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<<Non potresti venire con una maschera a scuola..? Con un sacchetto o qualcosa di simile..?>>

<<Ci disgusta vederti, dovresti accorgerti del disagio che crei agli altri, sei come il fumo, non ne giova nessuno>>

Quelle parole.

Quelle dannate parole, lo facevano sentire così tanto male che sembrava che presto avrebbe vomitato tutto il suo sangue.

Li sorpassò, iniziò a camminare velocemente, e si sentì un codardo, perchè era consapevole dei suoi problemi, ed era consapevole anche di quelli che "causava" agli altri.

E ne fuggiva, ne fuggiva spaventato, inconsapevole che era in lotta con sè stesso.

Voleva essere come gli altri, ma allo stesso tempo lo trovava banale, non voleva essere una persona considerata normale, voleva essere considerato un pazzo, per allontanarsi da tutti, ma anche da nessuno, date le origini umane.

"Se tutto fosse normale, l'uomo non sarebbe andato sulla luna."

Continuava a ripetersi questo nella sua mente, ma non lo ripeteva agli altri, lo avrebbero deriso.

E si fece schifo un altro pò, in quel momento, quando si accorse che, forse, per lui il parere degli altri contava.

E non doveva essere così, no che non doveva.

Aprì la porta dell'ingresso dell'edificio scolastico riservato agli insegnanti, lo fece velocemente, per non essere sgridato.

Si ritrovò nella pace dell'istituto, nel silenzio di chi si svegliava presto, nello stesso silenzio in cui quella mattina il cielo gli aveva parlato mentendo.

Iniziò a camminare tra i corridoi e, sentendosi libero di fare qualsiasi cosa, iniziò a correre.

Per un momento, sentì  le sue ali rotte ricrescere come fiori.

Aprì  la porta dell'aula di musica, dove, era visibile quel pianoforte marrone.

Quel tipico pianoforte anziano con almeno un tasto che non risaliva se veniva toccato.

Quel tasto, era esattamente come lui.

E proprio per quella sua credenza, all'improvviso, si sentiva legato a quello strumento.

Forse, quell'amore per il pianoforte viveva da molto più tempo, ma lo sentiva rafforzato, e lo percepiva forte, quando sentiva la sua musica tutto faceva  meno male.

Si sedette sul seggiolino, guardando i tasti che, sembravano attenderlo.

Si trascinò nella musica, si trascinò in uno dei suoi piccoli mondi, che lo portarono a non sentire più niente oltre la sua musica.

In questo periodo stò meglio rispetto a come stavo nel capitolo precedente.

Vi ringrazio veramente molto.

Ricordatevi di sorridere~

Butterfly {Vmin} #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora