Piccoli attimi

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Pov's Federico
La vidi agitarsi nel sonno e sudare, stava avendo di sicuro un incubo. Prima di andare da sua madre, si era addormentata sulla sedia e l'avevo portata a letto.
-Ehy amore, svegliati, è solo un incubo.- le sussurrai all'orecchio scuotendola leggermente. Aprì gli occhi di scatto, e le servì del tempo per ristabilirsi. La strinsi a me forte, per darle sicurezza, finché il suo respiro e il suo battito cardiaco tornò normale.
-Lux, ho avuto così tanta paura!- esclamò stringendomi più forte.
-Cosa hai sognato?- domandai preoccupato.
-Quando andavamo a casa mia, trovavamo la porta aperta, entravamo e mia madre era li, per terra, morta...- disse mentre una lacrima le scese sulla guancia.
-Oh no piccolina, non piangere, era solo un brutto incubo. Anzi, sai che facciamo ora? Andiamo proprio da lei. Alzati dai, sono già le 19.00, probabilmente ci fermeremo a cena da tua madre.- le diedi un dolce bacio sulle labbra, e mi sorrise pacatamente, alzandosi ed entrando in bagno. Approfittai della sua assenza per andare dalla vecchia saggia, per tranquillizzare sia me che Alexia. Appena bussai alla sua porta, non chiese nemmeno chi fosse dato che sapeva sarei venuto.
-Entra pure Lucifero.- disse tranquilla, così feci. Mi sedetti sulla poltrona di fronte la sua, e subito la mia vista da demone si abituò al penombra della camera. Non parlai, sapevo che mi avrebbe risposto subito.
-So perché sei qui, caro! So quali sono le tue preoccupazioni e siccome non voglio farti perdere tempo, posso subito dirti che alla madre della tua futura moglie, non è successo nulla, sta benissimo.- infatti ecco qui che rispose alla mia domanda, lei veniva a sapere tutto prima di chiunque, anche di me. Tirai un sospiro di sollievo e alzandomi dalla poltrona, la ringraziai, congedandomi.
Pov's Alexia
La porta della camera si aprì e ne entrò Federico.
-Scusami amore, eccomi tornato, possiamo andare.- disse precedendomi. Non avendo voglia di iniziare un discorso, non gli chiesi dove fosse andato. Uscimmo dal regno, e subito salimmo in machina; già, la macchina era posteggiata proprio in mezzo al bosco. Mi sentivo molto più sicura dato che nel sogno andavamo a pranzo e poi a prendere la macchina a casa di Michele e Gabriele, mentre adesso non era successo. In dieci minuti fummo davanti casa mia, scesi lentamente dalla macchina e con il cuore in gola, arrivai davanti al campanello. Quel sogno mi aveva scombussolata completamente. Con la mano tremante, bussai con esitazione, Quando subito dopo la voce squillante di mia madre si udì dietro la porta, sentì la paura e l'ansia scivolarmi via di dosso. Federico mi avvolse la vita con un braccio, e mi sorrise. Quando mia madre aprì la porta, le andai incontro, abbracciandola stretta.
-Ehy, qualcuno è felice di vedermi!- esclamò felice ma con un pizzico di sorpresa, mia madre. Entrammo e ci accomodammo in salotto, sul comodo divano di pelle.
-Allora, ditemi, cosa vi porta qui a quest'ora?- ci domandò subito mia madre. A quel punto, iniziai ad agitarmi, non sapendo come darle la notizia per cui eravamo venuti. Federico se ne accorse e mi strinse la mano affettuosamente, dandomi la carica adatta per parlare.
-Si, c'è un motivo per cui siamo venuti a trovarti a quest'ora. Bhe, dovevamo dare la notizia, ma tra un mese, ma essendo mia madre, abbiamo deciso di parlartene ora...- dissi fermandomi un attimo, ma venni invitata a continuare dalle sue parole.
-Bene, allora dimmi, ti ascolto, sai che non potrei mai giudicarti.- a quel punto, ci sorridemmo a vicenda e dopo attimi di silenzio, ce la feci a parlare
-Sono incinta, mamma...- sussurrai abbassando lo sguardo, incapace di sostenere il suo, probabilmente arrabbiato o deluso.
-Quindi mi stai dicendo che diventerò nonna?- disse elettrizzata. A quella sua felicità, alzai la testa di scatto sorpresa e annuii incerta. Si alzò di scatto e venne ad abbracciarmi, portandomi in piedi; ricambiai l'abbraccio e sorrisi felice.
Quando tornammo l'una di fronte all'altra, mi disse
-Sai già se è maschio o femmina?- scossi la testa divertita da quella euforia, e dissi
-No mamma, è solo una settimana.- rise insieme a me e disse
-Quindi ne sei proprio sicura? Cioè, è solo una settimana, può essere che...- la fermai subito prendendole le mani.
-Si, ne sono sicura! Sta tranquilla mamma, sembra che tu aspetti il bambino e non io.- dissi divertita, insieme a Federico che guardava la scena come se fosse al cinema a vedere una commedia. Ad un tratto mi venne in mente una domanda.
-Il piccolino, Alessandro dov'è?- domandai guardandomi in giro
-Sta dormendo come un angioletto. A proposito restate a cena, vero? Sta sera si festeggia, cucino doppio per te.- disse, e senza aspettare una risposta, corse in cucina.
Sentii due mani tirarmi sul divano, e stringermi al suo petto.
-L'ha presa bene.- disse Federico baciandomi i capelli. Strofinai il naso contro il suo collo, e annuii, accoccolandomi a lui. Restammo a ridere e parlare spensierati sul divano, finché la cena fu pronta e ci riunimmo tutti insieme, godendoci quegli attimi di felicità che la vita ci regalava.

The devil's heart ||completa||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora