CAPITOLO 22

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Mikko aveva letto per quasi tutta la notte, si era divorata maggior parte del libro che le aveva dato Amarok senza riuscire a staccare gli occhi dalle pagine. Era come se ogni cosa che leggesse, in qualche modo abbattesse passo dopo passo i muri che la sua mente si era creata. A ogni informazione che assimilava, la ferrea barriera che crescendo e diventando adulta aveva eretto tra realtà e fantasia si assottigliava e il raziocinio andava a farsi benedire. Però, per quanto la lettura fosse appassionante e addirittura illuminante, ben presto la stanchezza prese il sopravvento, così si addormentò con la faccia nel libro e in una posizione talmente contorta che avrebbe compromesso i suoi movimenti per giorni.

Tuttavia, quel mattino al risveglio si era accorta che qualcuno le aveva riposto il tomo sul comodino e l'aveva perfino coperta, rimboccandole il plaid con cura. Quell'accortezza, opera sicuramente di Amarok, la confuse.

Quell'uomo rude e scortese, rozzo e irascibile, riusciva sempre a riservarle questi piccoli gesti che in realtà per lei avevano un profondo significato. Non erano in molti, oltre la sua famiglia, ad aver dato prova di riguardo nei suoi confronti. Era strano a dirsi ma non era avvezza alla gentilezza, non senza doppi fini. Sospirò passandosi le mani nei capelli e un brivido di freddo la costrinse a stringersi nel plaid. Una vampata di profumo investì i suoi sensi, socchiuse gli occhi e restò ferma immobile, ad assaporare quel pungente odore di bosco mescolato a colonia maschile. Quella coperta sembrava aver ancora impregnato l'odore di Amarok. Un tenue e sincero sorriso le spuntò sulle labbra rosee, immediatamente cancellato al riemergere di tutti i ricordi. Quell'uomo riusciva a turbarla e disorientarla.

Ogni volta che lo guardava, le era difficile associare quell'enorme figura, seppur minacciosa, a uno spietato e animalesco orso mannaro. Ancora non le veniva facile credere che lui e la sorella potessero tramutarsi in bestie, né che fossero gli artefici di quel massacro, seppur involontario.

Eppure gli appunti di nonno Brown parlavano chiaro: le forme del mannarismo erano varie, alcune perfino sconosciute e loro, discendevano da un lungo ed ereditario ramo di orsi mannari che a ogni luna piena, subivano un mutamento e non in senso figurato. Mutavano per davvero, con tanto di dolori atroci, ossa rotte che si risaldavano in maniera differente e pelle che si squarcia.

Il ricordo di quelle gigantesche bestie feroci la fece rabbrividire, strinse al petto il plaid e si rigirò nella coperta, nel vano tentativo di chiudersi ancora per un po' fuori dal mondo. Non era pronta per il nuovo giorno, proprio no.

Restò così ancora per diversi minuti con lo sguardo fisso al muro, cercando di riordinare i vari pensieri e sistemare in qualche parte della sua mente le nuove informazioni che durante la notte il cervello aveva elaborato.

Lei e i suoi amici erano stati attaccati da un'orsa mannara alla sua prima luna. La ragazzina aveva perso il controllo sulla sua natura bestiale e non era riuscita a placare la sete di caccia della propria bestia.

Dio, stava veramente vivendo tutto questo? Secondo nonno Brown, a quanto pare, sì.

Attanagliata da quel formicolare di idee, si sollevò a sedere sul letto quasi di scatto, restando ancora qualche minuto a tergiversare con il bordo del plaid. Una volta uscita da lì sotto, c'era un nuovo e intero mondo da affrontare e non era sicura di essere pronta o di essere abbastanza aperta mentalmente.

Sì, okay, erano nel ventunesimo secolo e lo straordinario era quasi diventato il nuovo ordinario ma, ehi... mannari? Davvero? Eppure doveva farsene una ragione.

Si strofinò il viso con entrambe le mani e divagò con lo sguardo per la stanza, senza un'effettiva meta. L'occhio però le cadde improvvisamente sul cellulare in carica, ancora appoggiato sul comodino, vicino al grande tomo. Lo aveva messo lì la sera prima, però non aveva trovato il coraggio per accenderlo. Temeva che facendolo avrebbe dato ancora più voce a quella realtà che non voleva ascoltare.

ARTIGLI - BACIO SELVAGGIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora