Amarok allungò le gambe, incrociandole. Si stropicciò stancamente il viso passando una mano sul petto e alzò le braccia sulla testa. Le ossa risposero a quei movimenti con un rumore secco non troppo rassicurante, si stava inchiodando a stare fermo lì senza fare nulla. Erano due giorni che restava a dormire su quella scomoda poltroncina della clinica, al capezzale dei due umani che la sorella aveva dilaniato.
Aspettava impaziente, nella speranza che si svegliassero. Il loro sarebbe stato un lungo percorso conoscitivo. Dovevano imparare molte cose nuove e che con ogni probabilità non avrebbero accettato sin da subito.
Che diavolo aveva fatto la sua piccola Marie Anne? Un gran bel casino.
Sbadigliando prese i documenti che aveva infilato tra lui e la poltrona e tornò a rileggerli per la millesima volta: Mikko Wall e Jamaar Wall. Li aveva presi all'accampamento insieme ad alcuni dei loro vestiti. I due umani che aveva di fronte, erano fratelli, proprio come lui e Marie Anne, con la differenza che la data di nascita era la stessa quindi con un minimo di logica dovevano essere gemelli. Con tutte quelle ore di sonno arretrate quasi si stupì di riuscire a formulare ancora un ragionamento sensato.
Dai nomi sembravano tutto fuorché americani e invece, erano del Minnesota.
Tornò a fissarli, distesi su quei lettini, con sonde ovunque e pochissimi lembi di pelle scoperti da tante che erano le garze in cui li avevano avvolti. Si sorprese a pensare che non si assomigliassero affatto, non era da lui soffermarsi troppo sull'aspetto fisico delle persone. Forse anche per il semplice fatto che tutto il suo tempo si alternava tra lavoro, branco e Marie Anne.
Il ragazzo aveva quell'evidente aria tipica di chi sa con perfezione di essere un gran bel figo; uno di quelli come Amos White, belli, dannati e fottutamente egocentrici. Proprio i soggetti che meno riusciva a sopportare.
La femmina invece, aveva un viso delicato e comune, dei lineamenti morbidi e una pelle bianco latte in netto contrasto ai capelli neri come il carbone. I suoi capelli, erano come la seta, se lo ricordava bene perché l'aveva trasportata lui all'ambulanza privata della clinica dei sovrannaturali.
Si allungò a guardarla meglio, sul comodino le aveva messo gli occhiali ormai rotti che a suo gusto personale gli sembravano troppo grandi per un visetto piccolo come il suo e, un peluche che aveva trovato tra i suoi vestiti, vicino ai suoi documenti.
Marie Anne diventava una bestia quando non trovava il suo orsacchiotto, pensò di averle fatto una cosa carina a metterglielo lì. A dir il vero non era molto esperto nei rapporti umani, soprattutto se si trattava di femmine. Ancor meno quando si trattava di femmine trucidate per mano della propria sorella.
Marie Anne. Bastò il pensiero di quel nome a fargli stringere il cuore. Era preoccupato per lei. Erano due giorni che mangiava poco, dormiva ancora meno e non gli rivolgeva la parola. Non sapeva che fare, non sapeva come alleviare il suo dolore ed era consapevole che questa volta le parole servissero a ben poco.
Sospirò stancamente e si grattò la barba prima di chiudere l'occhio nel vano tentativo di prendere sonno almeno un paio di ore.
Un rumore nel corridoio lo distolse totalmente dal buon proposito di una dormita. L'infermiera parlò concitata con qualcuno e poi dei passi risalirono la corsia fin quando quella simpatica faccia di merda di suo padre, seguito da altri due Anziani, sbucò nel vano della porta.
Tra i due ci fu una lunga occhiata prima che Evis Brown parlasse: «Lo sai perché siamo qui.»
Amarok sapeva bene cosa erano venuti a fare quei tre bastardi. Le regole del branco parlavano chiare, se un ullam feriva un umano e questo restava in vita, gli Anziani venivano a prelevarlo. Il loro compito consisteva nel tenere l'infetto in isolamento, rinchiuso in una cella fino all'arrivo della nuova luna.
STAI LEGGENDO
ARTIGLI - BACIO SELVAGGIO
WerewolfSECONDO LIBRO DELLA SAGA ARTIGLI Michigan. Stato di licantropi e mannari. Regolato da un giovane Magister a cui non mancano soldi, potere e influenza è lo scenario di una zona disseminata di branchi. Branchi di razze mannare differenti e contrastant...