CAPITOLO 38

6.5K 494 170
                                    

Dopo che Amarok era uscito in gran fretta, Mikko aveva passato altri dieci minuti immobile nel corridoio poi era andata a lavare i piatti, rassettare le stanze da letto e sistemare ogni cosa fuori posto. Le era presa una frenesia compulsiva che non la faceva stare ferma nemmeno un attimo. Doveva fare qualcosa, qualcosa che le tenesse la mente occupata. Passò così svariate ore a pulire, a testa china e senza mai riposare.

Si fermò solo quando fu sicura di aver riordinato l'intera casa, aveva pulito con talmente tanta foga che ora l'abitazione brillava come mai prima d'ora. Volendo si sarebbero perfino potuti mettere a mangiare in terra, tant'era immacolato.

Sospirando si lasciò cadere sul divano e quasi in un gesto automatico afferrò un cuscino portandoselo al petto. Restò così per un po', stanca e forse delusa.

Lui non era ancora tornato e probabilmente se ne sarebbe rimasto fuori tutto il giorno. Insomma, dopo quello che era successo forse voleva prendere le distanze da lei. Mikko però non si sentiva affatto in colpa di quel bacio, anzi, le era sembrato addirittura troppo breve. Si posò due dita sulle labbra, stringendo con rabbia il cuscino quasi fosse colpa sua. Avrebbe preferito essere affrontata in maniera più matura, magari guardata negli occhi, anche se le cose da dire potevano non essere belle. E invece, Amarok aveva preferito scappare e questo la mandava su tutte le furie.

Si alzò di scatto dal divano, gettando di lato il cuscino e grugnendo con disappunto.

Aveva bisogno di aria, di uscire e fare una passeggiata. Sentiva la necessità di schiarirsi le idee e articolare un discorso abbastanza plausibile da fare ad Amarok non appena si fossero nuovamente incrociati.

Non avrebbe lasciato cadere l'argomento, né avrebbe fatto finta di niente, magari dimenticandosi di quel bacio e fingendo che tra loro non fosse successo nulla.

Afferrò il cappotto appeso all'attaccapanni all'entrata e infilandoselo frettolosamente uscì nel gelo di dicembre. Fuori tirava un gran vento e microscopici fiocchi di neve scendevano ondeggiando come un'infinità di minuscoli ubriachi.

Restò imbambolata, con il naso all'insù e sorrise sentendo sulla pelle quei piccoli chicchi di gelo che si scioglievano non appena le sfioravano il volto. La sua temperatura da quando era stata morsa si era pian piano alzata e più si avvicinava la luna, più il calore iniziava a far parte di lei. Non la abbandonava mai.

Non era però come quando veniva colta dalle crisi, dove la temperatura schizzava alle stelle e poco mancava che i suoi organi si cuocessero come su una griglia di un barbecue; era più come il surriscaldamento globale, dove un passo alla volta il suo corpo aumentava di gradi e da quel che diceva Amarok, così sarebbe rimasto per sempre.

Uno dei pregi della gran parte delle razze mannare era proprio la temperatura elevata che permetteva di sopportare bene anche i climi freddi.

Tuttavia, lei ancora non era al cento per cento un mannaro e questo le venne ricordato da una folata di vento gelido che la costrinse a stringersi nel cappotto, passandosi le mani sulle braccia per riscaldarsi.

Perdendosi un po' a guardare la natura, ancora addormentata dal gelo invernale, continuò a camminare senza una vera meta, cercando di non pensare troppo seriamente a quel bacio.

Amarok in tutti quei giorni era stato molto premuroso e accorto nei suoi confronti, si era sempre prodigato e impegnato ad alleggerirle il carico da novanta che involontariamente la sorellina Marie Anne le aveva scaricato addosso. Seppur con riluttanza aveva imparato a fidarsi di lui e nonostante le costasse ammetterlo, perfino la sorella non le era sembrata una cattiva persona una volta conosciuta un po' meglio.

Si strofinò il volto con entrambe le mani e sospirò.

Quel bacio ad ogni modo aveva cambiato tutto. Non riusciva più a guardarlo con distacco. Se prima era riuscita in qualche modo a mantenere una certa distanza, era stato anche grazie al proprio risentimento e non da meno al carattere burbero di Amarok. In realtà, ora dopo ora, giorno dopo giorno, quel loro rapporto non aveva fatto altro che consolidarsi. Nella sofferenza avevano creato qualcosa, un po' come un fiore che riesce perfino a sbocciare tra le crepe del cemento o nell'aridità di un deserto.

ARTIGLI - BACIO SELVAGGIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora