3

37.5K 1K 16
                                    

Quando entra in galleria si rende conto che non sa come ci sia arrivata.

Il percorso dal caffè a lì lo ha fatto come in trance. 

Sente la manina di Jason che lascia la sua e lo vede correre incontro a Lillian la receptionist. Lei lo abbraccia e comincia a sbaciucchiarlo, sa che stamattina sarebbe venuto , l'aveva avvertita che oggi Ella non era disponibile e lo avrebbe portato  con sé.

'Ciao scheggia ! Pronto per la lezione di colore ?' 

gli chiede Lillian prendendolo per mano.

Tra poco cominceranno ad arrivare altri bambini per le lezioni di pittura che hanno cominciato ad organizzare in galleria, sembra che piacciano, sia ai bambini che ai genitori, e per Elisa è un modo divertente di far passare il tempo a Jason quando è con lei in galleria.

'Certo! Non vedo l'ora ... posso già cominciare?' 

Jason scalpita come al solito, sa che non è possibile ma ci prova sempre. Lei s'intromette nella loro conversazione.

'No, ma Lillian può portarti di là a vedere i quadri nuovi che sono arrivati, fino a quando non arriva July l'insegnante.' 

La guarda implorante, ha bisogno di chiudersi nel suo ufficio da sola e riorganizzare i pensieri, lei accomodante come sempre l'asseconda.

'Certo, scheggia vieni con me, sono arrivati dei quadri bellissimi, li adorerai.' 

Le strizza l'occhio e se lo porta via, è una ragazza dolcissima l'hanno assunta per dare un' immagine di alto livello alla galleria visto il portamento elegante e il fisico da top model, ma col tempo si è rivelata anche competente e affidabile oltre che bellissima, una vera rarità.

Elisa guarda con gratitudine la sua siluette slanciata che si allontana con Jason per mano. 

Fa un sospiro di sollievo mentre si avvia al suo ufficio, di solito lascia sempre la porta aperta ma oggi la chiude, appoggia la schiena contro il legno bianco, e lascia andare la testa all'indietro con fare sfinito, chiude gli occhi. 

Respira. Più volte. 

Lascia scivolare la borsa a terra. 

Una lacrima solitaria le scende lungo la guancia. Una sola. 

Gliene ha concesse anche troppe, si redarguisce. 

Quando le sembra di avere riacquistato un minimo di padronanza di sé, raccoglie la borsa e si siede alla scrivania, accende il computer e verifica gli orari degli appuntamenti. Chiama uno dei clienti e riesce a spostarlo di una mezz'ora , poi richiama il personaggio che l'ha cercata la mattina presto quando stava facendo colazione e gli conferma l'orario, anche se lo avverte che ha solo poco tempo a disposizione. 

Beve il suo thè, tra una telefonata e l' altra . Guarda l'orologio. Mezz'ora e poi arriverà il primo cliente e non avrà più un minuto libero fino all'ora di pranzo. Sente una fitta allo stomaco, solo al pensiero di quello che l'aspetta si sente male.

Guarda il cellulare ... esita. 

Poi lo afferra e spinge un tasto per  chiamare l'unica persona con cui sa di potersi confidare. Fa squillare a lungo, sa che è troppo presto, ma deve parlare con qualcuno se no esploderà.

'Pronto...' una voce dall'oltretomba

'Hanna sono io'

'Elisa.. ma sei pazza a chiamarmi a quest'ora ?' Poi sente una vena di preoccupazione nella sua voce ' Ha preso fuoco la galleria ??'

'Peggio'

'Si è fatto male Jason?' 

Adesso è sveglia, finalmente ha la sua attenzione

Traditrice !Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora