Incontro

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*Nella foto i genitori di Alexia*
Pov's Federico
Non andava bene, non andava affatto bene. Alexia si era chiusa in bagno e non era uscita più. Dopo quell'incontro sgradevole, e quella notizia, ha completamente smesso di reagire, come se non esistesse nient'altro all'infuori della sua mente.
-Ti prego, esci. Tra poco dobbiamo andare, abbiamo un appuntamento nel bosco con loro.- dissi bussando un'altra volta alla porta del bagno. Finalmente sentì la serratura scattare e la porta aprirsi. Restò ferma tra il bagno e la stanza, a testa bassa. La chiamai ma non alzò la testa, così decisi di alzargliela io con una mano. Quando vidi il suo volto distrutto: gli occhi rossi e pieni di lacrime, le labbra screpolate e la pelle pallida, il mio cuore ebbe un sussulto. Subito l'abbracciai forte a me e le sussurrai
-No amore mio, non piangere, non ce n'è motivo. Io sono qui, non avere paura.- alzò la testa verso di me, e le asciugai le lacrime, regalandole una carezza sulla guancia. Mi sorrise dolcemente e si fece forza, tirandosi su.
-Possiamo andare adesso.- disse prendendo la mia mano e uscendo dalla camera insieme a me. Il percorso fino al bosco fu silenzioso.
Pov's Alexia
Eccoci qui, in mezzo alla folta vegetazione appena fuori dagli inferi. Eravamo soli, eravamo in anticipo noi. Il mio cuore batteva all'impazzata, e per quanto potessi essere in ansia, sentivo l'adrenalina scorrermi in corpo. Ero eccitata ma allo stesso tempo spaventa dall'idea di dover incontrare i miei veri genitori a breve. Pensare che per tutti questi anni ho vissuto in una bugia, mi rende arrabbiata con il mondo intero, ma so per certo che non riuscirò a resistere e ad essere dura con loro, verrò sopraffatta dall'emozione.
-Tu conosci mio padre?- domandai improvvisamente a Federico, che mi guardò per un attimo, confuso.
-Certo che lo conosco, ma precisamente diciassette anni fa, sparì dal regno. Era un mio caro amico, e solo oggi capisco come mai la sua assenza, perché tu eri rinata per la seconda volta. Solo lui e tua madre riescono a sentire la tua presenza ogni qualvolta che rinasci, e sapevano che fossi legato a te, soprattutto tuo padre, perciò se ne andò via.- quelle parole le incassai meglio delle altre, avevo accettato di peggio.
Tornai con i piedi per terra quando un vento sinuoso e lo sbattere di ali possenti, si udirono alle nostre spalle. Mi girai insieme a Federico lentamente, come se fossi un pezzo di marmo, e quando fui girata, alzai la testa. Davanti a me, c'erano in sette arcangeli, che con i loro corpi, coprivano una figura esile.
-Fatemi passare.- tuonò una voce d'uomo che mi mise i brividi. Dalla fitta vegetazione, spuntò un uomo che portava con se un'eterna bellezza, seguito da due angeli, sicuramente guardie. Contemporaneamente gli arcangeli si spostarono di lato, scoprendo la figura che notai essere una donna. Gli sguardi dei due si inchiodarono come calamite, e per quanto potessi per la lontananza, sentii  i loro cuori fermarsi e subito dopo cominciare a battere fortissimo, contemporaneamente.
-Delilah.- disse con voce leggermente incrinata dell'emozione l'uomo.
-Abrahel...- sussurrò la donna con un fil di voce tremante. Venimmo richiamati sull'attenti da qualcuno che si schiariva la voce, quel qualcuno era Uriele.
-Bene ragazzi, come richiesto, ecco qui i tuoi genitori cara Catherine.- i due sussultarono, e si girarono piano verso di me, non prima che dissi
-Alexia, sono Alexia.- ammonii Uriele, che fece un leggero cenno col capo. Mi attaccai al braccio di Federico, quando vidi i due guardarmi. Lei aveva le lacrime agli occhi e una mano sulla bocca, mentre lui mi guardava attentamente con un sorriso, scrutandomi da capo a piedi.
-Piccola mia.- fu la prima cosa che uscì dalle labbra dell'angelo, prima che si avvicinasse cautamente a me, con la paura che mi allontanassi. Allargò le braccia di poco, e si fermò davanti a me. Restai ferma, studiandola da vicino. Vidi un sorriso triste nascere sul suo volto, perché non avevo accettato il suo abbraccio, ma improvvisamente, presa da una scarica elettrica di gioia, mi staccai dal braccio di Federico e mi gettai tra le sue braccia, scoppiando a piangere. Lei restò interdetta, non se lo aspettava, dopo tutto quello che era successo infondo, neanche io capivo il motivo della mia felicità. Scoppiò a piangere anche lei, e con la coda dell'occhio, vidi l'imponente figura del demone, che ci guardava da vicino, con uno sguardo davvero dolce.
Quando mi staccai dalla donna, regalai un sorriso all'uomo, che mi accolse tra le sue potenti e protettive braccia muscolose.
-Ben tornata piccola Lilith.- disse trasportando con se nell'abbraccio l'angelo, che sussultò visibilmente. Li vidi guardarsi come io e Lucifero ci guardiamo, erano innamorati, e lo sono sempre stati per secoli. Poi però ripensai alle parole del demone e a quel nome: Lilith, il mio vero nome.
-Ci dispiace per tutta questa confusione, volevamo solo proteggerti, spero solo che tu possa perdonarci.- disse singhiozzando l'angelo, portando i suoi lunghi capelli biondi e ondulati dietro le spalle. Il demone dagli occhi neri e penetranti guardò con sguardo attento e adorante ogni suo movimento e sorrisi a vedere quei due innamorati, sembravano due ragazzini, ma purtroppo tempo fa erano stato obbligati a stare lontani.
-Io non ce l'ho con voi, so che avete voluto proteggermi. Non vi giudicherò, non potrei mai farlo. Voglio solo ricominciare daccapo, con voi...- dissi un po' esitante, ma con il desiderio di poter andare avanti.
Mi sorrisero entrambi, e tornarono ad abbracciarmi. Finalmente potei capire cosa significasse stare bene, soprattutto con le persone che hai sempre voluto accanto. Finalmente pensai: sono a casa.

The devil's heart ||completa||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora