Capitolo 35

10.9K 283 136
                                    

IAN

La vidi allontanarsi, al di là del cancello, insieme a lui..

Ogni suo passo era paragonabile ad una pugnalata dritta al petto; ogni metro che percorreva era un mattone in più che ci divideva.

Aveva quella strana abitudine di scappare ogni volta che provassi ad avvicinarla e nonostante cercassi di abbattere quelle solide barriere che poneva tra di noi, poco dopo mi ritrovavo scaraventato a terra.

Più l'osservavo allontanarsi e più avrei voluto urlare il suo nome fino all'ultimo grammo di voce, ma a cosa sarebbe servito?.

Mi voltai, profondamente deluso dal suo comportamento, entrai in auto ed azionai il motore. Ero stanco di quella situazione, ero stanco di averla tra le mie braccia e di perderla un istante dopo.

Un attimo prima bramava di desiderio tra le mie mani e l'attimo dopo ti guardava come fossi l'ultimo uomo del pianeta.

Era una continua tortura per me.

Imboccai il ponte, diretto verso Manhattan con un groppo allo stomaco e la testa che minacciava di scoppiare da un momento all'altro.
Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a scacciare il pensiero di Maddy. Quei baci furtivi, quel nostro continuo sfiorarci e quelle parole pronunciate dalle sue labbra "Io ti voglio sempre", ma in fondo non ci credeva sul serio. Le sue parole erano paragonabili alle stesse che rifilavo alle altre solo per portarmele a letto; di poco conto e con un secondo fine.

Eppure, per quanto potessi avercela con lei, mi fu difficile credere che dietro quel suo viso angelico potesse celarsi del male.
Era la stessa che mi aveva curato la mano quando per rabbia sferrai colpi contro il tronco di un albero?. Era la stessa che su quella ruota panoramica mi aveva rincuorato e sollevato dai miei demoni interiori?. Era la stessa che mi portò a Coney Island solo per farmi sentire di nuovo a casa?.

《Cazzo Maddy, perchè continui a respingermi?!》.

Complimenti Davis, stai diventando un emerito coglione che parla da solo in macchina.

Il traffico stava diventando sempre più intenso ed io per poco non sarei uscito fuori di testa.
Accesi una sigaretta ma dopo qualche tiro la lanciai dal finestrino scoprendo che neanche essa avrebbe potuto mettere a tacere la tempesta che mi portavo dentro.

Ormai Maddy aveva invaso ogni centimetro del mio corpo, ogni lembo di pelle.
La sentivo dentro, fuori...ovunque.

Sferrai un pugno contro il volante, attirando l'attenzione di altri conducenti che mi guardarono sbigottiti.
Stavo diventando matto.
Nessuna ragazza aveva avuto potere su di me, nessuna...tranne lei.

Con le altre avevo sempre tutto sotto controllo, riuscivo sempre a capire cosa volessero, ma con lei... era tutta un'altra storia.
Avrei tanto voluto frugare nei suoi pensieri, capire cosa le passasse per la testa ma il più delle volte, me lo rendeva impossibile, respingendomi ancora, ancora e ancora.

《Vuoi distacco?. D'accordo, Clark》, sibilai a denti stretti, ingranando la marcia.

Sapevo che se fossi ritornato ad essere il solito menefreghista, non avrei fatto altro che peggiorare la situazione, ma forse, il pensiero di noi due, era solo una mia sciocca illusione...forse stavo soltanto perdendo quello che in realtà non ero mai riuscito a cogliere.

MADDY

《Ti devo delle scuse William》, dissi una volta che entrammo in casa. 《Avrei dovuto avvisarti ed invece mi sono comportata senza alcun rispetto. Perdonami》, conclusi con sguardo basso.

《Maddy non mi devi nessuna scusa, piuttosto permettimi di dirti che quel ragazzo non merita di starti accanto》.

Alzai la testa, guardandolo stupita per quella sua azzardata schiettezza.

Quando l'amore ti dà una speranza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora