22

566 62 4
                                    

Una dolce mano, che da sempre lo aveva toccato, sin dalla nascita, lo sfiorava in quel momento con preoccupazione, in colpa, per non aver saputo prestare attenzione di più a ciò che stava subendo il figlio.
La madre di Jimin, ormai tornata dal viaggio assieme a suo marito, si era ritrovata Jimin che, sdraiato sul divano, dormiva.
E ciò non capitava spesso.
Era andata anche nella sua stanza, a controllare se fosse successo qualcosa che avesse spinto il ragazzo a lasciarla.
Ma nulla, soltanto i suoi disegni.
Jimin, essendo un ragazzo solitario, timido, affogato dal pessimismo, non mostrava con frequenza i propri disegni, e da lì la donna aveva capito almeno una piccola parte del disagio del figlio.
Si sentiva forse solo? Si sentiva inutile? C'era qualcuno che lo infastidiva?
Non lo sapeva, e ciò gli fece provare una forte rabbia contro sè stessa.
Come diavolo non era riuscita a capirlo?
Sorrise, quando lo sentì mugugnare un qualcosa, sembrava un bambino.
Gli scostò i capelli, e notò un qualcosa di strano.
Un livido.
Come se lo era procurato? Cosa gli era capitato?
Lo guardò con preoccupazione, e guardò suo marito, che ricambiò lo sguardo.
<<Cosa è successo?>> domandò,  mentre si alzava e osservava il figlio.
<<Deve esser successo qualcosa, ha un livido, tu che pensi?>> la signora si alzò, si guardò attorno e si mise a cercare l'acqua ossigenata.
Il marito sbuffò e si mise seduto a fissarla, mentre scuoteva la testa in segno di disapprovazione.
<<Cerca di calmarti, avrà sbattuto da qualche parte, Jimin non è tipo da risse>> disse semplicemente il padre, sospirando.
<<Non mi fido delle tue affermazioni, se dico una cosa è quella.>> sbottò la moglie nervosa e allora l'uomo si zittì.
La madre si avvicinò al figlio, con l'acqua ossigenata e dell'ovatta, iniziando  tamponargliela contro la ferita.
E in quel momento Jimin aprì gli occhi.

Butterfly {Vmin} #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora