Jimin ormai camminava verso scuola, sistemandosi di tanto in tanto lo zaino che lo infastidiva per il troppo peso.
Era già nervoso, ma non per il fatto che in fondo non aveva neanche mangiato, ma per la consapevolezza che lo studente che gli doveva mostrare la scuola e fargli da "guida" sicuramente non sarebbe venuto neanche quel giorno.
Non potevano semplicemente costringere un qualcuno a mostrargli tutto? Tanto era consapevole che se una persona gli si avvicinava era sicuramente perchè provava pena nei suoi confronti, nulla di più.
Ed era per questo che tutto gli faceva schifo.
Iniziò ad intravedere alcuni studenti camminare assieme verso la scuola, contenti e felici di stare con i loro amici a spintonarsi e ridere per cavolate.
Gli sarebbe piaciuto ridere così, un giorno.
Già, un giorno.
Un giorno che sicuramente per lui era lontano, così lontano da potersi considerare un triste e malinconico sogno, una pioggierella che dopo tanto sole arriva rinfrescando le piante.
Un qualcosa che cambiava tutto.
E Jimin ormai sapeva che forse lui, un amico non lo avrebbe mai avuto.
E per questo, nel vedere le altre persone così felici Jimin reprimeva rabbia nei loro confronti, e provava disgusto di sè stesso per ciò.
Si rese conto che ormai non stava guardando più dove metteva i piedi quando andò a sbattere contro un palo e, gli occhi di alcuni studenti situati ormai quasi al cancello di scuola, erano ricaduti sul suo corpo che si trovava a terra dolorante.
Qualcuno ridacchiò, ma nessuno si degnò di dargli una mano.Come sempre.
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Le lezioni erano appena iniziate, e come al solito del ragazzo che gli doveva presentare la scuola non ce ne era neanche l'ombra.
Si limitò così a scarabocchiare sul quadernino, isolato da tutto e da tutti, in quella confusione che infastidiva le sue povere orecchie.
Il professore continuava a parlare di quanto fosse importante apprendere l'inglese e che si doveva ottenere una certa sicurezza e dimestichezza con le lingue e cose simili, ma nella sua mente, in quel momento, c'era qualcos'altro.
Si accorse che all'improvviso cadde il silenzio nell'aula quando la porta si aprì, rivelando un ragazzo magro e dalla carnagione olivastra.
<<Taehyung! Quante volte ti devo dire che si bussa prima di entrare? Alla buon ora e bentornato, senti, avrei un favore da chiederti, c'è un ragazzo nuovo potresti presentargli la scuola?>>
Il professore sorrise al ragazzo indicando Jimin che, in quel momento, avrebbe voluto solo sparire.
E così il minore sorrise allegro, facendo cenno a Jimin di seguirlo.
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Butterfly {Vmin} #Wattys2018
Fanfiction"Gli esseri umani sono come le farfalle" Dove Park Jimin è considerato il più brutto della scuola.