CAPITOLO 1

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L'Huron-Manistee National Forest si estendeva in tutta la sua magnificenza, fiero e impassibile anche di fronte al gelo dell'inverno. Il sottile strato di neve ricopriva i terreni carichi di foglie cadute, gli alberi spogli si allungavano verso il cielo come mani in cerca di calore e ogni sorgente d'acqua era protetta da un tenue strato di ghiaccio che rifletteva i pallidi raggi solari regalando alla vista un arcobaleno di colori.

Tutte le sfumature che popolavano quel meraviglioso angolo di paradiso, avevano lasciato spazio al candido biancore dei fiocchi di neve che avevano ricoperto ogni cosa come un manto e rendevano il luogo ancor più incantevole di quanto già non fosse nei periodi caldi.

Il gruppo di campeggiatori era giunto da qualche ora nella piccola radura e si stava muovendo con efficienza per montare le tende prima che calasse il buio. C'era una certa sacralità nel silenzio che albergava in quel posto, spezzato solo da qualche sommesso vociare di uccelli.

Mikko si lasciò sfuggire un sospiro, quella piccola fetta di natura sarebbe stata per due settimane la sua casa. Si abbassò afferrando un lembo del nylon della tenda e l'aprì recuperando al suo interno le bacchette e i picchetti che le sarebbero serviti per montarla.

Una mano si appoggiò con delicatezza sul fianco della giovane ragazza. «Ehi, Wall... mi sembri in difficoltà» disse ironicamente il fratello, osservando la sua inesperienza con un pizzico di divertimento.

«Jamaar, invece di fare il simpatico aiutami a montare questo aggeggio infernale. Altrimenti stanotte dormi all'agghiaccio insieme agli orsi» rispose piccata la sorella, dandogli una sonora pacca sulla spalla.

Uno degli altri campeggiatori si avvicinò ridendo e nell'abbassarsi afferrò a sua volta un picchetto. «Se vuoi ti aiuto io, ma poi condividiamo la tenda.» Non aggiunse altro ma lasciò che Mikko comprendesse le sue intenzioni scoccandole una semplice un'occhiata ma significativa.

La giovane avvampò, distogliendo subito lo sguardo. Erano anni che Gabriel Arteca, il migliore amico di suo fratello, ci provava spudoratamente con lei. Nonostante lo trovasse un bellissimo ragazzo, non riusciva però a vederlo sotto una luce diversa da quella di semplice amico. Forse complice anche il fatto che erano cresciuti insieme e per lei era paragonabile ad un altro fratello.

Lui ci aveva sempre sperato, lanciandole ogni tanto qualche battuta carica di doppi sensi che però lei non aveva mai voluto cogliere. Inoltre da un anno a questa parte, Mikko si era fidanzata con un certo Ethan e questo non aveva fatto altro che ridurre drasticamente le già striminzite possibilità di Gabriel.

Nonostante lei fosse impegnata, Jamaar avrebbe preferito cento volte vederla insieme al miglior amico, anziché con quel soggetto di cui non aveva mai avuto stima. E a buon ragione a dir il vero.

Ethan era un moroso ossessivo, morboso e geloso. Aveva soggiogato e sottomesso Mikko abbastanza da renderla timorosa di ogni propria decisione e, il fratello, non era nemmeno certo che fosse un tipo che tenesse le mani a posto.

«Levati, Arteca. Qua ci penso io.» La voce di Jamaar tuonò imperiosa e autoritaria, anche se in realtà stava solo scherzando. I due si scambiarono qualche spintone amichevole e Gabriel tornò alle proprie faccende, scoccando però un'ultima occhiata a Mikko, tutta intenta a leggere un foglietto delle istruzioni.

Nel silenzio più totale, i due fratelli ripresero il montaggio della tenda. Non era così complicato come lo facevano sembrare le istruzioni. Dopo aver aperto le bacchette e averle inserite nelle corrispondenti asole, si poteva dire che gran parte del lavoro fosse già completato. La struttura di nylon grazie alle bacchette si era già sollevata in quello che sarebbe diventato il loro giaciglio per la notte.

ARTIGLI - BACIO SELVAGGIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora