Un calcio arrivò al suo stomaco, mentre un gemito usciva dalla sua bocca.
Ormai era da quando era arrivato a scuola che andava tutto così, era terribilmente stressante.
Perchè non poteva cambiare vita? Perchè non poteva essere semplicemente qualcun'altro?
Mentre il ragazzo davanti a lui continuava a tirare calci contro il suo stomaco, Jimin cercava di trattenere i gemiti, ogni singolo urlo che poteva uscire dalla sua bocca.
Alla fine delle mani lo afferrarono per i capelli, era un tocco rude, privo di amore e delicatezza. Ma, in fondo, come poteva quel ragazzo esser delicato?
<<Hey...>> la sua voce risuonava nel corridoio, pur essendo un sussurrio. Anche quella volta, a scuola, era rimasto solo.
<<Hey...>> la voce di Kangdae si era fatta improvvisamente dolce, ma Jimin sapeva che era una trappola, forse sin dalla prima volta in cui ne era stato vittima.
<<Guardami...>> Kangdae stringeva sempre di più i capelli del minore, forse per gelosia o forse per rabbia, ma in quel momento a Jimin non interessava, e mai e poi mai avrebbe pensato a quell'essere.
<<TI HO DETTO DI GUARDARMI!>> urlò, mentre la sua voce rieccheggiava in quel lungo e vuoto corridoio per l'ennesima volta.
Jimin non lo ascoltò, guardò soltanto altrove, anche se in quel momento non ci stava vedendo più, anche se il mondo lo stava abbandonando.
Come aveva sempre fatto.
Un dolore improvviso colpì la sua mascella, parve come una sassata, una di quelle in grado di frantumargli la mandibola, una di quelle che potevano creargli un livido al primo tocco.
Kangdae gli aveva tirato un pugno.
Cadde ancora a terra, tossendo il sangue che ormai scivolava nella sua gola come per ricordargli che pian piano stava morendo anche dentro.
Chiuse gli occhi, lasciandosi andare, ricordò le giornate di sole, quelle passate con suo fratello tra le risate e i pianti.
Gli parve persino di udire la sua risata, il suo dolce tocco per dirgli che andava tutto bene.
Un piccolo sorriso apparve sulle labbra rotte e secche.
<<Sei proprio patetico.. Mi fai schifo>> sussurrò il maggiore fissandolo, poi rise.
<<Mi fai pena, guardati, sorridi anche se piove, mh?>> Kangdae lo afferrò per i capelli, poi lo guardò ancora, questa volta deluso, disgustato.
<<Sei proprio un verme>> e con quelle parole lasciò Jimin violentemente a terra, andando via mentre i suoi passi rimbombavano in quell'immenso corridoio, poi lasciò l'edificio.
Watashi wa
Questa parte è stata riscritta, posso capire che forse farà schifo e mi dispiace, il secondo capitolo è stato recuperato, spero che non ricapiti più una cosa simile.
Mi dispiace tanto, scusatemi.
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Butterfly {Vmin} #Wattys2018
Fanfiction"Gli esseri umani sono come le farfalle" Dove Park Jimin è considerato il più brutto della scuola.