CAPITOLO 26

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Le dita di Mikko si distesero sul lenzuolo, sfiorandone delle altre, fredde da troppo tempo. Fu quel contatto involontario che fece svegliare del tutto la giovane. Si stropicciò gli occhi con i pugni e sbadigliando fissò Jamaar davanti a sé.

Era passata un'altra settimana dopo l'incontro con Marlene e lui ancora non si era svegliato. La sua pelle era pallida, fredda. Le ferite infette non davano segni di miglioramento. Il debole e ritmato suono del macchinario a cui era attaccato era l'unica cosa che ne determinasse l'attività vitale, altrimenti nessuno lo avrebbe definito realmente vivo.

Mikko gli strinse debolmente le dita, sul suo volto l'ombra del tormento non la lasciava mai. Quella settimana per lei era stata molto difficile, aveva passato maggior parte del tempo passando da stati febbrili a improvvisi svenimenti. Amarok non era stato molto presente, dopo che Marlene e il marito se n'erano andati portando con sé Marie Anne aveva ricevuto una chiamata che lo aveva agitato molto. Si era spostato a parlare nell'altra camera ma Mikko era riuscita a captare qualche sprazzo di conversazione.

Sembrava che in Michigan qualche altro mannaro avesse problemi a gestire la trasformazione. Qualcuno lo aveva chiamato per avvertirlo che nel bosco dove lei e i suoi compagni erano stati aggrediti, era stato rinvenuto un altro cadavere. Non aveva sentito molto altro ma quelle poche nozioni le erano bastate per innescarle l'ennesimo attacco di panico.

Quella notizia aveva scosso così tanto la ragazza, che in quel frangente aveva accusato il primo mancamento. Purtroppo quel primo aveva aperto la strada a molti altri e alla fine, sia lei che Amarok avevano convenuto che mentre lui era al lavoro, la cosa migliore fosse lasciarla alla clinica insieme al gemello. Almeno se ci fosse stato un reale bisogno, sarebbe stata immediatamente assistita dal personale medico.

Tornava a casa Brown solo per dormire e, se riusciva, evitava con tutta se stessa di incontrare Marie Anne. Ogni volta che la vedeva, il suo stomaco si contorceva ferocemente e dentro di lei sentiva un'allarmante istinto omicida. Non sapeva quanto ciò c'entrasse con il suo periodo di mutamento ma era consapevole che nascosto nelle profondità della sua anima, serbava uno spietato e tormentato desiderio di vendetta.

«Signorina Wall, è tutto a posto?» domandò l'infermiera, affacciata alla porta. Il suo sorriso gentile e comprensivo accompagnava sempre quei giorni tristi e tutti uguali. Era una donna molto cortese e poco soffocante, le lasciava sempre i suoi spazi e i suoi tempi.

Mikko sorrise. «Sì, certo. Mi sento solo un po' debole.» Lasciò la mano di Jamaar e strinse il libro di nonno Brown che teneva posato in grembo, quel testo ormai la seguiva in ogni suo spostamento. Lo aveva già letto da cima a fondo tre volte e per tutte e tre le volte, non aveva trovato nulla in grado di aiutare il fratello.

L'infermiera annuì. «Se ha bisogno di qualcosa, sa dove trovarmi» le disse, prima di lasciarli alla loro intimità. Sempre molto accorta e rispettosa, erano qualità che Mikko apprezzava molto.

Con lo sguardo, la giovane seguì i bordi del tomo e subito ne delineò i contorni con un polpastrello. «Sai, Jamie... non credevo fossi un tale rammollito» disse, regalandogli un sorriso non troppo felice. Aveva iniziato a parlargli come se fosse sveglio, ogni tanto lo prendeva perfino in giro. Se l'avesse sentita, era certa che gliel'avrebbe fatta pagare amaramente. Una fitta di dolore la costrinse a piegarsi verso il letto, posando la fronte sul materasso e stringendo i denti. Quando le capitavano queste stilettate, dopo arrivava sempre il caldo e infatti, qualche secondo più tardi il suo corpo passò da un tepore accettabile a un calore quasi bruciante.

Mikko si sollevò in piedi barcollando e un gemito le sfuggì dalle labbra quando la pelle iniziò a pizzicarle come sotto assedio. Sentiva punture bollenti colpirla in ogni punto del corpo con insistenza. Si appoggiò con la guancia contro l'armadietto, il freddo del ferro le diede un attimo di sollievo ma subito dopo si scaldò costringendola a staccarsi. «Questa cosa deve finire. Non resisto altre settimane così» rantolò. Non mancava molto alla prossima luna piena. Sarebbe stata determinante per lei ma anche per Jamaar.

ARTIGLI - BACIO SELVAGGIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora