Capitolo 25

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ELLA
Mi sveglio e guardo l'orologio. Sono le 7:30? È prestissimo, di solito dormo più di così. Liz dorme ancora, le trapunte la coprono fino alla testa. Poverina.

Jason l'ha davvero ferita, come suo solito. Non capisco perché tratti sempre male tutte le ragazze che incontra. Quel ragazzo è un enigma. Ma Liz non se lo meritava, ha già perso i suoi genitori, ora deve sopportare il peso di portare un totem ed essere un bersaglio di Gabriel.

Mi alzo e mi vesto come mio solito: vestito rosso, calze a rete e stivali. Il rosso è un colore che mi piace molto, soprattutto quando si viene a formare un contrasto fra i miei capelli bianchi e i vestiti. Scendo le scale e vado a fare colazione. Non c'è nessuno, il silenzio regna sovrano.

Scommetto che se ci fosse Jack, sarebbe in laboratorio a cercare exodus in pericolo. Lui è l'anima del rifugio. Povero uomo. Da quando Jenny è stata uccisa, per lui è diventata una cosa personale. Jack è come un padre per me. Il padre che non ho mai avuto, perché quello biologico aveva paura di me. A volte, vorrei tornare nella mia vecchia casa d'infanzia, per vedere le reazioni dei miei "genitori", poi ripenso a tutte le cose che Jack ed Helena mi hanno insegnato, e tutta la rabbia scompare. La mia famiglia è qui, non in quella casa.

Mangio in fretta, questo silenzio e questa depressione non fanno per me.

Sento dei rumori provenire dalla sala d'allenamento. Forse è Jason. Bene. Ne approfitterò e gli dirò di lasciare in pace Liz e di non farla più soffrire. Lei non sarà come le altre ragazze che abbiamo portato in salvo con il cuore spezzato.

Quando entro però non trovo Jason, bensì Scott. Sta combattendo contro Helena, che è intenzionata a non perdere. Usa un bastone come arma e lo sta agitando velocemente per assestare qualche colpo all'avversario. Scott è velocissimo, schiva tutti i colpi, poi fa una capriola e si rialza subito. Helena lancia il bastione dritto verso il ragazzo, che si abbassa e lo schiva.

- Niente male. - si congratula la donna.

- Graz... - Scott si interrompe, quando mi vede, e rimane di stucco. I suoi occhi grigi squadrano tutto il mio corpo, come se faticasse a credere che io sia realmente qui. Helena approfitta del momento di distrazione, fa apparire un nuovo bastone e, con un colpo, Scott cade a terra.

- Mai distrarsi. - lo rimprovera, poi si gira. - Oh, buongiorno, Ella. - è una donna che non ama perdere; per vincere è disposta a giocare sporco. È una brutta cosa, certo, ma non quando stai per essere ucciso da qualcuno e lei interviene, come una vera vigilante, per salvarti.

- Ciao, Helena. Stai bene? - chiedo al ragazzo.

- Sì... ecco... io... - balbetta. Sembra nervoso.

- Stai migliorando, Scott. Hai quasi raggiunto il livello di Richard. - si complimenta l'allenatrice.

- Davvero? Allora dobbiamo scontrarci, uno di questi giorni. - gli propongo.

- S... s... sì, mi... farebbe piacere. -

- Ora vai a lavarti, ci vediamo più tardi. - dopo aver salutato, accompagno Scott in camera con la scusa di vedere come l'ha sistemata. È rimasta tale e quale, tranne che per una foto poggiata sul comodino.

- Senti, io dovrei andare a lavarmi. - annuncia il ragazzo, grattandosi la testa. È così impacciato e tenero. Quando lo guardo, il sorriso sorge spontaneo.

Faccio per rispondere, ma è già sparito. Decido di aspettarlo, così giro un po' per la stanza. Mi siedo sul suo letto e guardo la foto. La sollevo: Scott è sorridente e tiene un braccio sul fianco di una bionda; credo sia Emily. Anche lei è felice, e tiene la mano di Scott stretta nella sua. Sono carini insieme, anche se non ho ancora capito se li legava un rapporto d'amicizia o qualcos'altro.

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