Si alzò velocemente, mentre in mente gli balenava il nome di Tae, percepì la voglia di andarlo a cercare, di afferrarlo e di raccontagli tutto.
Così fece, si alzò ed iniziò a correre, non ascoltando le opinioni degli altri.
Le lamentele, i gemiti o le disapprovazioni.
In quel momento non contava niente.
Nulla contava, soltanto Tae.
Yoongi lo afferrò per un braccio e lo tirò a sè, Jimin andò a finire con la testa contro il petto del maggiore che possente lo guardava.
E quello sguardo bruciava, si bruciava peggio di quello di Taehyung.
<<Che hai intenzione di fare? Jimin basta, basta cercarti la sofferenza per poi metterti a piangere quando la trovi! Basta! >>
Le parole pungenti, la voce alta e la stretta sul suo braccio.
Ecco, Jimin non sopportava questo.
Jimin non sopportava ciò che si avvicinava alla verità.
Diamine, non la sopportava.
Ma possibile che la verità degli altri assomigliasse alla sua?
No, lui diceva la verità, lui si sentiva minacciato da tutti e tanto raccontava, tanto era nemico delle persone che lo trattavano male.
Ma poi? Quando gli facevano un qualcosa di buono lui eliminava tutto, lui diceva che non era vero.
E quando quelle persone lo trattavano male ancora, lui taceva, e piangeva.
Sì, piangeva in silenzio.
Ma è così facile confondersi con la pioggia del cielo.
Anzi, gli piaceva anche rimanere confuso e lasciare in confusione.
Perchè nessuno poteva dire che quella persona che camminava a testa alta stava piangendo.
Non sotto la pioggia.
<<Basta! Non ho bisogno di aiuto, la prego.. Mi lasci tornare, voglio andare a casa..>>
L'insegnante sospirò, arrendendosi, salutò Songwoo e si voltò portando l'arancione con sè.
Camminavano assieme, in quella scuola tappezzata di mosaici in stile bizantino.
<<Dove mi vuole portare adesso? >>
Jimin era esasperato e voleva andare via.
<<A casa, ti porto io.>>
Scusatemi..
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Butterfly {Vmin} #Wattys2018
Fanfiction"Gli esseri umani sono come le farfalle" Dove Park Jimin è considerato il più brutto della scuola.