MADDY
Il mattino seguente non ebbi alcuna voglia di andare a lezione. Rimasi nel letto a crogiolarmi sugli avvenimenti di quella sera. Incredibile quanto una persona possa trasformare anche i tuoi pensieri.
Se avessi iniziato con quello spirito la mia carriera universitaria, sarei arrivata alla laurea con qualche capello bianco e una dentiera in bocca.
Scossi la testa al solo pensiero. «Basta! Devo reagire», mi rimproverai. Scivolai piano fuori dal letto e proseguii verso il bagno. Quando mi guardai allo specchio notai due occhiaie spaventose.
Se in questo momento mi vedesse un panda partirebbe subito il rituale di accoppiamento.
Quella notte avevo dormito ben poco. Dopo aver chiarito con Zoe su quanto fossi stata dispiaciuta di non averle raccontato tutta la verità, mi coricai nel letto senza trovarvi pace. Come posai il capo sul cuscino, presi a rigirarmi tra le lenzuola. Tutta colpa di Ian Davis! Mi aveva umiliata senza un minimo di ritegno.
«Giuro che questa me la paghi, stronzo!»
Ero così incavolata che non mi accorsi di aver stretto così forte il dentifricio da farlo fuoriuscire dal tubetto. Da quando aveva fatto il suo ingresso in grande stile, non me ne andava una nel verso giusto. Era diventato non solo il mio incubo, ma anche il mio peggior nemico e tutto per uno stupido bacio. Credevo che non avessi avuto più bisogno di rammentare quell'increscioso "incidente di percorso", invece, il destino voleva prendersi gioco di me.
Mi fiondai sotto la doccia, abbandonandomi al getto d'acqua calda. Come avevo potuto lasciarmi possedere dalle sue labbra? Come avevo potuto cedere ad uno sconosciuto di cui conoscevo soltanto il nome?
Avrei tanto voluto cancellare quegli occhi che puntualmente avevano il potere di incatenarmi.
È stato uno sbaglio quel bacio. Un incredibile sbaglio dettato dalla leggerezza dei nostri animi e da un bicchiere di troppo.
Sembri una logorroica. Ti rendi conto che stai parlando di lui da più di un'ora?
Dio, rischierò di diventare pazza!
Uscii dalla doccia e asciugai i capelli. Indossai un jeans nero con una camicetta a quadri rossa e dato l'aspetto orrendo, decisi di dare colore un po'al mio viso. In cucina presi dalla dispensa un pacchetto di cracker, sprofondai sul divano e aprii il libro di biologia. Avrei dovuto armarmi di coraggio e iniziare a studiare seriamente se avessi voluto passare gli esami egregiamente e poi il professor Smith era stato molto chiaro.
"Sappiate che non avrò scrupoli nel bocciarvi." L'immaginazione del suo timbro di voce mi causò la pelle d'oca. Quell'uomo sembrava Hitler, altro che insegnante.
«Forza Maddy, rimbocchiamoci le maniche!»
Proprio in quel momento mi squillò il telefono. Quando lessi il nome mamma sul display, avvertii un tuffo al cuore. Avrei fatto volentieri a meno di risponderla, ma sapevo che non si sarebbe arresa facilmente.
«Pronto, mamma...»
«Tesoro, sono due giorni che non chiami ed ero molto preoccupata. Come stai? Stai mangiando, vero?»
Erano trascorsi pochi secondi da quando l'avevo risposta e già mi aveva tempestata di domande.
«Mamma, sono andata al college, non in missione», sbuffai.
«Hai sempre un caratteraccio. Lo so che sei al college, sono solo preoccupata.»
«Wow, adesso vorresti farmi credere che tu abbia chiamato solo per questo?»
«Per l'amor di Dio Madelyn, smettila!» Percepii la sua voce rotta, poi si soffiò il naso.
Stava piangendo.
Mi sentii in colpa, ma in fondo conoscevo il reale motivo della chiamata. Dopo un lungo silenzio riprese a parlarmi. «Ti prego, tesoro. Torna a casa...»
«Mamma, io non ci torno in quello schifo!» La interruppi arrabbiata. «Adesso scusami, devo studiare. Ci sentiamo.»
Riagganciai senza ascoltare altro.
Ero stanca di tutto quell'accumulo di tensione, mi sentivo come se da un momento all'altro fossi scoppiata come mina in un campo da guerra. Non sarei tornata in quel luogo che mi aveva vista quasi morta, non sarei più tornata perché quella non era più casa mia!
***
La mamma mi ha detto che se farò la brava mi porterà da John ed io sono molto contenta. Lui è così gentile, mi prepara sempre degli ottimi Waffle al triplo cioccolato, proprio come piacciono a me. Stamattina, a scuola, la maestra Loren ci ha chiesto di disegnare il nostro eroe preferito su un foglio e di riportarlo domani. Anche io ne ho uno, non è gigante e non ha nemmeno i poteri magici, ma io lo adoro lo stesso perché le sue carezze non fanno male, i suoi baci sono delicati e soprattutto non è come "il mostro". Poco dopo sento un rumore di chiavi e la porta di casa aprirsi. LUI è tornato.
Il suono della sua voce è così forte da poterlo sentire fin qui. È arrabbiato, di nuovo.
«Ti prego, la bambina può sentirci», ascolto la mamma piangere.
«Non me ne frega un cazzo!»
Non devo uscire dalla mia camera, la mamma me l'ha proibito. Sento le sue grida, dei rumori di vetro rotto e io ho tanta paura. Apro l'armadio, sono abbastanza piccola e magra da poterci entrare dentro. Stringo forte il foglio che ho tra le mani, pregando che il mio supereroe possa venire da noi, possa venire a salvarci... il mio supereroe John.
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Quando l'amore ti dà una speranza
RomanceDISPONIBILE IN TUTTI GLI STORE ONLINE E PRENOTABILE IN TUTTE LE LIBRERIE FISICHE! Madelyn Clark è una ragazza di 19 anni segnata da un'infanzia difficile. L'unica persona ad averla salvata dalla sua stessa vita è stato John, proprietario del pub in...