Lucy stiracchiò le braccia intorpidite dal sonno. Dopo la discussione tra Sara e Samuel la serata era finita e molti avevano preferito ritirarsi in biblioteca a discutere di Psiche e del piano di Eros, lasciando che Samuel si leccasse le ferite.
Lucy aveva preferito tornare al Casolare. Per quanto la situazione fosse critica, non se la sentiva proprio di restare a Castello. Con l'umore che aveva non sarebbe stata di certo di grande aiuto.
Solo ora che era completamente sveglia si accorse di un corpo freddo che si alzava e abbassa accanto a lei. Ne riconobbe subito il profilo nobile e una stretta al cuore le impedì di buttarlo giù dal letto, come avrebbe meritato.
Lucy si rannicchiò guardandolo. Non lo aveva neanche sentito infilarsi sotto le lenzuola. Tutto quello che era successo la notte del ballo le tormentava i pensieri. Doveva allontanarsi da lui: se ne stava innamorando profondamente e la colpa era di quell'atteggiamento gentile e premuroso che aveva nei suoi confronti. La verità, però, era che Samuel era un nobile e come tale si stava comportando, nulla di più nulla di meno. La sua gentilezza era solo data dall'etichetta e lei si era illusa come una sciocca.
Non avrebbe mai potuto competere con Sara, lei era bella e coraggiosa. Lucy, invece, si riteneva un'anonima strega mediocre, anche se da un po' le ronzava per la testa un'idea, che stava divenendo un bisogno quasi impellente di dimostrarsi all'altezza degli altri. Se fosse riuscita a estorcere qualche informazione a Mirijana avrebbe potuto aiutare davvero il resto della squadra e forse Samuel l'avrebbe vista per quello che era, non più come semplice ripiego della vampira. Questo pensiero le dava il coraggio di allontanarsi da lui senza vederlo come un addio, ma come un'occasione di riscatto ai suoi occhi.
Si alzò silenziosa e si rivestì. Udì un mugolio alle spalle. Non si girò, anche se due occhi di ghiaccio le stavano perforando la schiena.
- Lucy - la chiamò.
Lei si bloccò. Si voltò appena, tenendo lo sguardo basso. - Non ti ho sentito stanotte. -
- In realtà sono venuto poco prima dell'alba. Roxen e Xander hanno fatto ritorno e li ho portati da Eros. Credo ci siano altre brutte notizie in arrivo. - Lo sentì alzarsi e venire accanto a lei.
- Stavi andando al Castello? -
Le loro iridi si incrociarono e Lucy ebbe un breve ripensamento. Per un attimo pensò che forse Samuel già riconosceva in lei qualcosa di speciale. Eppure non si permise di cedere.
- No, io... - si fermò un secondo prima di proseguire. - Io vado a Camelot! Ho deciso che andrò a interrogare Mirijana, per avere qualche informazione. -
Vide lo sguardo di Samuel diventare sgomento. Sentì le sue dita aggrapparsi alle braccia e lei dubitò di nuovo della propria decisione.
- Dici sul serio? -
Lucy desiderò che Samuel non la guardasse in quel modo implorante, la stava facendo desistere, ma soprattutto le stava dando speranza e lei non ne poteva più della speranza.
- Sì. Ora scusami, ma devo chiedere un passaggio a Eros per Greenwich. -
Spinse delicatamente Samuel lontano da sè e lasciò la stanza in fretta e furia, senza voltarsi indietro.
***
Alexander si trovava in camera con Roxen. Dopo che Sara era riuscita a calmare Eros, loro avevano fatto ritorno nel Castello.
Roxen si era seduta alla scrivania di Alexander, sfogliava il libriccino con l'antidoto mentre spuntava gli ingredienti in loro possesso.
- Ne manca solo uno e... il tuo sangue - gli disse, incrociando lo sguardo con il suo.
Da quando aveva messo piede nella stanza, Alexander non aveva fatto altro che andare avanti e indietro giocherellando con l'erba che gli aveva donato Soriana.
- Roxy, vuoi davvero diventare la Sterminatrice? - La voce gli era uscita incerta.
Roxen fissò un punto imprecisato davanti a sé e lui sentì il cuore balzargli nel petto.
- Sì - rispose lei in un sussurro.
Alexander le fu davanti e, poggiandole le mani sulle spalle, si inginocchiò, catturando completamente la sua attenzione. - Allora c'è una cosa che devi sapere. - Con tono grave la mise al corrente del passato di Sarabi, intrecciato a quello del Conte e di Vlacu e della conseguente perdita dell'incarico di Sterminatrice.
Roxen lo ascoltò turbata. - Non può essere possibile! - Esplose e poi lo guardò di sottecchi, sospettosa. - È la verità o solo un trucco del Principe del Tenebre per impedirmi di assolvere al mio ruolo? -
Per Alexander fu come ricevere un pugno nello stomaco. Non voleva credere che lei stesse davvero dubitando di lui. - Come puoi anche solo pensare una cosa simile in questo momento? -
Vide Roxen prima impallidire poi arrossire come scottata. Lo raggiunse e gli prese la mano. Se la portò al petto, nonostante lui opponesse una lieve resistenza.
- Scusa, sono solo molto tesa per tutta questa faccenda. Sono terrorizzata all'idea di diventare la Sterminatrice e quindi tua nemica, ma... alla luce di quello che mi hai detto è probabile che la Falce mi rifiuti. -
Anche lui aveva paura. Non voleva perderla e non voleva trovarsi a combattere contro di lei. Doveva ammettere anche lui, però, che i poteri della Sterminatrice sarebbero stati preziosi contro i nuovi nemici, o almeno era quello che entrambi speravano. - L'energia della Falce si sta esaurendo e non sembra che lei sia disposta ad addormentarsi. Credo che nonostante tutto, ti accetterà. - Le disse con rassegnazione.
Roxen gli si avvicinò, sfiorandogli una guancia. Lo spinse a guardarla negli occhi e si trovarono. Si strinsero in un abbraccio bisognoso e Alexander la avvolse con tutto l'amore che era in grado di trasmetterle. Affondò il viso nell'incavo del suo collo e assaporò il suo calore misto a quel dolce profumo che risvegliò in lui la sete.
Premette le dita sulla sua schiena e la sentì tremare sotto di sé. Si guardarono una manciata di secondi e lui sentì il proprio animo diventare famelico. Dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per staccarsi, ma Roxen lo trattenne.
Gli mancò il respiro e la sete lo accese di istinti animaleschi. Ci fu uno scambio di carezze delicate che imploravano di saziare due anime deboli. Alexander sentì gli ultimi barlumi di lucidità scivolargli dalla mente. Le scostò i capelli dal collo, le bloccò il mento tra due dita e la morse.
Affondare i canini in quella carne così perfettamente bianca e colorarla di rosso, fu la cosa più eccitante che avesse mai provato. Quando il sangue raggiunse la lingua, Alexander credette di non poter mai più cibarsi di altro se non di lei. Era sublime e sapeva di Roxen, della sua testardaggine e del suo fuoco.
Il silenzio li avvolse come se volesse coprirli, complice delle loro azioni. Alexander la strinse di più a sé, affondò i canini e solo quando le sfuggì un gemito, lui riuscì a fermarsi.
Aveva i battiti accelerati e si sentì invincibile, inebriato dall'elisir che era Roxen stessa. Staccarsi da lei fu doloroso, come se spezzasse un osso. Lei si accasciò semi incosciente tra le sue braccia. Sorrideva serena e lo guardò con occhi traboccanti d'amore.
La coricò sul letto e le si stese a fianco, accarezzandola. - Scusa. -
- No, è stato... bello. - Sussurrò lei.
- Ma ora sei ancora più vulnerabile, se dovessero attaccarci. Sono stato un incosciente. -
Roxen scosse la testa - Mi riprenderò in fretta e poi lo volevo da tempo. - Lo baciò a fior di labbra e si addormentò serena accanto a lui.
Alexander rimase a guardarla - Peccato solo che Algidea ci scuoierà vivi, non appena se ne accorgerà. -
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Prophecy - Sapphire [Completa]
VampireSecondo libro della Saga Prophecy. Abbiamo lasciato tutti i membri della squadra in partenza, ognuno con il cuore colmo di dolore per la morte di un caro amico. Le loro vicissitudini non sono però terminate: ostacoli imprevisti, pietre da ritrovare...