Alexander corse alla svelta verso i due vampiri che stavano lottando fra loro. Afferrò Vlacu di spalle, costringendolo ad allontanarsi dal collo di Dracula. Quest'ultimo si teneva la gola tossicchiando e guardando con gli occhi iniettati di sangue Vlacu.
- Lasciatemi andare, Signore! Lui ha ucciso la donna che amavo! È stato lui, con la sua perfidia, con la sua dannata sete di potere... - mentre si dimenava cercando di liberarsi dalle braccia di Alexander, le parole gli morirono in gola soffocate da singhiozzi incontrollati.
Alexander provò un'immensa pena per il suo fidato consigliere. Aveva ascoltato lo scambio che c'era stato tra lui e il Conte e aveva assistito alla follia di quella donna. Per una volta doveva ammettere che non era colpa del Conte, non completamente almeno.
In fondo se la Sterminatrice si era innamorata di Vlad, lui non aveva fatto altro che sfruttare a suo vantaggio la situazione. La sua colpa era stata proprio quella di usare i sentimenti della Sterminatrice a suo piacimento. Se quella donna avesse aperto un po' di più gli occhi, forse non si sarebbe fatta ingannare da Vlad e dal suo modo di fare.
Alexander non sapeva com'era andata esattamente la storia, ma doveva allontanare Vlacu da Vlad per evitare che facesse pazzie di cui poi si sarebbe pentito.
- Vlacu, Sarabi non ha voluto ascoltarmi, non ha permesso a nessuno di entrare in contatto con lei. Ormai era impazzita per la solitudine. Ha scambiato Roxen per una sua amica, una certa Rossana, dicendo che questa fosse tornata dall'aldilà per vendicarsi. Non c'era più niente da fare. In tanti secoli ha avuto modo di pensare e ripensare a quello che era accaduto, avrebbe potuto fare qualcosa per se stessa, invece ha scelto la solitudine e la violenza. - Gli aveva posato le mani sulle spalle e lo stava spingendo verso le scale per allontanarlo dal Conte. - Ora perché non vai a riposare? In questi giorni ti sei occupato di me, prenditi una giornata libera e va' a farti una passeggiata. Anche io ho delle cose da dire al Conte. - Si voltò verso quest'ultimo lanciandogli uno sguardo serio ed eloquente, mentre con un'ultima spinta riuscì a indirizzare Vlacu verso i piani superiori.
Prima di salire, Vlacu gli chiese se avesse con sé almeno un oggetto della Sterminatrice e lui annuì. Mosso a compassione gli promise che glielo avrebbe portato.
- Grazie - rispose Vlacu, abbassò la testa infossandola tra le spalle e se ne andò mesto dalle prigioni.
Alexander lo guardò uscire, assicurandosi che non tornasse indietro a finire quello che aveva iniziato. Quando si concentrò sul Conte lo vide rintanato in un angolo della cella, avvolto nel suo mantello nero. Sembrava troppo docile per essere vero.
Alexander si chiuse le sbarre alle spalle e fissò l'anziano vampiro con disprezzo. Inclinò la testa sbuffando e gli diede un piccolo calcio ai piedi, per attirare la sua attenzione. - Ehi, vecchio! - lo chiamò disgustato.
Il Conte rimase con la testa china, coprendosi ulteriormente il capo con le braccia. Alexander stava iniziando a spazientirsi. Gli diede un altro colpetto avvicinandosi.
- Non ho molta voglia di perdere tempo. Devo solo farti delle domande riguardo il potere della Sterminatrice e i suoi manufatti. - Attese ancora qualche secondo, ma non ottenendo nessuna reazione riprese nella speranza che prima o poi avrebbe parlato.
- Perché la Falce l'ha allontanata? Perché non poteva più usarla e nessuno dei suoi manufatti rispondeva ai suoi comandi? - Puntò gli occhi neri sulla nuca di Dracula e col pugno chiuso batté nervosamente contro la fredda pietra della cella. Passò una manciata di secondi, ma il Conte ancora taceva. Alexander, sempre più spazientito, lo afferrò per le braccia e lo tirò su, scaraventandolo contro il muro. - Parla - gli ordinò a denti stretti.
Vlad Dracula lo guardava con occhi vitrei e lucidi. Non posso crederci. Sta piangendo, Alexander alzò un sopracciglio sorpreso e sospirando allentò la presa sul vecchio vampiro, che finalmente si decise a parlare. - La Falce, così come gli altri oggetti l'hanno allontanata perché avevano riconosciuto il nemico in me, colui che l'avrebbe portata via dalla missione. L'hanno respinta perché aveva perso la sua purezza con me. Non solo era innamorata di un vampiro, ma si era anche concessa a lui. - La voce del Conte uscì smorzata dai singhiozzi e soffocata dalle lacrime che gli morivano in gola.
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Prophecy - Sapphire [Completa]
VampiroSecondo libro della Saga Prophecy. Abbiamo lasciato tutti i membri della squadra in partenza, ognuno con il cuore colmo di dolore per la morte di un caro amico. Le loro vicissitudini non sono però terminate: ostacoli imprevisti, pietre da ritrovare...