CAPITOLO 52

5.2K 504 207
                                    

L'affanno di Amarok e tutte le sue preoccupazioni scivolarono via non appena fu abbastanza vicino alla scena dello scontro. Ciò che vide dissipò le sue inquietudini e rasserenò il suo cuore in tumulto. Da tutta quella confusione e quel sangue, Mikko ne era riemersa illesa; come se non si fosse mai ferita, seppur i suoi vestiti mostrassero ancora i segni degli squarci e le macchie del sangue. Eppure la sua pelle era candida, senza nemmeno un graffio, senza più un solo livido.

Quel bagliore divino, lo stesso che l'aveva fatta tornare alla forma umana qualche ora prima, sembrava averla curata da ogni ferita. Automaticamente l'Ursid tirò un sospiro di sollievo. Si sentì leggero, con il cuore un po' più sollevato.

Quando però i suoi piedi si mossero per raggiungerla, una fitta al petto lo bloccò sul posto e subito sgranò l'unico occhio con sorpresa. Improvvisamente fu travolto da una consapevolezza agghiacciante e che fino a quel momento aveva scacciato con tutto se stesso. Quella notte aveva pensato così tante volte di perdere Mikko che non si era nemmeno posto il problema di ciò che sarebbe avvenuto d'ora in avanti. La sua mente non si era soffermata al fatto che quella poteva essere la loro ultima notte insieme.

In fondo, ora lei era mutata. Non aveva più bisogno di lui. Era libera di tornare a casa e congiungersi con il branco del Minnesota e magari vivere la propria vita tranquilla.

Il loro legame non era più necessario, era stato reciso.

Forse qualche settimana prima avrebbe tirato un sospiro di sollievo ma in quel momento, quel dolore al petto così bruciante gli fece capire che non era così sicuro di volersi disfare della sua presenza tanto facilmente.

Strinse i pugni cercando di non lasciar trasparire quei pensieri. Non riuscì però a trovare il coraggio necessario per raggiungerla, restò in un angolo a osservarla, semplicemente sollevato che fosse ancora viva.

«Questa non me l'aspettavo» biascicò Amos alle spalle di Korra. Anche lui li aveva raggiunti e stava vicino alle Sei Punte osservando i tre ragazzi con un malcelato interesse. Se aveva capito bene, di due solo uno ne sarebbe dovuto uscire vivo.

Il drakos gli sfilò la sigaretta di bocca e ne prese una grossa boccata. «Nemmeno io, cazzo. Sarà complicato spiegare al Consiglio perché ce ne sono due» disse ridendo. Sembrava divertito, elettrizzato. «Siete tipi tosti voi del Michigan, eh? Vero, piccola Principessa baciata dalla Dea Luna?» Posò una mano sulla testa di Mikko in un'affettuosa carezza, facendole l'occhiolino poi, prese un'altra boccata di fumo. Sul suo viso non riusciva a svanire quel sorrisetto soddisfatto. Era come se qualcuno fosse riuscito a fargli un regalo tanto atteso. In fondo, veder morire componenti della sua razza, sentendosi impotente e inutile, non doveva essere piacevole. Era un costante peso sulla coscienza che non si alleviava mai.

«Ma solitamente non deve restarne solo uno?» domandò Suami confusa.

«Esattamente.»

«E cos'è successo?»

Korra sollevò le spalle. «Non credo di saperlo. E sinceramente... non credo me ne freghi qualcosa. L'importante è che stiano bene, no?»

La strega sorrise. «Presumo proprio di sì, Signorino Korra.»

Dopo l'ennesima boccata di fumo, il drakos gettò la sigaretta in terra, calpestandola col tacco dello stivale. «Bene, bene, bene... e ora, vediamo questi due bei bambini.» Si piegò sulle ginocchia, allungandosi verso Jamaar e con due dita gli scostò delicatamente i capelli dal viso. Subito il giovane si ritrasse coprendosi la faccia con le mani.

«Brucia!» gemette, con le mani sugli occhi. Un'espressione di pura sofferenza si dipinse sul suo viso.

«Brucia?»

ARTIGLI - BACIO SELVAGGIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora