Capitolo 42

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QUALCHE ORA PRIMA
LIZ
- Allora, - comincia Ella, addentando il suo panino. Siccome gli strip club aprono di notte, Richard e Jason andranno stasera al Comets Stars Club, mentre Jack ha mandato me ed Ella a prendere il ragazzo. Abbiamo cercato in giro, ma del ragazzo nessuna traccia. Forse l'evento deve ancora verificarsi. Quindi abbiamo deciso di pranzare al Burger King. Siamo state molto attente a non farci scoprire, vagando per le strade e per i negozi guardinghe e con i cappucci calati sulla testa. Purtroppo tutta Londra ci dà la caccia, e non possiamo uscire allo scoperto. - Tu e Jason state definitivamente insieme? -

- Credo di sì, non abbiamo avuto modo di parlarne. Tu e Scott, invece? - le chiedo.

- Stessa cosa. Non ne abbiamo parlato, anche se penso proprio di sì. -

- Ma non hai dormito con lui? E poi siete venuti insieme in laboratorio stamattina. - le faccio notare.

- Be', non abbiamo proprio parlato ieri notte, così come stamattina prima di venire in laboratorio. - afferma, soddisfatta.

- Non mi dire che avete... - capisco subito cosa intende.

- Sì! È stato fantastico. Lui... be'... può non sembrarlo, ma, sotto sotto... - comincia a raccontare tutti i dettagli della loro serata, ma io la blocco.

- Okay, Ella. Non voglio saperlo. - alzo le mani, interrompendola. - Però, sono felice per te. -

- Grazie, anch'io lo sono per te. È così strano, ma tu hai dato una nuova prospettiva a Jason, l'hai cambiato. - sorrido. È vero, Jason era diverso all'inizio; più schivo, più riservato, non mostrava i suoi sentimenti, poi è cambiato. Tuttavia ci sono ancora dei segreti da scoprire, e spero che lui un giorno me ne parlerà.

- Finito. Ricominciamo le ricerche. -

Ella accartoccia la carta in cui era avvolto il panino e la getta nel cestino. Mi alzo anch'io, e ricominciamo a girare per la città. Non è semplice, visto che dobbiamo calare le teste ogni volta che incrociamo lo sguardo con qualche passante. Sono in pensiero per quel ragazzo. E se fosse già accaduto il tutto, e Gabriel l'avesse già preso? Vorrei che il totem potesse aiutarci, ma non ho ancora capito come azionarlo e usarlo come bussola. Le ultime volte si è attivato solo perché ero in pericolo. Sembra strano dirlo, ma a volte mi rendo conto che il totem ha una specie di... anima. Vorrei tanto poterne parlare con qualcuno più esperto di me.

Continuiamo a camminare, Ella è avanti a me di qualche passo. Sono molto contenta per lei e Scott, sono davvero fatti l'uno per l'altra.

- Proviamo qui? - Ella si ferma, e indica una via isolata e stretta in mezzo a due palazzi.

- Vale la pena tentare. - affermo.

Percorriamo la stradina, guardandoci intorno e con le orecchie attente. Ella abbassa il cappuccio della sua giacca, rivelando i suoi capelli bianchi. La imito, dato che qui non c'è nessuno che possa riconoscerci. Improvvisamente, un urlo di puro dolore e paura arriva alle nostre orecchie. Io ed Ella ci guardiamo negli occhi. Corriamo, imbocchiamo la destra e e ci ritroviamo in un vicolo cieco.

- Oh, mio Dio! - sussurra Ella, guardando a terra. Un ragazzo è sdraiato sull'asfalto, è in una pozza di sangue. Ha graffi su tutto il viso e una profonda pugnalata allo stomaco. I capelli corvini sono incrostati di polvere e sangue, e i suoi occhi azzurri esprimono profonda paura. Il ragazzo cerca di muoversi, strisciando e macchiando di sangue la strada.

- Non ci provare, brutto stronzo. - una voce femminile avvisa il ragazzo. Una ragazza dai capelli rosa salta e scende dall'impalcatura su cui era seduta, si muove in fretta e dà un calcio in pieno petto al povero malcapitato. - Questo è per aver tradito papà. - la ragazza ha gli stessi occhi azzurri della sua vittima. 

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