CAPITOLO 2

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Il respiro pesante della piccola Marie Anne venne soffocato dal peluche a forma di orsetto che stringeva con tenacia tra le braccia. Schiuse gli occhi sbadigliando e rigirandosi strinse al petto l'orso, ancora avvolta nel caldo tepore delle coperte. La notte precedente era stata molto difficile; a dire il vero tutte le notti dell'ultimo mese lo erano state. Dopo aver compiuto gli anni, ogni giorno che la separava alla sua prima luna diventava sempre più insopportabile. Da un mese a quella parte inoltre si alternavano giornate tranquille ad altre devastanti, fatte di febbre e malesseri dovuti all'imminente passaggio.

La prima luna era il periodo più critico per ogni mannaro, soprattutto della razza degli orsi che a quanto pare erano i più soggetti alle inquietudini del mutamento.

Marie Anne si mise a sedere sul letto guardandosi attorno con disappunto, in quell'ultimo periodo a causa della salute cagionevole aveva trascurato l'ordine della propria camera che non poteva certo definirsi adolescenziale come quella delle sue compagne di classe. C'era sempre stato qualcosa che l'aveva contraddistinta oltre alla sua natura, una maturità che da sempre l'aveva accompagnata. La perdita della madre e l'assenza di due figure genitoriali l'avevano fatta crescere prima del tempo e anche se Amarok si prodigava a padre e madre contemporaneamente, a lei questo non era mai bastato.

Era dovuta crescere in fretta in quel mondo diviso a metà tra il sovrannaturale e l'umano.

Appoggiò i piedi scalzi in terra rabbrividendo e alzandosi raggiunse di soppiatto la camera del fratello, che era situata proprio davanti alla propria. Lui teneva sempre la porta socchiusa, in caso di bisogno. Questa trascurata intimità non lo turbava, anzi, preferiva così, in modo d'aver tutto sotto controllo. Camminando a passo felpato Marie Anne si avvicinò al letto e prendendo un breve slancio si gettò sul materasso a peso morto.

Amarok sorrise prima ancora di aprire l'unico occhio di cui disponeva. Allungò la mano dietro di sé affondandola nella massa di capelli della sorella e, girandosi l'attirò contro il proprio petto. «Buongiorno, Mostro» grugnì stampandole un rude bacio sul capo.

Marie Anne scoppiò a ridere. «Hai visto che ore sono, Moki?»

«No.» Il mannaro sfilò l'altro braccio da sotto le coperte e fissò l'orologio assottigliando lo sguardo. «Son le sei, Mostro. Che succede?»

Un sospiro tremulo sfuggì dalle labbra della ragazzina mentre si accoccolava contro di lui socchiudendo gli occhi. Se quella notte aveva dormito si e no tre ore, già era tanto. «Non mi prepari come sempre la colazione prima che vada a scuola?»

Amarok la scostò un po' da sé per osservarla meglio, lo sguardo confuso e un'espressione corrucciata e pensierosa dipinta in volto. «A scuola? Oggi?» Quella sera ci sarebbe stata la luna piena, la prima di sua sorella. L'idea che andasse a scuola non lo allettava; non solo aveva passato le ultime notti con la febbre altissima ma l'imminente mutamento la faceva essere altalenante anche e soprattutto a livello emotivo.

«Vorrei andare lo stesso, sì.»

«Ne sei sicura? Ieri pomeriggio lanciavi cose per la stanza gridando oscenità.»

Marie Anne si coprì il viso, paonazza. L'avvicinarsi del cambiamento la stava facendo impazzire, se un momento prima era serena, l'attimo dopo se la prendeva con il mondo intero. Erano sbalzi di umore più che normali continuava a ripeterle suo fratello, peccato che a scuola iniziassero a pensare che avesse qualche disturbo di doppia personalità. Sì, certo, la bestia era la sua seconda personalità; la bestia che si stava svegliando. «Ho già saltato cinque volte questo mese.»

Amarok si sollevò sostenendosi il mento con la mano. Il gomito puntellato nel cuscino e i capelli lunghi che gli ricadevano scompostamente sulle spalle. Fissò la sorella con apprensione, lasciando che l'unico occhio sano raggiungesse il suo sguardo. «Come vuoi tu... ma ricordati che oggi sarà peggio degli altri giorni.»

ARTIGLI - BACIO SELVAGGIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora