Il grande giorno

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Pov's Federico
Quella sera non dormì insieme a me e fu la notte insonne più brutta della mia esistenza. Fanculo le tradizioni, vietavano cose che per me erano fondamentali, che facevano parte rigorosamente della mia quotidianità. Il lato positivo di non vederla e sentirla per un giorno intero? A breve avrebbe percorso questo altare, più bella che mai, pronta per giurarci amore eterno. Ok, basta fare il sentimentalista, ma è più forte di me, il solo pensiero di lei, dei suoi occhi e del suo sorriso, mi mandavano il cervello in tilt.
Non mi accorsi prima che il cuore batteva senza controllo, al suo solo pensiero. Guardai l'orologio, erano le 11:50, tra dieci minuti la cerimonia sarebbe iniziata.
Pov's Alexia
Mi guardai un'ennesima volta allo specchio e misi una mano sul petto. Il cuore batteva come non aveva mai fatto, e in qualche modo, sapevo che sarebbe andato tutto bene.
Quando Sephora mi mise il velo, chiusi gli occhi e presi un profondo respiro. Quando li riaprii, Mi prese per mano e disse
-É ora di andare, sta tranquilla, ci sono io.- a quel punto annuii, e con tutta la determinazione possibile, i miei piedi si mossero, seguendo la mia migliore amica. Percorremmo il corridoio del castello con un'agitazione che si sarebbe potuta tagliare con un coltello.
Eccoci qui, ci fermammo contemporaneamente davanti la grande porta, che con un cenno non tanto sicuro di capo da parte mia, si aprì. Le mie mani tremarono leggermente quando Sephora scomparì d'accanto a me e si posizionò dietro, sollevando il velo. Guardai oltre la grande luce, e in un'attimo fummo fuori l'inferno, ritrovandomi nel bosco ormai adornato da decorazioni e fiori. Tutti gli occhi si puntarono su di me, ma la cosa mi era indifferente, gli unici occhi che mi interessavano erano solo i suoi, quelli del mio uomo. I suoi occhi infatti si puntarono su di me e non si staccarono più, il suo sguardo ardeva come le fiamme più calde di tutte. Man mano mi avvicinavo a lui, più i suoi occhi si tingevano di quel sentimento chiamato amore, quello che sicuramente c'era anche nei miei.
Arrivai davanti a lui e le nostre mani si unirono in una stretta dolce e affettuosa. Quando il cerimoniere attirò la nostra attenzione, sbiancai letteralmente, era un angelo. Guardai Federico confusa, ma mi rassicurò con un sorriso.
-Sedetevi fratelli!- esclamò il cherubino che avevo difronte. Tutta la gente che avevo alle spalle che prima non avevo notato fosse in piedi, si sedette. Dalla prima fila delle sedie in mogano nere, vidi mia madre sorridermi con gli occhi lucidi, accanto a Sephora nelle sue stesse condizioni. Michele e Gabriele non li vedevo, per un'attimo mi rattristì, ma subito dopo mi ripresi e tornai con l'attenzione sull'angelo.
-Signori e signori qui presenti, siamo qui per unire queste due anime immortali nel vincolo del matrimonio.- disse afferrando con la mano destra un calice e con la sinistra un coltello d'argento. Io e Federico ci lanciammo uno sguardo accompagnato da un sorriso timido, dopodiché l'angelo passò a Federico il coltello. Lo afferrò subito e senza pensarci due volte, si tagliò il palmo della mano, versando qualche goccia del suo sangue dentro il calice d'oro. Mi passò il coltello e lo stesso feci io, sussultando, non per il dolore, non ne sentivo, ma per il contatto della lama fredda contro la mia pelle. Versai il mio sangue e alla sesta goccia caduta mischiatosi con quello di Federico, ritrassi la mano e il calice emise una strana luce.
Il cherubino diede il calice a Lucifero, lo portò alle labbra e bevve metà del suo interno. Quando lo diede a me, con tanta decisione quanto la sua, bevvi il restante contenuto. Sentii un calore nascere dalle mie labbra e scendere fino al mio petto; questa conseguenza piacevole mi portò a chiudere gli occhi, sicuramente anche Federico aveva fatto lo stesso. Quando tutto cessò, riaprì gli occhi. Afferrò la mia mano, e nel mio anulare infilò un anello d'oro, carezzandomi con il pollice le nocche, per poi lasciarla libera.

Afferrai l'anello che mi porse il cerimoniere, e lo stesso feci con lui, stringendo la sua mano per ricambiare il suo gesto d'affetto

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Afferrai l'anello che mi porse il cerimoniere, e lo stesso feci con lui, stringendo la sua mano per ricambiare il suo gesto d'affetto.
Accadde tutto dopo alcuni secondi di silenzio e di sguardi scambiati tra me e lui, udì nell'aria quelle parole che avevo sempre desiderato sentire.
-È con grande piacere e onore, che vi dichiaro marito e moglie.- Federico azzerò le distanze, e le sue labbra trovarono le mie impazientemente, come se non aspettasse altro che questo dall'inizio della cerimonia. Un coro di applausi nacque al contempo, facendo gioire il mio cuore che aumentò ritmicamente i battiti contro il petto di Federico. Quel bacio fu uno dei più belli, dei più emozionanti e dei più pieni di amore che ci fossimo mai scambiati. Li davanti a noi, tutti quel giorno, testimoniarono il nostro amore. Finalmente coronammo un sogno che non si era mai spento nei secoli, che la speranza, la forza e la determinazione, avevano portato a realizzarsi.

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