Capitolo 27

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LIZ
- Forza, portatela qui. - ordina Gwen, perentoria; è già pronta a curare Ella in infermeria. Durante il viaggio di ritorno, abbiamo chiamato Helena, dicendole che saremo tornati il più presto possibile, che Ella era stata ferita e aveva urgente bisogno di cure.

Abbiamo provato in tutti i modi a fermare l'emorragia, ma è stato inutile, non siamo dei medici. Per fortuna, abbiamo Gwen e le sue capacità curative.

- Allora, come sta? - chiede Scott, ansioso. Ella si contorce dal dolore e non sta ferma un secondo. Gwen prende una siringa e l'anestetizza. La ragazza si addormenta, facendo sogni tranquilli, come se non fosse successo nulla.

- La ferita è grave, ma posso curarla. - le mani di Gwen diventano verdi, circondate da un'aura curativa. L'energia benefica va a posarsi sulla ferita di Ella. Scott tiene la mano dell'amica stretta nella sua. So che è molto affezionato a lei e non vuole perderla.

- Quanto ci vorrà? - chiedo.

- Un po', ma tranquilla. Devo solo mantenere il contatto con la ferita, presto guarirà. - tiriamo tutti un sospiro di sollievo. Per fortuna, Gwen ha questi grandi poteri.

Dopo un po', tutti vanno a riposarsi e a mangiare qualcosa. In infermeria restiamo solo io e Gwen. Ho rassicurato Scott e gli ho promesso che sarei rimasta a sorvegliare Ella assieme a Gwen; anche lui aveva bisogno di riposo. La ragazza è stanca, si vede all'espressione che ha sul viso. Sta usando i suoi poteri da troppe ore e questo la strema terribilmente. Sono rimasta qui perché non voglio lasciar sola Ella. È tutta colpa mia, io ho trascinato tutti nella mia casa, io li ho messi in pericolo, e per cosa? Una pagina piena di scritte e parole incomprensibili.

- È tutta colpa mia. - dico ad alta voce, i pensieri trasformati in parole.

- Cosa? - chiede Gwen.

- È tutta colpa mia. Non dovevo trascinarvi in questa missione. È stato un grosso sbaglio. -

- Liz... - Gwen tenta di parlare, ma la interrompo subito:

- Non doveva succedere, io ho portato Ella con me e lei è stata ferita. -

- Liz, non è colpa tua. - mi consola Gwen. - Sai quante volte Jax, Ella o Richard sono venuti qui, feriti dopo una missione, per farsi curare? Nessuno di loro si è mai preso la colpa e ora non tocca di certo a te. Hai fatto del tuo meglio, pensavi che tutto questo ci avrebbe aiutato e hai agito per il bene comune. Quindi non prendertela con te stessa e smettila di colpevolizzarti. - Gwen finisce il suo discorso e ritorna concentrata sul paziente. I suoi occhi marroni esprimono una determinazione da fare invidia. Lei sa usare le parole giuste.

- Lo so, Gwen, ma... -

- Niente "ma". - mi interrompe, in tono severo. - Non è colpa tua. Fattene una ragione. Tu hai sofferto tanto, Liz, lo so. La tua vita è stata sconvolta da questa situazione, e so anche che noi siamo persone a cui tieni. Ci hai messo un po' a fidarti, ma ora è fatta, e il solo pensiero che noi possiamo lasciarti, ti fa rivoltare lo stomaco, quindi basta compiangerti. -

- Hai ragione, Gwen. Grazie. - le sorrido, convinta. Lei non ha torto. Condivido ogni suo punto di vista e ha ragione: io mi sono affezionata molto a loro.

- Di nulla. A proposito, avete trovato qualcosa a casa tua? - la rapidità con cui cambia discorso mi confonde, ma non ci faccio caso.

- Be', sì. - prendo la pagina che tenevo in tasca e gliela porgo. Lei la guarda e fa una faccia strana.

- Sì, neanch'io ci ho capito qualcosa. - le faccio notare.

- Perché non la fai vedere ad Helena? Forse lei ne sa qualcosa. - guardo per un attimo Ella; non voglio lasciarla. - Tranquilla, penso io a lei. Vai. - Gwen sembra ansiosa di restare da sola, anche se non capisco il perché. Accetto il suo consiglio ed esco dall'infermeria.

