Capitolo 34

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LIZ
Atterriamo vicino il rifugio, attraversiamo la barriera invisibile velocemente ed entriamo nell'edificio.

- Andiamo in infermeria, Ella e Richard saranno ancora lì. - dice Jason. Infatti, i due sono ancora svenuti e Gwen, Kelly e V-23 sembrano davvero indaffarati. Gwen ordina a Kelly di prenderle delle piante, dei composti chimici e delle spezie, mentre mescola il tutto in una ciotola. Il liquido al suo interno è azzurro e sembra brillare di luce propria; nessuno dei tre si accorge del nostro arrivo.

- Gwen. - la chiama Jax, lei si gira subito.

- Li avete presi? - ci chiede, lo sguardo carico di speranza.

- Sì. - rispondo, tirando fuori i due ciondoli dai colori e dai poteri contrastanti.

- Bravissimi. Noi qui abbiamo quasi finito. - Gwen è felice.

- Quanto manca? - chiedo, impaziente.

- Poco. - V-23 consegna a Gwen un foglia che teneva poggiata sulla testa. La ragazza la getta nel liquido, amalgamandola con gli altri ingredienti.

- Ecco. È pronta. - Gwen solleva due bicchieri contenenti il liquido azzurro brillante. - Liz, puoi fare bere questo ad Ella, mentre io faccio bere quest'altro a Rich? -

- Certo. - prendo il bicchiere e vado vicino ad Ella. Con molta cura, le apro la bocca e le verso il liquido al suo interno. Vederli così, incoscienti ed immobili, mi inquieta. Spero che questo incubo finisca presto.

- Fatto? - il bicchiere di Gwen è vuoto, così come il mio. Annuisco. Insieme ci facciamo da parte. Guardiamo il monitor del computer di Gwen: vediamo il liquido toccare i polmoni dei ragazzi, avvolgendoli e ricoprendoli. Sembra che si stia solidificando attorno alla struttura degli organi.

- Sta funzionando. - ci fa notare Jax. Il liquido scompare, mentre i polmoni riprendono la loro regolare funzione. Ella e Rich aprono finalmente gli occhi e sobbalzano, come se avessero fatto un brutto sogno.

- Cos'è successo? - Ella si guarda intorno, cercando di ricordare gli avvenimenti. Corro subito ad abbracciarla e per poco non cadiamo dal letto su cui era sdraiata.

- Non farmi mai più uno scherzo del genere. - mugugno, mettendo la testa sulla sua spalla ed esalando un respiro di sollievo.

- Allora, ci tieni a me. - Ella appoggia la sua mano sulla mia nuca, accarezzandola.

- Certo, che domande. - la guardo, offesa, ma lei scoppia a ridere. Sta recuperando il suo umorismo, è un lato positivo.

- Se devi morire, è perché io devo ucciderti, non un imbranato che controlla il fumo. - Jason è vicino a Richard e lo prende in giro. Cerca di mascherare la sua felicità e nascondere il suo sollievo, ma non ci riesce. Per quanto possa negarlo, la sua espressione quando i due erano in stato critico l'ha tradito.

- Idiota. - controbatte Rich, provando ad alzarsi. I graffi sul petto sono ancora profondi, così come i lividi sul viso e l'occhio nero. Richard mette i piedi per terra, ma è ancora debole, quindi inciampa e cade. Per fortuna, Jax lo afferra in tempo e lo mette di nuovo sul lettino, sporcandosi la maglietta di sangue.

- Ah, giusto. - Gwen si avvicina al ragazzo, accosta le mani sul suo petto e lo cura all'istante: i graffi si rimarginano, l'occhio nero ritorna al suo colorito naturale, il sangue rientra nelle vene e quello sui capelli dorati scompare nel nulla, gli ematomi lasciano spazio al rosa carne della pelle. Il petto di Richard è ricoperto da varie piccole cicatrici, ma si sono rimarginate alla perfezione e quasi non si vedono.

- Grazie mille, Gwen. - ora il mio amico si può rialzare. Jason gli prende una maglietta. Vado vicino a Richard e lo abbraccio.

- Mai più, Rich. Mai più. - sussurro, del tutto sollevata. Il ragazzo sembra un po' stordito dal gesto, ma ricambia l'abbraccio.

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