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L'odore del cielo attraversava l'ambiente, gli riempiva le narici, e il freddo gli pizzicava il naso.

Pungente, come le foglie di quei pini in lontananza, quanto avevano viaggiato, per giungere lì?

Quanto avevano vissuto?

Quante cose avevano visto?

Sicuramente molto più  di lui, erano forse come Namjoon? Una sorta di Polimati?

Sentì lo scricchiolio della porta azzurra, una porta che per il suo colore in quel momento gli rammentava il cielo che era sereno, quando sorrideva, quando giocava con le nuvole.

Ma perchè quel giorno piangeva?

Aveva forse visto che era stato picchiato?

Si era forse reso conto che quelle nuvole erano false?

Che forse, essere soli fosse la soluzione migliore?

Si voltò, ancora nascosto dietro l'umido cespuglio che raccoglieva le lacrime del cielo.

Le sagome dei suoi genitori apparivano sfocate, i loro volti sembravano squagliati, possibile che il suo astigmatismo stesse peggiorando?

I loro volti erano tesi, preoccupati, forse per lui o forse per altro.

Poi come al solito, le loro strade si separarono, per andare a lavoro, come al solito.

Appena li vide svanire, lì sul fondo della strada, scattò in piedi e corse aprendosi la porta che stranamente era rimasta abboccata.

Salì le scale con fretta, nel rischio di scivolare, fino ad arrivare al solito piano, dove abitava.

Tirò fuori le chiavi, e si aprì la porta, subito dopo, appena entrato in casa, si lasciò cadere sul pavimento.

Si rialzò, camminò, mentre uno dei suoi soliti pianti isterici iniziarono a tempestarlo, le mani si mossero in modo irrazionale ovunque.

E prese alcuni disegni lasciati per casa.

Li strappò.

Anche quella farfalla, era ridotta a coriandoli.

E non era quella l'immagine di sè stesso?

Una statua di carnevale che veniva bruciata, un'esplosione di felicità devastata.

Le goccie di pioggia attraversavano ancora il suo corpo, e si confondevano con le sue lacrime.

Il suo corpo tremò, e le pupille si dilatarono, quando qualcuno, bussò alla porta.

In questi giorni diciamo che mi sento abbandonata abbastanza dai miei compagni di classe.
Anche se ammetto che non sono mai stata parte di essa.
O semplicemente non mi sento così io.
A volte mi sento amica di tutti, ed altre di nessuno.
Più spesso capita la seconda.
Mi sento triste quando mi rendo conto che per la maggioranza delle volte per loro sono un oggetto usa e getta.

Anyway~~ Chi ha suonato al campanello?~

Butterfly {Vmin} #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora