28. Ripresa

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Roxen tornò nel suo corpo. Merlino rimise al loro posto le pietre d'alabastro e le lanciò occhiatacce di rimprovero, che lei ignorò assicurandosi di guardare il soffitto con estrema attenzione.

La morte e le parole della Sterminatrice tornarono più volte alla mente, come la scena di un film messa in loop. Non fece altro che tormentarsi con quelle immagini e quelle frasi. Ma ciò che le faceva più male era che Alexander l'aveva allontanata, di nuovo. Prima le aveva promesso che l'avrebbe raggiunta e poi le aveva intimato di andarsene.

Senza contare che quella condizione di paralisi con tanto di riposo forzato a letto era insopportabile per lei. Dover essere accudita e assistita da altre persone, essere un peso per gli altri era insopportabile. Riscke avrebbe subito la sua ira!

Merlino la rimproverò con un tono che rassomigliava vagamente a quello di Algidea e si rifiutò di darle subito l'antidoto per punirla. Il viso di Roxen divenne paonazzo mentre il Grande Mago le sciorinava la sua bella ramanzina. Era furiosa! Si malediva per essere andata a cercare Milacre ed essere rimasta soggiogata da una simile beffa. Si augurò che i tempi di guarigione fossero più rapidi possibili.

***

I giorni passarono e Kalì si alternò spesso a Eros nell'assistere Roxen, mentre i suoi pensieri tornavano costantemente su Alexander e sulla Sterminatrice, senza darsi pace.

Dopo il sesto giorno di paralisi i muscoli facciali iniziarono a distendersi e poté assumere cibo solido. Si attentò a parlare, ma le lettere le uscivano biascicate, poco comprensibili. Ogni volta che si sentiva frustrata o arrabbiata si mordeva il labbro inferiore, fino a farselo gonfiare e sanguinare. Kalì la rimproverava e a volte le dava piccoli colpi sulla bocca, per impedirle di mordicchiarsi.

Roxen le lanciava occhiate di fuoco: quella donna demone era una sconosciuta, ma stava prendendosi cura di lei ed era anche fin troppo paziente nei suoi confronti. Era una sorta di animale domestico che però la accudiva invece di essere accudito.

Milacre invece era sempre più insopportabile. Entrava nella sua stanza e cominciava a sproloquiare senza sapere le vere motivazioni dei suoi gesti. - Se tu non avessi usato la tua energia per toccare... chi hai toccato, Rox? Il vampiro? -

Anche quel giorno era venuto solo per infastidirla. Stava già lottando contro Kalì che voleva per forza darle una brodaglia nauseabonda se poi ci si metteva anche lui, non appena sarebbe stata in grado di muoversi li avrebbe rispediti entrambi nella dimensione infernale!

Si voltò verso Milacre socchiudendo gli occhi a due fessure. Desiderò ardentemente parlare e chiudergli quella boccaccia. - Zitto. -

Sgranò gli occhi sorpresa: quella era la sua voce? Erano settimane che non la sentiva e infatti le sembrò irriconoscibile, rauca, graffiata. Quando si accorse che anche gli altri avevano udito, vide Kalì saltare sulla sedia facendo cadere il piatto e la minestra a terra, Milacre correre accanto al letto ed Eros, che se n'era stato affacciato alla finestra ad ammirare il paesaggio, ritrarre la testa meravigliato.

- Dillo ancora! - la incitò l'ex druido.

- Zitto - ripeté Roxen, aprendo un po' di più le labbra e riuscendo a muovere la lingua seguendo i fonemi delle lettere. Sì, era proprio la sua voce, un po' indolenzita, come lei, ma era la sua voce.

Kalì saltò sul posto eccitata, battendo le mani - Oh! Puoi parlare! Avanti, avanti, di' qualcosa! - la esortò, avvicinandosi a pochi centimetri dal suo viso.

Eros scostò delicatamente la donna demone da Roxen - Così la soffochi! Lasciala stare! Piuttosto chiamiamo Merlino, diamogli la buona notizia! -

- Sono già qua! Ho sentito del gran baccano mentre passavo per il corridoio. - Il viso sorridente del mago si affacciò nella stanza e attraverso le lenti sottile le ammiccò sornione.

Prophecy - Sapphire [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora