<<Uhm.. Yoongi..?>>
Il professore sgranò gli occhi a sentire la voce del minore che, con il respiro affannato lo chiamava.
<<C'è un qualcosa d'importante che devi dirmi?>>
La voce del maggiore era divenuta dura, impassibile e distaccata, un qualcosa che Jimin aveva già provato in precedenza, ma nulla era più evidente finchè non ci si trovava nel silenzio della solitudine.
Molte persone, interpretano la solitudine con un solo significato, ovvero quando non hai ciò di cui hai bisogno attorno.
Solitudine può nascere e crescerti dentro, poi si placa e nasce di nuovo, come se fosse un uomo che nasce ogni settimana.
Quando era bambino, era tutto molto più facile.
Un pollice poteva dichiarare la guerra ed un mignolo poteva riportare la pace.
E si era meno soli, perchè lì il concetto del diverso, era meno evidente.
Solitudine non nasce solo dalla materialità, ma anche dal concetto del buio del proprio spirito.
Ci si sente soli quando non ci si conosce, ci si sente soli quando la testa ti dice che giungerà un qualcuno che rimarrà per sempre al tuo fianco, ma tu non sai chi sia e ti dai alla disperazione per non percepire il brivido del sentimento.
L'arancione guardò le mani del maggiore che, con le nocche arrossate e la pelle pallida, se ne stavano una poggiata sull'altra accanto al suo bacino.
Il corpo di Yoongi si rivolgeva al suo, la schiena chinata e la testa rivolta verso il suo volto.
Era agitato.
Lo leggeva dagli occhi che vagavano, e dalle mani che incrociate non emettevano un singolo movimento.
Tutto ciò che creava un illusione era il suo volto, che lo guardava fermamente, e la sua voce, era pacata e più gelida del vento che prima lo aveva turbato fuori casa.
<<No, nulla>> sussurrò poco dopo, e poi si ricordò alcune parole che il professore gli aveva detto.
La voglia di parlare, tornò ancora una volta, così iniziò semplicemente a blaterare ciò che gli passava per la testa.
<<Yoongi, io per te sono un debole vero?>> l'arancione guardò il maggiore che sgranò gli occhi a quelle parole.
<<Jimin, scusami. Prima ho parlato senza pensare.>>
<<Non sei debole Jimin, se stai vivendo tutto questo non lo sei, anche se, il tuo atteggiamento potrebbe essere anche migliorato..>>
<<Ne sono consapevole professore, è che fa parte di me. Ormai l'ho capito.>>
<<O almeno, la penso così. >>
Gli occhi di Jimin osservarono le coperte.
<<Alcune volte spero che questa mia tristezza se ne vada come hanno già fatto le persone a me care.>>
Una lacrima bagnò il lenzuolo, rendendo l'azzurro un colore più vicino al blu.
Yoongi si chinò un pò di più verso lo studente, poi si fermò al suono della sua voce.
<<Yoongi?>> la sua voce era meravigliosa in tutto quel silenzio, l'unico peccato era il pianto che la rovinava.
<<Sì?>>
<<Forse la felicità non è per tutti...>>
il volto di Jimin si contrasse in un'espressione di dolore sentimentale, annaspò in cerca di aria, quando le mani del professore gli presero il volto.
<<No, Jimin, tu non sei per tutti>>
Poi, accadde un qualcosa di fulmineo ed inaspettato.
Mhmh~ il prossimo capitolo sarà molto movimentato, ma Taehyung farà la sua comparsa sotto forma di Oda Nobunaga (?)
Sono le 05:18 avevo promesso a mamma che almeno questa notte avrei dormito.
Ho preferito scrivere, poichè è un qualcosa che mi rende felice e mi toglie ogni peso.
Diciamo che è come issare l'ancora.
Alcune volte ci ho pensato, se questa sarà l'ultima mia "opera". Ci sono momenti in cui mi dico di sì ed altri di no.
Anche se inizio a pensare che la storia, se continuo ad essere una lumaca, avrà probabilmente un sequel...?
In questi giorni mi stà passando per la testa di creare un otome che rivoluzionerà la storia di questo genere di videogiochi, ma mi chiedo come possa essere in grado di fare un lavoro così grande.
Stò sempre a fantasticare e a sognare uhuh~
Voi avete un qualcosa che vi piacerebbe particolarmente fsre in questo periodo?
Non mi odiate please~~
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Butterfly {Vmin} #Wattys2018
Fanfiction"Gli esseri umani sono come le farfalle" Dove Park Jimin è considerato il più brutto della scuola.