The devil's heart ||completa||

Un dolce sapore

Pov's Federico
Alexia tornò in stanza con il cuore che le batteva più veloce del solito.
-Tutto bene?- le chiesi con una punta di preoccupazione. Scosse la testa e disse
-Si, solo che ho fatto la doccia di fretta per paura di occupare il bagno per troppo.- annuì non proprio convinto e mi buttai sul letto.
-Non vieni?- le domandai. Si avvicinò al letto e fece altrettanto, buttandosi di fianco a me. L'avvicinai a me tanto da farmela coricare addosso. Volevo assicurarmi ancora ora se non fosse un sogno quello di averla qui. Il suo corpo aderì completamente al mio, quasi fino a diventare tutt'uno. Era come un abbraccio, solo che più stretto.
Mentre ero intento a pensare, si addormentò tra le mie braccia, prima di quanto immaginassi. Sorrisi a quella scena di lei dormiente tra le mie braccia. Quando stavamo insieme secoli fa, tutto ciò non era possibile dato le regole severe. E io, rispettavo quel volere, perché doveva essere così. Oggi si può fare benissimo, anzi, viene considerato il più tenero dei gesti. A noi c'era vietato, non ho potuto amarla come volevo, troppi divieti. Non eravamo liberi di amarci in pubblico, nonostante a breve ci fossimo sposati. Sempre sguardi fugaci, sorrisi nascosti e qualche passeggiata in giardino fianco a fianco. Adesso è con me, e sono pronto a dimostrare a tutti che sono intenzionato più che mai a tenerla sempre con me, di baciarla liberamente e di tenerle la mano per strada e a scuola.
Senza svegliarla, aggiustai il lenzuolo su di noi. Mi feci cullare dalle braccia della serenità, e mi addormentai con lei tra le mie braccia.

Ore 09.30
Pov's Alexia
Mi svegliai con una serenità che mai avevo provato. Sentii un corpo caldo sotto il mio, e sentendomi osservata, alzai la testa.
-Ben svegliata dormigliona, dormito bene?- disse Federico regalandomi un sorriso.
-Benissimo, ma... da quanto mi stavi fissando? Ma soprattutto, non stai tipo morendo perché ho dormito su di te tutta la notte- dissi io un po' imbarazzata.
-Non ti ho voluto svegliare e poi non sto morendo, anche se non potrei, tutt'altro.- annuii senza voler aggiungere qualcos'altro e dissi
-Sai che io vivo solo per mangiare, quindi andiamo a fare colazione?- scoppiò a ridere sonoramente, quanto l'amavo quella risata.
-Non posso mica farti morire di fame, andiamo!- detto ciò, ci alzammo e scendemmo in cucina insieme. Non c'era nessuno per fortuna, oppure si sarebbe scatenato il putiferio.
-Ho voglia di qualcosa di dolce stranamente stamattina.- dissi aprendo il frigorifero.
-Ho trovato! Panna e fragole, facciamo i pancake?- domandai a Federico. Accettò subito e prese le uova dal frigorifero.
Preparammo l'impasto e in dieci minuti la colazione fu pronta.
-Metti più panna e qualche altra fragola!- dissi quasi urlando.
-Ti piacciono proprio le fragole, ti ricordi quando te ne portai un cesto intero? Sembravi una bambina.- disse Federico ridendo. Misi il broncio e incrocia le braccia, facendogli alzare gli occhi al cielo.
-Dai che sono pronti i pancake, così di addolcisci un po'.- mi misi a tavola e iniziai a mangiare con gusto quella prelibatezza. La finii come in un lampo insieme a Federico e sospirai a causa dello stomaco strapieno.
-Vedi che sei sporca.- disse Federico, indicando un punto sulla mia faccia.
-Dove?- domandai io cercando di pulirmi con il tovagliolo la bocca. Si avvicinò a me e si precipitò sulle mie labbra. Ricambiai il bacio subito dopo e mi immersi nel sapore di panna e di fragole che le sue labbra sprigionavano.
-Sanno di panna e fragole.- disse lui ridendo. Una voce alle nostre spalle disse
-Cos'è che sa di panna e fragole?- era Michele. Iniziai a balbettare per cercare qualche scusa, ma Federico disse
-Le sue labbra. Sai? Abbiamo mangiato pancake.- la faccia di Federico era sfacciata, mentre quella di Michele era quasi sconvolta. Arrossii di colpo.
Suonarono al campanello e Federico disse
-Vado io.- mi diede un veloce bacio, e restai ferma nella stessa posizione di prima con lo sguardo di Michele addosso.
-Dov'è Alexia?- disse una voce.