Questo è solo l'inizio

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Pov's Alexia
*sogno*
Dal corridoio potevo già sentire l'orchestra suonare. La festa era per me, per il mio diciassettesimo compleanno. I due uomini aprirono la porta e in un attimo le luci abbagliarono i miei occhi, trasportandomi in un mondo fatto di apparenze e interessi sociali. Mi assalirono decine di persone che mi fecero gli auguri. Il mio sguardo di tanto in tanto faceva da una parte all'altra della stanza, in cerca di lui.
Ballai con chiunque me lo chiedesse e la maggior parte erano vecchi maniaci che ne approfittavano, ma io da brava ragazza dovevo stare zitta.
Non so come ma riusii a uscire da quella folla assillante e uscii fuori nel grande balcone che dava sul maestoso e curato giardino. La luce della luna piena illuminava le rose rosse coltivate con grande cura dal giardiniere di corte. Amavo i fiori, erano per me la cosa più bella del mondo. La natura mi faceva sentire libera, per quanto potessi esserlo in questa società che mi teneva reclusa.
-Una rosa per accentuare la tua bellezza.- mi girai e sorrisi, eccolo li. Mi gettai tra le sue braccia e mi alzò, facendomi girare su me stessa. Le sue braccia mi erano mancate così tanto. Il suo profumo pungente di rose, i suoi occhi in tempesta, semplicemente mi era mancato tutto di lui. Mi guardò intensamente, alternava il suo sguardo dai miei occhi alle mie labbra. Le sfiorò dolcemente, quasi ad abituarle a quel contatto. Mi baciò, assaporai quel momento come fossi in un sogno. Quelle labbra così morbide e calde, così passionali. Mi staccai per prendere fiato, mi strinsi a lui, convinta che quel momento dovesse essere inciso nella mia mente per sempre.
-Ti amo.- disse lasciando carezze lungo i mie fianchi. Affondai il mio viso nell'incavo del suo collo e dissi
-Anche io.-

Buio.
Scatti di ricordi.
Fiamme.
Immagini confuse.
Urla.
Urlava il mio nome.
Cercavo di scappare.
Un'ultima parola. Frederick.
Di nuovo buio.
*fine sogno*
Pov's Federico
-Frederick...- sussurrò facendomi spalancare gli occhi. Urlò e si mise seduta. Feci lo stesso io accendendo la luce. Era sudata, in lacrime e in preda ad una crisi isterica. Subito le misi una mano sulla schiena e quando lo feci, sobbalzò e mi guardò spaventata.
-Va tutto bene, shh, era solo un sogno.- le dissi spostandole i capelli dalla fronte. La porta si spalancò e tutti entrarono nella stanza.
-Che succ...- Gabriele non finì di parlare perché si bloccò vedendo me e lei nello stesso letto.
-Che ci fai tu nel letto con lei?- mi domandò irritato Michele.
Iniziò un dibattito che si trasformò in un vero litigio.
-BASTA!- disse Alexia esasperata con una mano in fronte. Poi continuò
-È possibile che voi litighiate per questo? Non ce n'è motivo, quindi smettetela. Ne ho abbastanza, non avete fatto altro che mandarvi frecciatine e litigare da quando siete arrivati. Io sono stanca di essere quella che non sa niente, perché dovete guardarmi come se fossi un alieno? Io non ho niente che voi possiate volere o tantomeno mi conoscete, quindi fatela la finita.- tutti rimasero pietrificati, compreso io. Aveva ragione. Si alzò dal letto e uscì, lasciandoci tutti li, a guardarci consapevoli che questo era solo l'inizio.

The devil's heart ||completa||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora