Capitolo 24

2.1K 107 22
                                    

JASON
Mi sveglio e mi guardo intorno, mentre i ricordi della notte scorsa ritornano a galla. Elizabeth dorme girata dall'altra parte, coperta soltanto dal lenzuolo del letto. È abbastanza presto, e non voglio svegliarla. Mi alzo, molto lentamente, senza neanche vestirmi. Resto in piedi e mi gratto il mento.

Dannazione! Mi sono lasciato travolgere dai sentimenti. Lei è diversa, non è come tutte le altre, ma io non posso fare lo stesso errore, non un'altra volta, non con lei. Non può succedere ancora. Lei è speciale, mi fa impazzire all'istante e... questo è un male. Un male troppo doloroso, che non posso sopportare. Non posso permettere a qualcuno di rompere la mia corazza, nemmeno a lei. Non ho altra scelta. Non dopo quello che è successo. Scusa, Elizabeth. Non voglio che succeda anche a te. Tu sei troppo importante, ed io non posso permetterlo

LIZ
Mi sveglio. Ci metto un po' a capire dove sono, poi mi ricordo all'istante la notte scorsa. Immediatamente, la gioia e la curiosità riempiono il mio corpo.

Mi giro dall'altra parte e non vedo Jason di fianco a me. Mi guardo intorno e lo ritrovo di spalle, seduto su un lato del letto. Sguscio fuori dalle coperte e, con massimo silenzio, lo abbraccio.

- Buongiorno. - lo saluto, felice come non mi sentivo da tanto tempo e consapevole dei miei sentimenti. Non provavo da troppo tempo delle emozioni così belle. Con quello che è successo in questo lasso di tempo, la felicità non era ben gradita nel mio cuore. Ma con Jason è tutto diverso. È tutto più bello.

- Buongiorno. - il suo tono freddo cancella subito la mia felicità. Sarà una mia impressione. Spero che sia una mia impressione.

- Come hai dormito? - gli chiedo. Lui mi risponde con un semplice "bene". Noto che indossa solo i boxer e lo vedo pensieroso, molto pensieroso.

- C'è qualcosa che non va, Jason? - gli chiedo, diretta. Perché è così freddo?

- Va tutto bene. - dice, con il tono distaccato di prima. Non riesco a capirlo. Abbiamo fatto l'amore, ed è stata una notte così speciale per me, ma lui non è dello stesso parere, a quanto pare. Non riesco a decifrare le sue emozioni, sembra assente, disperso in una sua dimensione.

- Non sembra. - gli faccio notare.

- Ho detto che sto bene. - mi guarda dritto negli occhi e riesco a vedere tutta la rabbia che ha in corpo.

- Ehi, stai calmo. - lo rimprovero. - Si può sapere che hai? E non dire che stai bene. - attendo la risposta, che per molto tempo non arriva. Ma quando arriva, forse è meglio non averla mai sentita:

- Vattene. -

- Cosa? - gli chiedo, confusa.

- Non mi hai sentito? Vestiti e vattene. -

- Io... non capisco. -

- Hai capito benissimo, invece. Vattene. - Jason è impassibile, riesco a vedere solo una cosa dentro di lui: rabbia. Possibile che sia stata io a causare tutta questa rabbia? Possibile che il Jason di ieri sera sia scomparso nel nulla?

- Perché fai così? - le lacrime sono sul punto di scendere. E pensare che un minuto fa ero così felice. Lui non può giocare con i miei sentimenti. Sa che l'amore è una cosa complicata per me, dopo quello che è successo con Fred, e non può divertirsi in questo modo.

- Perché mi va, okay? E se ti stai chiedendo il perché ieri notte ti abbia scopata, ti rispondo subito: è stato solo sesso. Mi andava di farlo e l'ho fatto. Non mi interessa più di tanto. - le parole mi feriscono come mille schegge di vetro su tutto il corpo.

- In pratica, stai dicendo che sono stata la tua puttana. Anzi, un oggetto. - gli dico, con la voce impastata dalla tristezza. Due lacrime mi rigano il viso.

- Proprio così. - mormora con freddezza. Distoglie lo sguardo da me e ritorna nei suoi sogni, come se io fossi un oggetto inutile di cui si è stancato e che ora vuole buttare. Adesso, io sono carica di rabbia. Afferro il suo viso, la mia mano si solleva e va dritta sulla sua faccia, facendogli rimanere il segno. Lui mi guarda allibito. Noto del dispiacere e dello stupore nei suoi occhi, ma sicuramente l'avrò immaginato. Visto che non mi vuole, me ne andrò. Mi vesto e vado via da questa stanza.

Entro nel bagno e mi sciacquo il viso inumidito dalle lacrime salate. Perché è successo? Perché l'amore non può essere semplice? Sono maledetta? Esco dal bagno e mi dirigo in stanza. Voglio solo dormire, riposarmi e restare da sola. Il mio cuore è stato ridotto in mille pezzi, e non riesco a calmarmi. Sento tossire alle mie spalle.

- Bentornata. - dannazione.

- Buongiorno, Ella. - la ragazza è davanti a me a braccia incrociate. Cerco di non farmi vedere in questo stato, togliendo i residui del mio dolore.

- Dove diavolo sei stata? - esplode. Butto la scusa più plausibile, cioè la prima che mi viene in mente. Non voglio parlare di quello che è successo.

- Sono stata con Gwen e Kelly a vedere un film. Si è fatto tardi e, dopo aver finito il film, mi sono addormentata subito; loro non hanno voluto svegliarmi, hanno preferito lasciarmi riposare. -

- Sei una pessima bugiarda, Liz. - mi deride Ella.

- Scusa? -

- Numero uno: Kelly e Gwen ieri sera erano fuori in ricognizione alla ricerca di nuovi exodus in pericolo.
Numero 2: hai dei succhiotti e dei segni sul collo.
Numero 3: è facile immaginare anche con chi sei stata, visto che hai la pelle del collo arrossata per il caldo. L'unico che sa fare questo, è Jason. -
Non mi ero per niente accorta dei segni che ho sul corpo.

- Liz, lo sai che puoi confidarti con me. Quindi, raccontami. - Ella vede le lacrime e mi abbraccia. Lei è l'unica che può comprendermi. Le racconto tutto, tranne i particolari della mia prima volta.

- Fantastico, quell'idiota ti ha ferita un'altra volta. - si lascia andare, sarcasticamente. Ha ragione. Questa è la seconda volta che Jason mi ferisce, ed è stata più dolorosa della prima.

- Ora che intenzioni hai? - mi chiede, preoccupata.

- Proverò ad evitarlo, anche se sarà difficile. Il mio ultimo tentativo è stato inutile. -

- Già, ma tu sei forte, e so che ce la puoi fare. Vedrai, tutto si sistemerà nel verso giusto. -

- Grazie, Ella. - per fortuna, ho lei. Il suo aiuto è indispensabile per me.

- Liz, Ella, - Helena è sulla soglia della porta. - venite con me; Jack ci vuole parlare. -

Giungiamo in laboratorio. Siamo le prime, assieme a Kelly, e pian piano anche gli altri ci raggiungono.

- Incendio in vista. - mi avvisa Ella. Capisco subito il suo riferimento: Jason sta arrivando, e il suo sguardo punta subito a me. Uno sguardo compassionevole. Ma io non voglio la sua compassione. Lo ignoro e concentro la mia attenzione sul computer acceso di Kelly.

- Ciao, ragazzi miei. - il viso di Jack appare davanti a noi sul monitor. Tutti insieme lo salutiamo.

- Dove sei? - gli chiede Helena.

- Nella mia stanza al rifugio. -

- Come sta andando la missione? - Ella sembra interessata.

- Va tutto bene. Abbiamo quasi finito di risolvere il caso. Il capo del rifugio ha detto che presto mi darà il libro che ci serve. -

- Fantastico. - esulto. Finalmente, posso avere delle risposte sui totem che ho sognato e capire qualcosa in più su quello che vuole il nostro nemico.

Dopo un chiacchierata, salutiamo Jack e torniamo nelle nostre stanze. Mentre cammino, incrocio di nuovo lo sguardo di Jason. Ancora quello sguardo compassionevole. Se crede che così facendo, mostrando compassione e rimorso, io mi dimentichi tutto, si sbaglia di grosso. Aumento la velocità e gli do anche una spallata.

Non lo vedo, ma credo di averlo colpito molto forte. Non sembra, ma, da quando Helena mi sta allenando, sono diventata molto forte. Fisicamente, sì. Psicologicamente, no. Sono ancora vulnerabile alle avversità e vengo continuamente ferita, quando abbasso la mia corazza.

L'amore non fa altro che offuscarmi la vista, ed io devo essere concentrata sulla mia missione: cercare i totem e fermare Gabriel. Nessuno ostacolo mi intralcerà.

Instagram: viepsilon

EXODUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora