Compleanno

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Pov's Alexia
-Sono troppo piena, sto per morire.- dissi facendo cadere rumorosamente la forchetta sul piatto. Vidi Federico scoppiare a ridere a quella mia reazione e dire
-Non ne sono sorpreso, hai mangiato un piatto di pasta grande quanto basta per sfamare una famiglia.- misi il broncio fintamente offesa e incrociai le braccia al petto.
-Dai, non fare così, vieni qui.- disse alzandosi e venendomi incontro a braccia aperte. Mi alzò dalla sedia praticamente obbligandomi, tirandomi tra le sue braccia.
-Sai che adesso ci aspetta una giornata dal parrucchiere per te?- disse lui facendomi alzare la testa.
-Come scusa?- domandai allora io cadendo dalle nuvole. Mi guardò come se se lo fosse dimenticato e disse
-Devi acconciarti i capelli, non credi? Oppure non potrai indossare il vestito. Adesso vai a vestirti che è già tardi.- ah, ecco perché. Non me lo aspettavo ma ok. Annuii e andai a cambiarmi per uscire. Misi dei leggins grigi, una felpa leggera nera Nike e le Nike bianche. Appena finii, bussò alla porta della mia stanza Federico, che disse
-Sono pronto, andiamo?- aprii la porta e dissi
-Si, hai messo i vestiti di ieri?- gli domandai mentre lo squadravo da capo a piedi.
-Certo, anche perché dobbiamo indossare gli altri vestiti dopo.- disse ovvio. Aveva ragione. Uscimmo insieme di casa e subito in moto, arrivammo in centro. C'era una parrucchieria proprio li e entrammo. Aveva preso un appuntamento, infatti ci fecero subito accomodare. Cioè, a me fecero accomodare, lui restò tutto il tempo ad aspettarmi seduto all'ingresso.
Io non dissi niente alla parrucchiera, sapeva già che fare. Non so dopo quanto, ma finalmente finirono, dopo avere sofferto a causa dei nodi e delle forcine infilate in testa.
Mi guardai allo specchio e un sorriso malinconico mi si formò involontariamente sulla bocca. Mi ricordo tutto perfettamente della mia vita passata e per quanto adesso ci siano mille cose migliori di allora, non posso fare altro che pensare a quanto mi manchino gli abiti, i balli e i grandi palazzi raffinati.
Tornai da Federico, che appena mi vide, potei notare lo stupore sul suo volto.
-Sei davvero bellissima...- disse come persuaso.
-Ho solo cambiato acconciatura.- risposi io sorridendo.
-Lo so, ma mi ricordo quanto era bello il 1500, non vedo l'ora di vederti con l'abito appena arriviamo a casa.- disse facendomi imbarazzare leggermente.
Uscimmo dal negozio e con i miei continui "grazie" e "non dovevi", tornammo a casa. Erano le 19.26, seriamente avevamo trascorso tutto questo tempo fuori casa?
-Adesso va a prepararti, lo stesso faccio io. Ci vediamo tra poco.- disse Federico, facendomi venire ansia. Una volta in camera, presi il vestito tra le mani e lo osservai attentamente. Quel tessuto, quel colore e quel modello mi riportavano indietro nel tempo. Mi affrettai ad indossarlo con non molta difficoltà e una volta finito mi guardai allo specchio; era tutto così perfetto. La lunga gonna ricadeva perfettamente sulle mie gambe e il busto veniva coperto come una seconda pelle da un tessuto semplice ma raffinato. In vita, una cintura molto delicata, stringeva il vestito sotto le mie costole, dandogli un tocco elegante quanto seducente. Attaccai intorno al petto il mantello dal lungo strascico che non era altro che il pezzo che rendeva tutto completamente perfetto nella sua semplicità. La treccia laterale infine, completava il tutto nella figura perfetta di nobil donna del 1500.
Ero immersa nella mia figura allo specchio, che non sentii la presenza di Federico alle mie spalle. Venne ad abbracciarmi da dietro, avvolgendomi la vita con le sue possenti braccia. Con le sue labbra calde, baciò il mio collo, facendomi rabbrividire.
-Sei bellissima.- sussurrò vicino al mio orecchio. Sorrisi e mi girai verso di lui, dandogli un dolce ma intenso bacio; era già ora di andare. Appena arrivati fuori, a mia grande sorpresa, trovammo una Range Rover nera.
-È tua?- domandai sorpresa. Lui annuì e disse
-Mica potevo portarti con il motore.- risi e lo seguii, salendo in macchina.
Mentre guardavo la strada pensierosa, la macchina si fermò, eravamo arrivati. Da bravo gentil uomo d'altri tempi, mi aprì lo sportello e mi mise sottobraccio. Insieme a lui, camminai sul viale di ghiaia e mi persi a guardare quel grande giardino che avevamo intorno, che mi riportò in mente tanti ricordi. Arrivammo davanti un grande portone, e proprio in quel momento mi ricordai una cosa. Quel mio stesso pensiero venne confermato quando, entrando, una massa di gente sprizzante di gioia, urlò
-SORPRESA!- come pensavo, oggi è il mio compleanno e me lo ero scordata.

The devil's heart ||completa||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora