Capitolo 48

1.5K 91 20
                                    

RICHARD
Spalanco la porta della camera in cui vado a dormire quando Jason ha bisogno di meditare, ed entro, trascinando Leonard.

- Vai piano, mi stai slogando il polso. - si lamenta il ragazzo.

- Tranquillo, siamo arrivati. - lo lascio andare, chiudendo la porta. - Scusa per il comportamento di Ariel, ma pensavamo tutti che fossi una spia di Gabriel. -

- Mio padre? - chiede lui, pensieroso.

- Sì. -

- Non dovete avere paura di me, non vi tradirò. Non dopo che lui ha cercato di uccidermi, e solo per avere questo stupido ciondolo. - prende il totem della terra tra le dita e lo osserva. La sua espressione non è per niente felice, sembra davvero arrabbiato per quello che è successo ed è comprensibile. Prima è stato così strano, quel velo di tenebre apparso intorno a Leonard non era molto rassicurante. Poi il suo totem si è acceso, e non ci ho capito più nulla. Solo Liz e Ariel riuscivano a vederlo, forse perché i loro totem stavano comunicando, ma io cosa c'entro? A volte, i miei poteri mi permettono di vedere barlumi di luce tra le persone, ma è solo la presenza dei fotoni nell'aria. È un concetto ancora difficile da comprendere. Da quando ho iniziato ad acquisire quella strana forma, i miei poteri sono usciti fuori controllo. Sto migliorando, ora riesco a ritornare normale semplicemente attraverso la concentrazione. Tuttavia, non riesco ancora ad uscire allo scoperto. Ho paura per come la possano prendere tutti gli altri. So che loro non mi giudicheranno mai, né mi odieranno per questo, ma non me la sento ancora. Quando sarò pronto, gli mostrerò quello di cui sono capace.

- Quindi vuol dire che ci aiuterai? Noi siamo... - chiedo, speranzoso. Ho visto quel pizzico di luce al collo di Leonard, ed è bastato per convincermi. Mi fido di lui, non credo che sia come il padre. 

- Exodus. Tu sei Richard, exodus della luce. - conclude per me, informato.

- Come fai a... -

- Mio padre parla sempre di voi, è ossessionato. Vuole i sette totem, e non permetterà a nessuno di fermarlo. E poi siete quotidianamente su ogni telegiornale, quindi è facile riconoscervi. Siete ben nascosti qui, non riusciranno a trovarvi. - Leonard guarda fuori dalla finestra, osservando gli alberi e la foresta.

- Capisco. -

- Vi ringrazio per esservi fidati di me. Vi aiuterò in qualunque modo possibile. - continua, guardandomi negli occhi. Lo guardo per un po', distratto dai suoi occhi color oceano. Sono davvero belli. È proprio come osservare l'oceano e perdersi all'interno di esso. 

- Devo asciugarti. - lo informo, osservando le goccioline che ha lasciato sul pavimento e quelle che gli stanno percorrendo il corpo.

- Hai un asciugacapelli? - mi chiede.

- No, ho i miei poteri. Posso asciugarti con quelli. - dico. - Spogliati. - lui mi guarda con aria interrogativa.

- Dai, non essere timido. Devo passare le mani sul tuo corpo, in modo che la luce calda possa asciugarti. - non voglio sembrare fin da subito uno stupratore, ma devo asciugarlo per forza. 

- D'accordo. - si slaccia la cintura e fa cadere i pantaloni, togliendoseli. Rimane in boxer davanti a me senza alcuna vergogna. Guardo ogni parte del suo corpo completamente incantato.

- Hai intenzione di fissarmi così ancora per molto? - mi dice, sorridendo. Okay, adesso posso anche morire.

- Oh, scusa. - strofino le mani tra di loro e le accendo. La luce bianca fuoriesce da esse, sono pronte. Le appoggio sul suo petto e le passo suoi suoi bicipiti, sulle mani, sulle gambe, sui piedi. Osservo a lungo ogni parte del suo corpo completamente tonica e muscolosa. Accarezzo il suo viso contornato dai lineamenti armonici così belli e da un leggero velo di barba. Mi perdo nelle calamite che ha al posto degli occhi. Tiro ogni piccola ciocca di capelli neri, asciugandoli. Potrei andare avanti per ore. Mi piace sentire la sua pelle sotto il mio tocco.

EXODUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora