Dopo la doccia, Mikko era sgusciata in camera a mettere dei vestiti puliti e poi era rimasta per diversi minuti seduta sul letto a guardare il vuoto davanti a sé, con lo sguardo fisso nell'anta della porta. Nell'aria, un forte odore di bruciato continuava a pizzicarle le narici, costringendola ogni tanto a stringersele nella speranza che il tanfo si disperdesse. Le sembrava esagerata l'intensità con cui sentiva quell'odore, la casa sarebbe dovuta esser in preda alle fiamme per un simile miasma. Eppure si rendeva conto che quella sensibilità esasperata, non era circoscritta solo all'olfatto. Era da quando si era risvegliata per la prima volta alla clinica che i suoi sensi le sembravano di tanto in tanto andare in tilt ed esplodere come un caleidoscopio dalla molteplicità infinita di sensazioni.
Si spostò per la stanza, scalza, in cerca di un'occupazione che le portasse via del tempo. L'imbarazzo per ciò che era successo poco prima nel bagno non l'aveva ancora lasciata. Non era solita regalare certi spettacoli nemmeno a Ethan, sebbene abitassero insieme. Aveva sempre avuto un rapporto complicato con il proprio corpo e l'accettazione delle sue imperfezioni. Ora, grazie a quella nuova cicatrice, quella lotta verso se stessa sarebbe risultata ancor più difficile.
Appoggiò la testa contro il muro ed espirò con forza. Quando il trambusto di tutte quelle sensazioni sembrò placarsi e i pensieri smisero di aggrovigliarsi dentro la sua testa, si sentì meglio; pronta per sostenere l'ennesima conversazione con Amarok.
Decise così di raggiungerlo, anche se nell'aria quell'odore di cibo carbonizzato persisteva con insistenza, preannunciando una colazione disastrosa.
Senza trovare le proprie ciabatte, si rassegnò alla sensazione di freddo che le rimandava il pavimento gelido e attraversò scalza tutto il corridoio. Non aveva nemmeno fatto attenzione a muoversi silenziosamente, da quello che aveva capito era tutta fatica sprecata, lui la sentiva comunque.
Amarok le dava le spalle, indaffarato tra pentole e piatti. Le stava cercando di preparare una colazione e dalla mole di pentole, sembrava aver smosso mari e monti per creare qualcosa di realmente commestibile.
I vestiti che indossava erano diversi, si era messo dei pantaloni grigi di una tuta e sopra aveva una canottiera nera. Anche lui era scalzo e questo per un breve attimo la fece sorridere, senza un vero perché.
«Sei molto gentile a fare tutto questo per me. Non c'era bisogno che ti disturbassi tanto» disse Mikko, più per spezzare il silenzio che per vera cortesia. Con tutto quell'odore di bruciato e quel fumo non era certa che ciò che gli avrebbe proposto rientrava nei limiti del consumabile.
Amarok si voltò dandole giusto un'occhiata, le spalle erano contratte per la tensione. Ancora non era riuscito a scacciare il pensiero di lei sotto la doccia e nonostante tentasse di placare la bestia, questa sembrava divertirsi a trottargli sottopelle, impaziente. «Figurati... con mia sorella sono abituato.» Lasciò cadere il bacon nei due piatti e poi impiattò due grosse porzioni di uova strapazzate.
Quando si voltò verso Mikko e la vide ancora in piedi si bloccò trattenendo le portate tra le mani. «È tutto a posto?» le chiese, sperando che non tirasse fuori la questione della doccia. Chiedere scusa non era il suo forte e inoltre, non era nemmeno sicuro di voler tornare sull'argomento. Questione chiusa per lui.
«Sì, scusa... mi stavo domandando se... ecco, ma i vostri genitori?»
Lui le indicò il tavolo con un gesto del braccio e poi posò i piatti uno di fronte all'altro. «Mia madre è morta dando alla luce Marie Anne... invece, mio padre hai avuto modo di conoscerlo. È quel figlio di puttana che ti ha portato a Villa King.»
Mikko prese posto davanti a lui, osservandolo come si osserva un animale raro. Sebbene fosse spaventata da questo nuovo mondo che andava pian piano scoprendo, al contempo ne era affascinata. Sembrava che quella vacanza le avesse inavvertitamente aperto una porta su un mondo magico, fatto di esseri speciali, sovrannaturali. Si sentiva come una ragazzina alle prese con una scoperta epica; una di quelle protagoniste dei film che tanto amava guardare insieme al fratello. «Mi dispiace, non volevo essere indelicata.»
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ARTIGLI - BACIO SELVAGGIO
WerewolfSECONDO LIBRO DELLA SAGA ARTIGLI Michigan. Stato di licantropi e mannari. Regolato da un giovane Magister a cui non mancano soldi, potere e influenza è lo scenario di una zona disseminata di branchi. Branchi di razze mannare differenti e contrastant...