuto e avvolto nel mistero. Un passato da cui cerca di fuggire, ma a volte vuole anche scoprire cosa si celi dietro ad esso. Un mistero che la distruggerà lentamente. Un luogo...