Un'ultima occhiata. Strinse la presa sulla testiera del letto e sospirò, le dita scivolarono veloci sui cuscini e poi sul lenzuolo. Il freddo del tessuto le diede un brivido.
Aveva passato in quella casa un intero mese, e ora, si sentiva spaventata a riprendere così di getto la propria vita. A riprendere in mano tutti i problemi che aveva accantonato e a ricalcare i vecchi passi.
Non si sentiva pronta a tornare alla vecchia sé, di cui ormai non esisteva più nulla.
Con un leggero fremito, Mikko afferrò la maniglia del trolley e uscì dalla camera di Amarok. Tremava.
Dopo che Jamaar e Arteca se n'erano andati, lei e Amarok erano tornati a casa. Lui aveva dovuto scaricarla lì per andare in cerca della sorella. Avrebbe voluto restare del tempo con lui ma in fondo, andava bene così. L'aveva chiamata solo in tardo pomeriggio per dirle che tutti gli Anziani, compreso suo padre, erano stati uccisi. Probabilmente in parte mangiati. Da Jamaar.
Questa cosa l'aveva sconvolta e non poco ma si era sentita veramente sollevata nel sapere che Marie Anne era stata ritrovata nella sua cella, addormentata, in forma umana. Salva.
Amarok le aveva detto che l'avrebbe lasciata alla clinica Brown per ulteriori accertamenti, ma sostanzialmente stava bene. Quelle erano tutte precauzioni prese da un fratello particolarmente apprensivo. Lui non cambiava mai. Sorrise al pensiero.
Quando gli aveva sentito quelle rassicurazioni, il cuore di Mikko si era alleggerito fin quasi volare; si era afflosciata sul letto ed era crollata dal sonno. Aveva dormito tutto il pomeriggio e la notte, e quando si era svegliata quella mattina, Amarok la stava osservando, allungato al suo fianco.
Non le aveva detto niente, si era limitato a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli. Erano rimasti un po' in silenzio prima che lei trovasse le giuste parole per iniziare il discorso. Ma lui lo sapeva. Sapeva cosa gli avrebbe detto e così aveva ascoltato tutto in silenzio. Aveva accettato.
Ora che il loro legame era concluso, che lei era mutata e che non aveva più nulla a legarla lì, poteva tornarsene a casa. Doveva tornarsene a casa. Ne sentiva il bisogno.
Mikko non aveva pianto quanto gli aveva detto semplicemente che sarebbe tornata in Minnesota. Non aveva ceduto alle lacrime. Con la voce rotta gli aveva dato la notizia. Gli aveva detto che voleva rivedere i suoi, capire cosa era successo con la cancellazione di Jamaar nei cuori e nei ricordi dei suoi genitori, tornare al proprio lavoro. Sempre che ne avesse ancora uno. Riprendere tutta la roba da casa di Ethan e lasciarselo per sempre alle spalle.
C'erano molti punti da chiudere della sua vita passata e lei voleva e doveva farlo. Sentiva questo bisogno. Sentiva la necessità di chiudere il capitolo del Michigan e voltare pagina.
Doveva ricominciare. Ricostruirsi. Ricostruire.
Doveva ripartire da zero. Rimettere tassello dopo tassello al proprio posto. Dare un nuovo senso alla propria vita. Stare a fianco dei genitori e sostenerli, in quanto ormai unica figlia.
E poi... lui non le aveva chiesto di restare. Aveva annuito. Aveva convenuto che fosse la cosa più giusta, migliore. Anzi, era uscito e si era subito prodigato per chiamarle un taxi. Era giusto così. Era necessario, le aveva confermato.
E così, lei aveva fatto le valige. Aveva chiuso nel trolley quelle quattro misere cose che aveva usato in quel mese ed ora era nel corridoio di casa Brown, con ancora la maniglia della camera stretta in mano. Quel mese, lì, era dtato lungo come anni. Aveva provato tantissimi sentimenti, si era ricoperta di cicatrici fisiche ed emotive. Aveva scoperto un mondo spaventoso e al contempo stupefacente. Aveva perso una parte di sé, della sua famiglia, delle sue amicizie, della sua vita.
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ARTIGLI - BACIO SELVAGGIO
WerewolfSECONDO LIBRO DELLA SAGA ARTIGLI Michigan. Stato di licantropi e mannari. Regolato da un giovane Magister a cui non mancano soldi, potere e influenza è lo scenario di una zona disseminata di branchi. Branchi di razze mannare differenti e contrastant...