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E quella mattina si svegliò, ma non con il cinguettio degli uccelli, non con un raggio di sole che gli arrivava dolcemente sul viso, aprì  gli occhi semplicemente per colpa di una maledetta sveglia, durante un temporale.
Come se non fosse bastato quello che la notte prima aveva distrutto i suoi occhi.
Ma dopo tutto, a lui la pioggia piaceva, la apprezzava perchè gli rammentava scene di vita passata, gli raccontava le storie di altre persone, le sue storie.
E come un bambino lui ascoltava, rimaneva in silenzio, ammirava semplicemente la musica della pioggia.
Perchè sì, quella era musica.
Quella per lui era veramente una musica.
Una bellissima melodia di cui lui non si sarebbe mai stancato, un bellissimo quadro che seppur rovinato attira le persone, porta i loro occhi su di sè semplicemente per ricavarne un pò di stupore, tristezza, malinconia.
Ed in fondo, sarebbe bello veramente vivere sotto la pioggia, sarebbe bello veramente essere sommersi dai ricordi.
Sarebbe bello veramente sorridere sotto le lacrime del cielo.
Jimin si guardò attorno, rendendosi conto che doveva andare a scuola, sketchbook e pennelli erano caduti a terra, mentre il suo viso era appoggiato sulla farfalla che la notte precedente aveva disegnato.
E forse il temporale aveva colpito anche quella stanza.
Il giovane si alzò, traballando leggermente mentre la testa gli girava.
Si vestì in modo veloce, mentre la nausea lo tormentava.
Ma non gli importava, non doveva divenire una scusa per non andare a scuola, in ogni caso, in salute o in malattia, lui sarebbe andato ugualmente.
Andò in bagno, mettendo un pò di fondotinta  per coprire i lividi, e poi ancora tornò in salotto, prendendo il suo zaino già pronto e guardandosi attorno per la medesima volta tra quelle mura a lui ancora estranee.
Subito dopo lasciò la casa, senza neanche aver fatto colazione.

Butterfly {Vmin} #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora