Capitolo 32

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LIZ
Eccoci arrivati fuori il museo.

- Okay, mi raccomando, fate attenzione. - ci rammenta Jack, prima di scomparire e raggiungere Helena e Scott. La National Gallery è davvero stupenda; assomiglia ad un antico tempio greco, con le colonne bianche, l'architettura, eccetera. Lì dentro ci sono due totem ed io devo prenderli, Gabriel non li avrà.

Jason cammina a passo svelto avanti a me, sembra pensieroso, forse sta solo ideando un piano per riuscire nell'impresa. Sono felice di essere con lui. Piano piano quello che è successo sta scomparendo. Mi ci trovo bene e non voglio avere nessun nemico all'interno del rifugio. Gabriel e Skye già mi bastano.

Ho capito che lui è come uno tsunami: bellissimo e maestoso ma anche devastante. Lui mi ha devastata, ha devastato il mio cuore e mi ha fatta stare molto male. Ma adesso le cose stanno cambiando in meglio.

Arriviamo all'entrata del museo, e Jason cerca di aprire il portone.

- Chiuso. - dice.

- Be', è notte fonda, mi pare ovvio. - scherzo, sorridendo. Lui ricambia. Non mi stancherò mai di vedere quel sorriso che ti entra dentro e che ti riscalda. Sarebbe capace di sciogliere anche il cuore più freddo e ricoperto di ghiaccio.

- Hai un piano per prendere i due totem? - gli chiedo.

- Sì, ma mi serve sapere dove si trovano. Kelly. - Jason chiama la ragazza con l'orologio.

- Sì, si trovano al secondo piano. Prima stanza a destra. La dovreste riconoscere perché è una stanza circolare con delle pareti rosse. - Kelly sembra indaffarata. Probabilmente, starà aiutando Gwen con la pozione per Richard ed Ella.

- Okay, grazie. - il ragazzo preme sull'orologio e attacca la chiamata. - Una stanza rossa, eh? - dichiara, nascondendo una risatina.

- Oh, andiamo. - lo richiamo, cogliendo subito il riferimento. - Hai letto la saga di 50 sfumature? -

- No, non ho comprato i libri. Ho visto i film, ma si vedeva tale e quale che quelle scene di sesso erano finte e recitate malissimo. In un film in cui il sesso è il primo pensiero del protagonista, dovevano impegnarsi di più. - conclude la sua riflessione, appoggiandosi al portone.

- Già, dovevano mandare te, lì. - lo spintono, prendendolo in giro.

- Sicuramente. Anastasia avrebbe goduto di più con me che con quel Christian Grey. Ce l'ha anche piccolo. -

- E tu come lo sai? -  incrocio le braccia e aspetto una risposta che non tarda ad arrivare:

- Secondo te? Richard non è molto bravo a nascondere i porno gay e le foto degli attori nudi dal computer. - ridiamo insieme a crepapelle. Jason ha il potere di far tornare sempre il buonumore alle persone, qualunque cosa sia successa. A volte, mi stupisco di come ci riesca senza il minimo sforzo.

- Comunque, Elizabeth... - comincia.

- Puoi chiamarmi anche Liz. -

- Okay, Liz. Per quanto possa valere, ti chiedo nuovamente scusa. Non avrei mai dovuto dirti quelle cose, non te le meritavi e non ho capito che eri già abbastanza scossa per tutto quello che ti era successo in quei giorni. - sembra un po' in imbarazzo, forse non è abituato a chiedere scusa. Sono stanca di litigare, è ora di mettere una pietra sopra e ricominciare da capo.

- Accetto le tue scuse, Jason, e tranquillo, per me è acqua passata. - lo perdono. È questo quello che mi sento di fare, quello che il mio cuore e il mio cervello mi dicono di fare. E per una volta sono d'accordo entrambi.

Potrà farmi soffrire ancora, ma per me lui è di nuovo un amico fidato. Spero che non tradirà la mia fiducia.

- Comunque, chiamami Jax. - mi dice.

- D'accordo, Jax. Allora, qual è il piano? -

- Okay, se incontriamo dei soldati, il problema non si pone. In due secondi, con i nostri poteri, cadranno tutti. Se incontriamo Gabriel e Skye, be', la situazione si complica. Io cercherò di trattenerli il più possibile, mentre tu andrai a prendere i totem. -

- Ma loro sono più forti di te, dovrei affrontarli io, visto che posso bloccarli. - cerco di convincerlo.

- Assolutamente no. Se ti sconfiggessero, ruberebbero il tuo totem e poi prenderebbero anche gli altri due. Sarebbero in vantaggio, e noi non potremmo fare niente per fermarli. Quindi, li affronterò io. Devi promettermi una cosa. - parla in tono serio.

- Cosa? - ho paura di quello che mi può chiedere.

- Qualunque cosa accada, tu prendi i totem e vai via. Non perdere tempo con me, se sono in pericolo. -

- No, Jason. Non posso abbandonarti. - non potrei mai farlo. Il solo pensiero mi fa rabbrividire.

- Promettimelo, Liz. - sembra ancora più serio e non vedo modo di dissuaderlo. Non vedo altra scelta, ma spero di non doverla compiere.

- Okay, te lo prometto. -

Sento dei rumori provenire da lontano, sembrano dei motori. Improvvisamente, appaiono tre camion con un logo che potrei distinguere ovunque: AEGYPTIOS. Le porte dei tre veicoli si aprono, e da esse esce un gruppetto di soldati. Sono ben equipaggiati: hanno un fucile, una pistola, un coltello, granate e addirittura una corazza nera e rossa. Su una spalla, ogni soldato ha il simbolo dell'organizzazione.

- Si sono attrezzati. - nota Jason.

Dal terzo camion, per ultimo, esce lui, la persona che potrei distinguere tra mille: Gabriel. La rabbia mi pervade, voglio andare lì e disintegrarlo.

- Calma, Liz. Avrai il tuo momento. - mi convince Jason, deve aver notato la mia espressione. - Stanno arrivando, dobbiamo nasconderci. - ci muoviamo in fretta e ci ripariamo dietro una colonna di marmo bianco, a fianco alla porta. Vedo Gabriel avanzare spedito verso l'entrata. È in giacca e cravatta, indossa dei pantaloni eleganti e un lungo cappotto nero. Sul viso ha un'espressione soddisfatta, e i suoi occhi sono bramosi e avidi per il premio che crede di prendere.

- Signore, l'entrata è chiusa. - avvisa un soldato, correndo verso di lui dopo aver provato ad entrare nel museo.

- E qual è il problema? - commenta Gabriel in tono sarcastico. Con un singolo movimento di mano, il portone si apre. Qualcosa luccica sul petto dell'uomo: il totem della morte.

Non è giusto. Non è giusto che un totem venga usato per fare del male e per uccidere. Non è questo l'obbiettivo per cui sono stati creati questi ciondoli magici.

- Andiamo. - ordina l'uomo e, in un attimo, la ventina di uomini entra dentro con lui.

- Dobbiamo entrare anche noi. - la voce di Jason mi fa sobbalzare. Non mi ero accorta di quanto fossi vicina a lui. Anzi, per un attimo mi ero dimenticata che ci fosse. Ero troppo concentrata su Gabriel. Siamo quasi attaccati l'un l'altra, i nostri corpi si incastrano perfettamente tra di loro. Le nostre labbra sono vicine, così come i nostri visi. I suoi occhi rossi sono incatenati ai miei. Dall'espressione che ha sul viso, sembra che voglia divorarmi.

- Non dall'entrata principale. - si scosta, e ritorna concentrato sulla missione, interrompendo il momento. È un bene, altrimenti avremmo solo perso tempo.

- E dove, allora? -

- Dal tetto. C'è una finestra da cui potremmo entrare. Tu puoi farci volare fin lì? -

- Certo. - usciamo dal nascondiglio. - Ehm... -

- Che c'è? -

- Dovresti darmi la mano. - mormoro, imbarazzata. Il ragazzo scatta immediatamente e afferra la mia mano. Attivo il totem, evoco i venti, che ci avvolgono leggermente, e voliamo fino al tetto. Avanziamo fino al nostro obiettivo, Jason apre la finestra.

- Pronta? -

- Sì. - affermo, decisa e sicura.

- Andiamo. - detto questo, ci buttiamo nello spazio aperto ed entriamo nel museo, pronti alla battaglia.

Instagram: viepsilon

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