Entro nella sala allenamento e vedo che Helena sta colpendo bersagli con arco e frecce. Sembra molto concentrata e arrabbiata.

- Helena. - mi avvicino a lei e le metto una mano sulla spalla, ma in un attimo mi ritrovo a terra, il braccio bloccato dalla mia allenatrice.

- Oh, Liz. Scusami, mi hai spaventata. -

- Tranquilla. - mi rialzo, un po' dolorante.

- Volevi vedermi? - mi chiede.

- Sì. - tiro fuori la pagina per la seconda volta. - Questa l'abbiamo trovata a casa dei miei genitori. Era nascosta nella parete e non so cosa significhi. È una lingua sconosciuta. -

- Non sai proprio cosa significhi? - mi chiede la mia allenatrice, dopo aver studiato attentamente la pagina.

- No. -

- Neanche sul perché tua madre l'abbia nascosta? -

- No, ma lei possedeva il totem dell'aria. Se l'ha nascosta, allora è evidente che riguarda qualcosa sugli altri totem, forse sul perché Gabriel ne vuole sette. -

- Capisco. Chiederò a Kelly di usare tutte le sue abilità tecnologiche per tradurre questa lingua. Magari ci darà qualcosa che potremmo usare contro Gabriel. -

- Sì, forse hai ragione. -

Esco dalla palestra e mi dirigo nuovamente in infermeria per controllare Ella, quando il mio cuore si blocca.

Jason.

È in piedi nel corridoio con le braccia incrociate. Il mio cuore fa una capovolta, ma io trattengo le emozioni.

"Non devi calcolarlo." sussurra la vocina nella mia testa. "Ricorda quello che ti ha fatto."

Procedo e, come appena mi vede, la sua espressione si rilassa. 

- Ciao, Elizabeth. - mi saluta, sembra triste.

- Ciao. - gli rispondo, fredda, e cerco di continuare a camminare, ma lui mette un braccio davanti a me e mi blocca.

- Volevo solo dirti che... Per quello che è successo l'altro giorno... Sì, insomma, mi dispiace. - sul serio? Crede davvero che scusandosi tutte le cattiverie che mi ha detto svaniscano nel nulla? Non funziona così. Non dopo tutto quello che mi ha detto. Non dopo che ha fatto sesso con me solo perché gli andava. Non dopo che ha detto che io sono la sua prostituta e un suo giocattolo.

- Scusa, Jason, ma ora devo andare da Ella. Non ho tempo da perdere con te. - lo guardo dritto negli occhi, bruciandolo con lo sguardo.

- Sì, hai ragione. - mi lascia passare, sembra deluso, ferito, sconfitto. Be', è proprio così che mi sono sentita io qualche giorno fa quando mi ha illusa con i suoi gesti e mi ha rivolto quelle orribili parole.

Arrivo vicino l'infermeria e so che lui è dietro di me che mi guarda ed è indeciso se raggiungermi ed insistere, o lasciar perdere. All'improvviso, prima che possa entrare, un uomo appare davanti a me con un grosso libro fra le mani. È rilegato in una copertina marrone e sembra molto antico, a giudicare dalle pagine ingiallite. L'uomo sembra molto stanco, ma è anche felice per la missione portata a termine con successo.

- Jack? - dice Jason, affiancandomi.

- Ce l'ho. - mormora, a bassa voce.

- Cosa? - chiedo, per essere sicura.

- Ho il libro dei totem. - conferma con un sorriso. I suoi occhi esprimono felicità da ogni parte. Non ci posso credere. L'ha trovato. Ce l'ha fatta.

Instagram: viepsilon

Spazio Autore:
Salve, gente. Come va? Vi sta piacendo la storia degli exodus? Spero tanto di sì. Fatemi sapere cosa ne pensate. Ci tengo davvero perché è la vostra opinione che conta😘😘😘😘

Comunque, volevo avvisarvi che venerdì 1 parto per andare a Verona e ritorno lunedì 4, quindi venerdì e lunedì non posterò, e il nuovo capitolo arriverà mercoledì 6. Mi dispiace molto, ma ho bisogno di relax dopo un duro anno di scuola. Vi prometto, però, che da mercoledì ci saranno tante nuove novità, soprattutto perché vi rivelerò la storia dei 7 totem. A presto😘💪😍.

EXODUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora