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Yoongi sfiorò il bacino di Jimin, prendendo la cintura per poi sistemarla per bene. <<Dovresti mangiare un po più spesso, sai Jimin?>> disse, con tono fermo, delicato.

Quanto avrebbe voluto Jimin, un qualcuno che si preoccupasse per lui, un qualcuno che avrebbe notato che lui avrebbe sorriso nella pioggia, che lui avrebbe sorriso mentre tutto gli si rivoltava contro.

Ma se neanche sua madre gli dedicava attenzioni come poteva pretenderne dagli altri?

Mentre l'auto partiva, Jimin tirò un sospiro di sollievo, sospettava un qualcosa, ma la sua mente era come terrorizzata da un avvenimento che doveva ancora accadere.

<<Ci conosciamo poco, mi dici qualcosa di te?>> domandò, il professore, osservando la strada circostante, il traffico invadeva lo spazio e i suoni dei clacson rendevano tutto più irritante.

Le luci rosse, l'odore della pioggia, il pensiero della poesia.

Oh, la sua dolce poesia, se fossero stati tutti come essa avrebbe vissuto meglio, un ragazzo intrappolato nell'epoca sbagliata, ecco cos'era.

Giudicato dagli altri di giudicare, ma alla fine, quando si rendeva conto che l'amicizia era inesistente, abbassava il capo e chiedeva scusa.

Scusa, di cosa?

Per essere ciò che era, per la sua esistenza. Secondo lui non c'era nulla di più orribile, di più sbagliato.

E la sua anima tormentata non ne giovava.

No.

La macchina si era fermata, c'era troppo traffico.

Non aveva risposto alla domanda del maggiore, ma non gli importava.

Sentì un respiro pesante, profondo, distaccato da tutto, anche dal mondo. 

Il ragazzo dai capelli neri si voltò verso l'arancione, sgranò gli occhi. <<Jimin, stai piangendo?>> ciò che gli rispose Jimin fu semplicemente un <<No, è la pioggia>> lo aveva sussurrato, con voce flebile, come un piccolo raggio di luce che corre via quando scende la luna.

E Jimin una lucciola, una piccola stella della terra, ma il problema è che le persone rimanevano così tanto accecate dalla sua luce che non sapevano più chi era.

<<Jimin, i finestrini sono chiusi.>> rispose Yoongi, guardando preoccupato il minore che iniziò a singhiozzare.

Le mani del professore raggiunsero il viso dell'arancione che spaventato, come se quello fosse il tocco di Kangdae, si scostò sbattendo il capo contro il finestrino.


Uhm, so che volete subito Tae, e scusatemi molto, ma senza di queste parti sento che non ci sarebbe nulla. Ne sento come un bisogno.

Poco fa, su un gruppo hanno detto a me ed a altre ragazze che siamo come cartucce, le altre ci sono rimaste male e allora io ho voluto esprimere la mia.

Ecco.. è uscito fuori che io giudico tutti, che io non sono amica di nessuno e che i BTS sono antipatici e che io non li conosco per poi dirmi "Senza offesa".

La cosa strana è che, io non so se queste cose che hanno detto sono vere, non lo so neanche io perchè io non  conosco me stessa, seriamente.

Sono così codarda che ho lasciato lì tutto per fare Mattia Pascal.

Non volevo raccontarvelo, e non so perchè lo fatto, ma è tutto okay e deve esserlo 






Butterfly {Vmin} #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora