Avvertimento

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Pov's Alexia
Entrai in casa e salii le scale correndo. Ignorai le voci che mi chiamavano e mi chiusi in camera. Possibile che mi sentissi così oppressa per evidentemente nulla?Ero seduta a terra con le spalle poggiate contro il letto, quando la voce di Gabriele mi fece sobbalzare. Ma che avevano tutti? Amavano farmi arrivare il cuore in gola? Fanculo. Mi misi una mano sul petto e guardandolo un po' infastidita dissi
-Ma come hai fatto? Non ti ho sentito entrare, mi hai fatto venire un colpo.- venne verso di me e si sedette alla punta del mio letto, incrociando le braccia al petto. Lo fissai in attesa di una risposta e finalmente giunse
-Non saprei, forse eri troppo assolta nei tuoi pensieri. Cosa è successo?- sospirai con un misto di frustrazione e nervoso, poi dissi
-Niente, cosa te lo fa pensare?- domandai ironicamente. Si fece serio e disse
-Dai, non scherzare, si capisce da un miglio che se potessi picchiare qualcuno, lo faresti.- tirai i miei ciuffi ricci ribelli dietro le orecchie, poi gli risposi
-Sono solo molto frustata in questo periodo, non è il massimo, tranquillo.- dalla sua faccia era chiaro non mi credesse, però annuì e si sedette accanto a me, scivolando giu dal letto. Ci ritrovammo accanto spalla a spalla, in silenzio. Strinsi di più le gambe coprendomi, avendo la gonna e a lui scappò un sorriso.
-Sai? Stasera restiamo a dormire qui, tua madre ci ha invitati a restare.- cosa? Stava scherzando? Dovevo stare tutta la notte nella stessa casa dove c'erano loro? Io non ho niente contro di loro, non li odio, non mi stanno antipatici ma... mi procura molto disagio interiore la loro presenza. Gli sorrisi un po' incerta e mi alzai da terra. Guardai l'ora, erano già le dieci.
Pov's Gabriele
-Adesso vado, ci vediamo tra un po'?- annuì e mi sorrise. Uscii dalla stanza e tornai al piano di sotto. Erano tutti seduti sul grande divano del salotto, e stavano discutendo con una faccia da funerale. Sapevo che era importante questa situazione ma non potevano continuare a parlare alle sue spalle e farla impazzire. Federico se avesse potuto, mi avrebbe incenerito con lo sguardo, poteva ma non lo faceva; sapevo anche il perché di tutto questo odio. Quando la "riunione" finì, Federico mi passò accanto e fermandosi parallelamente a me, disse
-Ricorda di non sfidare la mia pazienza, ti sto lasciando via libera solo perché con te riesce a stare serena, ma non approfittarne.- strisciò la sua spalla contro la mia e se ne andò, lasciandomi li con il suo avvertimento scosso.

The devil's heart ||completa||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora