Quel cielo così limpido e raggiante, si era cosparso di nubi scure e insidiose, cariche di pioggia e cattivi presagi. Tutto il paesaggio sembrava essere stato inghiottito dalla notte; una notte fatta di lampi e tuoni, fatta di paura ed elettricità. Bagliori veloci e momentanei rischiaravano quelle fitte tenebre, come uno scorcio di respiro mentre si ha la testa sott'acqua o il frammento di una melodia soave in un lugubre silenzio.
Mikko si strinse al piro, affondando le unghie nel suo giacchetto di pelle. Lo sguardo spiritato incollato su i due mannari ma ancor più sul biker che la stava terrorizzando con quegli impossibili effetti speciali che lei stessa non si riusciva a spiegare. Non poteva essere vero. Nulla di ciò che vedeva poteva esserlo.
Nel mondo in cui ti hanno catapultato ha un senso.
La frase del giovane ragazzo a cui era stretta continuava a martellarle nella mente. Cosa volevano dire quelle parole? In che mondo era stata catapultata? Non riusciva più a scindere la realtà dall'illusione. Ciò che vedeva le sembrava assurdo e irreale, eppure al contempo non credeva di essere diventata pazza all'improvviso. Ci doveva essere una spiegazione a tutto questo.
Il cielo lampeggiò, un fulmine illuminò a giorno quel tetro contesto. Ancora una volta quella lama d'elettricità si scagliò sull'uomo dalla folta barba. River accolse il lampo a braccia aperte, con sguardo lucente e feroce. Quando il cielo si placò un attimo, lasciando tutti finalmente in silenzio, sollevò la catena e la schioccò in aria.
Mikko non sapeva il materiale con cui l'avevano forgiata ma vederla attraversata da scintille azzurrognole che scoppiettavano rumorosamente, le faceva credere che forse al suo interno scorreva dell'elettricità; anzi, forse era lo stesso biker a trasmettergliela. In fondo non aveva mai visto un uomo che dopo esser stato colpito per due volte consecutive da un fulmine si salvava.
Era tutto così folle, tutto così impossibile, improbabile.
«Trecento. Duecento in meno a testa... visto che la pena è stata ridotta» disse Shomari, facendo alcuni passi indietro.
«Trecento? Non c'è nemmeno il gusto della tortura» replicò River, rabbioso.
«Credimi, basteranno.» Shomari non voleva dargli troppe libertà. L'ultima volta che gli aveva lasciato carta bianca, non c'era stato più nessuno da congedare a fine tortura. Il Consiglio si era infuriato terribilmente per quello scivolone e tutto il gruppo ne aveva pagato le conseguenze. Uccidere quando si veniva mandati solo per torturare era un po' come non ascoltare gli ordini. Bisognava sempre conoscere i propri limiti, essere consapevoli dell'attimo in cui era ora di dire basta e fermarsi. River non aveva un metro di giudizio adeguato, per lui torturare non era mai troppo, mai abbastanza; peccato che il Consiglio non fosse dello stesso pensiero, alla fine erano un organo superiore molto severo ma non di certo spietato e sanguinario. Il loro compito più importante era quello di mantener l'equilibrio tra il mondo degli umani e quello dei sovrannaturali. Non sempre era facile, ecco perché le sei punte si spostavano nei vari Stati del mondo per impartire le giuste punizioni; pene adeguate, senza oltrepassare i comandi ricevuti.
La catena frizzò tra le mani di River mentre frustava in un punto vuoto davanti a sé. Le scintille di elettricità scoppiettarono tutte attorno all'argento e quando il metallo toccò terra, uno schizzo di neve mista a ghisa saltò in aria come se fosse appena scoppiata una bomba.
Il biker ghignò divertito e quando nei suoi occhi i lampi danzarono impetuosi, un riverbero si accese nel suo palmo, estendendosi a tutta la lunghezza dell'arma. Nuove scintille la avvolsero interamente, così tanto piene di energia d'abbagliare lo sguardo.
Mikko si coprì con una mano gli occhi, cercando di non venir sopraffatta da quella luce. Non poteva credere a ciò che presto avrebbe assistito. Sembrava la folle scena di uno di quei film fantasy che amava andare a vedere al cinema con Arteca e il fratello.
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ARTIGLI - BACIO SELVAGGIO
WerewolfSECONDO LIBRO DELLA SAGA ARTIGLI Michigan. Stato di licantropi e mannari. Regolato da un giovane Magister a cui non mancano soldi, potere e influenza è lo scenario di una zona disseminata di branchi. Branchi di razze mannare differenti e contrastant...