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La settimana è stata impegnativa, è sfinita. 

E' riuscita a gestire tutto, a mala pena, ma ce l'ha fatta. 

Bryan è stato uno stalker,  ha cancellato ogni giorno i suoi messaggi e le chiamate. Per fortuna giovedì ha smesso, deve aver capito l'antifona. 

Quindi ha preso di mira Lillian, la poveretta che ha resistito stoicamente senza dirgli dov'era, ma le ha fatto promettere di risolvere la questione nel weekend. 

E' terrorizzata all'idea di un'altra settimana così, e ha tutta la sua comprensione. 

Nel frattempo Elisa ha avuto la risposta dall'avvocato che le ha detto che è tutto in ordine, il documento è impeccabile, testuali parole , e le dà tutte le garanzie. Quindi, ha deciso che oggi parlerà con Jason.

E se come teme lui deciderà d'incontrare suo padre, gli proporrà di farlo Domenica, in un luogo pubblico. Questa è l'idea di fondo. 

Ma prima – ovviamente - dovrà chiamare Bryan e sentire se è d'accordo. 

Dovrà chiamarlo in ogni caso, in realtà. Anche lei non può reggere un'altra settimana così e questo potrebbe essere un modo di portare la conversazione su un altro piano, aprire un altro capitolo e dimenticare quello che c'è stato. 

Spera possa funzionare.

E' sabato mattina, Jason è andato al cinema con un compagno di asilo e la loro mamma, mangiano insieme e glielo riporta a casa per il pisolino pomeridiano verso le due. 

Karen è una mamma single come lei e ogni tanto si fanno questi favori per prendersi mezza giornata di riposo . 

Lei è  in galleria, dopo una settimana che latitava voleva controllare un po' di cose, è da un'ora che ha finito ma non ha il coraggio di ammetterlo perché il cellulare la guarda maligno. 

Elisa lo fissa accigliata, poi lo afferra con aria di sfida e digita il numero di Bryan.

'Pronto' 

il tono di quella voce ha la stessa temperatura dei venti polari artici, le viene quasi voglia di infilarsi la giacca, anche se fuori ci sono 25 gradi.

'Ciao Bryan, ho avuto l'ok dal mio avvocato per l'accordo che hai firmato. Volevo sapere se domani eri disponibile un'oretta, pensavo che potremmo incontrarci al parco con Jason, prendere un gelato ... roba così , perché possiate cominciare a conoscervi.' 

Lo dice senza interrompersi, senza prendere fiato, prima che le manchi l coraggio.

'Ti sembra il momento migliore ?' 

dalla cornetta il gelo si sta espandendo in tutto l'ufficio, guarda lo spliter del riscaldamento indecisa per un attimo se alzarsi per accenderlo.

'Si, penso che se vuoi conoscerlo è il caso di cominciare il prima possibile. Dovete prendere confidenza, ci vorrà un po' perchè Jason  non è un bimbo molto socievole.' 

Si sforza di mantenere un tono leggero e distaccato

'Ti sei accorta che ti ho cercata tutta la settimana?'

'No, sono stata molto impegnata.'

Mente. Segue un silenzio carico di significato.

'Dove sei?'

'Non ha importanza dove sono.'

'Elisa, non fare la bambina ... o dovrei dire la governante?'

Elisa chiude gli occhi sentendosi avvampare. 

Dio del cielo, come le sarà venuto in mente di dire che era la governante !

'Non c'è niente di male a rendersi utile e come sai non mi spaventano i lavori umili. Tu avevi un ospite io l'ho fatto entrare. Un bel pezzo di figliola tra l'altro, dovresti essermi grato. Forse dovevi risparmiarti un po' di più però... La ragazza sembrava avesse alte aspettative per la serata, spero non sia rimasta delusa.' 

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