Capitolo 2

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LIZ
I due ragazzi mi conducono ad una sala molto grande e con un lungo tavolo di legno al centro. Un grande lampadario pende dal soffitto, e l'intera stanza è rivestita di legno scuro.

Seduto, c'è un uomo in camicia blu e pantaloni neri: dev'essere sulla quarantina o sulla cinquantina, i capelli neri che vanno piano piano a farsi grigi sono portati al indietro, un po' di barba sul viso, occhi azzurri, un fisico imponente e dolci lineamenti. Le sue labbra si piegano in un grande sorriso quando mi vede, rendendolo molto affascinante.

- Jack, eccoci qui. La nostra ospite si è svegliata. - lo informa la ragazza, fermandosi davanti al lungo tavolo, seguita dal suo amico. Tutti e tre si voltano a guardarmi ed io mi sento in imbarazzo. Sembra di essere al primo giorno di scuola, quando nessuno ti conosce e l'ansia e il timore ti tormentano.

- Bene. Molto piacere, Elizabeth. Io sono Jack, Jack Jones. - mi porge la mano.

- Piacere. - gliela stringo un po' riluttante.

- Comunque, loro sono Ella Snow e Richard Wilson. - indica i due con il braccio destro.

- Sì, ci siamo già conosciuti. - dice Richard, massaggiandosi la spalla.

- Perché ti massaggi la spalla? - chiede Jack preoccupato, osservando Richard con sguardo indagatore.

- Elizabeth l'ha colpito con un getto d'aria, credo. - Ella risponde per lui.

- Sì, a proposito, scusami. - mi rivolgo a Richard, incrociando le mani dietro la schiena. Sembra un ragazzo simpatico e non so perché, ma mi dà la sensazione di voler abbracciare e proteggere chiunque con quelle spalle larghe.

- Ah, vedo che sei già brava ad utilizzare il tuo totem. -

- Totem? - domando, incuriosita. Quest'uomo sembra molto buono e si rivolge a tutti con tono gentile, ma devo avere delle risposte.

Prima fra tutte: perché sono qui?

- Il totem che porti al collo. Il totem dell'aria. - si avvicina, toccando il ciondolo. Sono sempre più confusa.

- Mi scusi, signor Jones, ma non so davvero cosa sia un totem. Vorrei sapere perché sono qui? - sbotto in tono arrabbiato. La pazienza non è mai stata il mio forte.

- Okay, allora andiamo con ordine: tu sei un exodus. -

- Un exodus? - quest'uomo è fuori di testa, tanto da sparare parole latine a caso. Devo andarmene da questo covo di matti.

- Un exodus è una persona con particolari abilità. Per esempio, Ella sa creare ghiaccio, Richard sa controllare e manipolare la luce, ed io... - interrompe la conversazione, perché in un attimo sparisce e, dopo pochi secondi, lo ritrovo a qualche passo da me - mi teletrasporto. - conclude.

- Okay, tutto molto chiaro, ma io non sono quello che voi pensate. Insomma, ho sempre avuto una vita normale e non ho mai sentito parlare di questo termine. Non sono una maga, ma solo una ragazza che vorrebbe tornare a casa sua. - dichiaro, scettica.

- A tutto c'è una spiegazione. - interviene Ella.

- Lascia solo che Jack ti spieghi. - dice Richard, in tono gentile.

- Devi sapere che gli exodus si dividono i due categorie: gli exodus puri, che hanno i poteri fin dalla nascita, e gli exodus composti, che acquisiscono i poteri tramite i totem, come te. Esistono tanti totem al mondo; di conseguenza, tanti exodus composti. -

- Stai dicendo che io sono un... - troppe informazioni, la mia testa sta esplodendo. Un attimo fa, ero in un soffice letto bianco ed ora mi sto facendo influenzare da tre sconosciuti. Vorrei poter credere che tutto questo sia una messinscena ma, dopo quello che ho visto, non credo di poter dare una risposta razionale.

- Un exodus composto. Quello che porti al collo è il totem dell'aria. Chi te l'ha dato? -

- Mia madre. - ma che sto facendo?!Conosco a malapena questi tizi, mi bevo queste balle e gli confesso informazioni private?

- Sentite, grazie di avermi salvata e curata, ma adesso me ne vado. - faccio per andarmene, ma Jack mi blocca, teletrasportandosi avanti a me. - Lasciami passare. - gli dico, posizionando d'istinto una mano sulla collana.

- Non puoi, Elizabeth. Tu ora sei una fuorilegge, come noi. Gli exodus non piacciono alla gente. Se vai là fuori, verrai arrestata e portata in una cella, dove ti faranno esperimenti. Troppi exodus sono morti a causa di persone stupide e senza cuore. Devi restare qui con noi e fidarti. - il tono di Jack è allarmato.

- Dovrei fidarmi di voi? -

- Sì, perché noi siamo la tua specie, ora. - interviene Ella. - Adesso non puoi fare altro che fidarti di noi, visto che non hai nessuno su cui fare affidamento. -

- Ha ragione. Ti prego, Elizabeth. Resta. - sembra che Jack non voglia farmi restare solo per il totem. Anzi, il contrario. Non gli importa di questo ciondolo, ma di me stessa.

È tutto così strano: per tutta la vita ho creduto di essere destinata a qualcosa di più grande, che tra le persone comuni non c'era il mio posto, mi sono sentita un pesce fuor d'acqua. Ma forse con queste persone tutto può cambiare, potrei trovare il mio posto ed essere finalmente completa. Non è tutto uno scherzo o una bugia, no. La prova di tutto questo ce l'ho qui con me, al collo. È come se la vita che ho condotto finora non fosse la mia: sono destinata a qualcos'altro.

- Sì. - annuncio, dopo aver riflettuto a lungo sotto gli sguardi speranzosi dei tre. - Resterò, ma solo per avere delle risposte concrete a quello che quegli uomini vogliono da me. -

- Fantastico. Ne possiamo parlare a cena. Nel frattempo, condividerai la stanza con Ella. - Jack batte le mani, entusiasta.

- Oh, sì. Finalmente posso spettegolare con qualcuno. Andiamo, Elizabeth. - la ragazza si incammina. Mi tocco il ciondolo, per darmi sicurezza. Devo avere fiducia in me stessa, posso avere delle risposte finalmente.

- Elizabeth, andiamo, forza. - la voce della ragazza mi distrae dai miei pensieri. Ella è ancora lì ad aspettarmi, su una rampa di scale.

Spero solo che quello che mi ha detto mamma non si avveri.

- Arrivo, non mettere ansia. - dico, con un velo di antipatia, e mi avvio con lei.

Solo perché starò qui non significa che debba essere simpatica e farmi amiche queste persone.

Instagram: viepsilon

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